Si intitola “Sinceramente” il primo disco della giovane cantautrice Ida Scarlato, in uscita il 18 settembre 2020, prodotto dalla cantautrice Ida Scarlato e dal musicista Paolo Scarpino.

“Sinceramente” è il suo debutto discografico. Interamente scritto e composto dalla cantautrice, eccetto “La forma dell’amore”, scritto a quattro mani.

Formato da 8 tracce, possiamo definirlo un disco raffinato ed elegante, con una voce limpida, profonda…

Un mix di Pop, Musica D’Autore e Jazz, che ha lasciato spazio anche a una ricerca costante di sonorità, sound freschi e nuovi.

E’ un disco che non ha filtri, sincero e fedele.. la cantautrice si mette a nudo offrendo la sua visione della vita.

Eppure l’artista per raggiungere questa maturità ha dovuto lavorare su se stessa per trovare quella trasparenza di cui aveva bisogno nel tirare fuori le sue emozioni attraverso le canzoni che troviamo in questo disco. Avvolte ci sono contrasti, altre volte difficoltà, entusiasmo e spensieratezza perchè esprimere ciò che si sente non è facile.

Otto canzoni in tutto, dove la cantautrice Ida Scarlato ha voluto raccontare le sue verità, percorrere un viaggio ed ogni canzone è un momento vissuto, un periodo vissuto...

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente
formato?

Ogni esperienza sul palco, da quando ero appena adolescente ad oggi, ha sempre rappresentato per me un’occasione di crescita: la meraviglia di avere delle persone davanti a me e, con le loro storie, incrociare anche la mia. Ma ho anche rivolto molta attenzione ai grandi artisti che ho visto da vicino, come succedeva un anno fa quando ho aperto due concerti del cantautore Bungaro: sono rimasta affascinata dalla sua meticolosità nel curare l’intero spettacolo, dalla parte musicale a quella scenografica; da quel giorno mi porto dietro quello che ho visto, e che ho segretamente “rubato”, e non dimentico di fare lo stesso.

E’ uscito il tuo album "Sinceramente". Ce ne vuoi parlare?

Assolutamente, con molta gioia. “Sinceramente” è il mio primo album, credo mi sorridano gli occhi mentre lo dico! E’ un progetto che ho fortemente desiderato, e guadagnato con fatica, poiché si tratta di un’autoproduzione; ma ho avuto la fortuna che tanti professionisti dell’ambito musicale accettassero il mio invito a farne parte: ognuno di loro ha lasciato una traccia ben percettibile.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue
canzoni?

Con le otto canzoni che formano l’album, ho svelato sinceramente diverse parti di me, ho dato una voce e una forma alle mie emozioni, mi sono sentita libera, finalmente, di esprimermi attraverso ciò che più amo, senza pensare di dover seguire mode, perché tanto quelle poi cambiano, io invece no. Ogni canzone che ho scritto è tratta da storie vere, e la soddisfazione più grande sarebbe quella di sapere che la gente che le ascolta possa riconoscersi in esse.

Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente ispirato?

Ivano Fossati, Luigi Tenco, Lucio Battisti, Cesare Cremonini, Lucio Dalla, Mina, sono questi gli artisti che corrispondono ai miei ascolti quotidiani e che, inevitabilmente, hanno influenzato i testi e le musiche dei miei brani. Prima di scrivere una canzone non stabilisco un genere da seguire, bensì mi lascio avvolgere completamente da quella magia che non si può intendere a parole ma che viene fuori spontaneamente da un atto come questo; piuttosto mi piacerebbe sapere, dalle persone che ascoltano la mia musica, a chi, o a cosa, essa può essere
riconducibile.

Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

Moltissimo! E aggiungo anche lo studio. Credo siano le qualità indispensabili per andare il più vicino possibile al finale che sogniamo. La musica è istinto, ma diventa peculiare, e si distingue dalla massa, quando a questo si somma la conoscenza, ed io, con i miei piccoli sacrifici, sto facendo in modo di diventare una musicista consapevole, senza mai però perdere l’amore.

Quali sono i pro e i contro del web e i social?

Il web e i social ci hanno permesso di avvicinarci, ma allo stesso tempo, spesso, ci hanno allontanati, anche da noi stessi. Se usati bene, abbiamo la possibilità di raggiungere, con più facilità, l’altra parte del mondo e, per un musicista, è come se le occasioni si moltiplicassero. Sarei ipocrita se non ammettessi che oggi i social rappresentano la nostra seconda realtà, ma continuo a preferire l’odore di un libro da tenere nelle mani o l’energia impiegata per suonare la musica dal vivo.

Come vedi il futuro della musica?

So per certo che avrà il suo futuro, ma non voglio pensare a come sarà, vorrei che anche questa volta la musica mi sorprendesse. Mi auguro, però, che ci sia qualcuno capace di inventare e rivoluzionare, come succedeva nelle cappelle italiane del ‘500, o nei locali del ‘900, a Chicago. Diventa sempre più difficile dire qualcosa che non sia già stato detto, ma la musica, a pari passo con le esigenze dell’uomo che cambiano, sarà sempre uno dei modi più antichi e autentici per poterci pronunciare.