"I Watussi" è una canzone del cantautore Edoardo Vianello, pubblicata il 1963.

E' stata una canzone di grande successo, tanto da rimanere nel tempo come una delle canzoni simbolo degli anni sessanta.

A maggio 2010, la canzone I Watussi ha ottenuto la certificazione dal Guinness dei Primati per essere stata cantata diecimila volte dal vivo.

Testo della Canzone "I Watussi" di Edoardo Vianello

— Titolo, I Watussi

Nel continente nero
Alle falde del Kilimangiaro
Ci sta un popolo di negri
Che ha inventato tanti balli
Il più famoso è l'hully gully
Hully gully, hully gu...

Siamo i Watussi
Siamo i Watussi
Gli altissimi negri
Ogni tre passi
Ogni tre passi
Facciamo sei metri

Noi siamo quelli che nell'equatore
Vediamo per primi la luce del sole
Noi siamo i Watussi

Siamo i Watussi
Siamo i Watussi
Gli altissimi negri
Quello più basso
Quello più basso
E' alto due metri

Qui ci scambiamo l'amore profondo
Dandoci i baci più alti del mondo
Siamo i Watussi

Alle giraffe
Guardiamo negli occhi
Agli elefanti
Parliamo negli orecchi
Se non credete venite quaggiù
Venite, venite quaggiù

Siamo i Watussi
Siamo i Watussi
Gli altissimi negri
Ogni tre passi
Ogni tre passi
Facciamo sei metri

Ogni capanna del nostro villaggio
Ha perlomeno tre metri di raggio
Siamo i Watussi

Nel continente nero
Alle falde del Kilimangiaro
Ci sta un popolo di negri
Che ha inventato tanti balli
Il più famoso è l'hully gully
Hully gully, hully gu...

Siamo i Watussi
Siamo i Watussi
Gli altissimi negri
Quello più basso
Quello più basso
E' alto due metri

Quando le donne stringiamo sul cuore
Noi con le stelle parliamo d'amore
Siamo i Watussi

Qui ci scambiamo l'amore profondo
Dandoci i baci più alti del mondo
Siamo i Watussi
Noi siamo quelli che nell'equatore
Vediamo per primi la luce del sole
Noi siamo i Watussi

Nel continente nero
Alle falde del Kilimangiaro
Ci sta un popolo di negri
Che ha inventato tanti balli
Il più famoso è l'hully gully
Hully gully, hully gu...

Significato della Canzone "I Watussi" di Edoardo Vianello

La canzone è stata scritta da Carlo Rossi e musicata da Vianello, parzialmente ispirata alla canzone folkloristica romana Osterie.

Essa trae spunto dall'altezza dei Tutsi per raccontare alcune situazioni particolari (alle giraffe guardiamo negli occhi / agli elefanti parliamo negli orecchi).

Celebre è l'introduzione con il "paraponzi-ponzi-pò".