Recensione di Davide Donelli
È una di quelle volte che il contenuto di un libro non corrisponde del tutto alle aspettative e alle motivazioni che mi hanno indotto a leggerlo. Non avevo dubbi che il libro trattasse del Rock nella duplice accezione di strada della trasgressione, secondo il motto “sesso droga e rock and roll”, e di impegno sociale per un mondo più equo. Piuttosto era stata la lettura dell’indice, cosa che faccio spesso per sondare il percorso che mi si propone, ad indurmi a credere che in esso avrei trovato cronache e notizie su brani e dischi che mi stuzzicavano molto per la loro varietà. Questa era la mia aspettativa maggiore. Ben presto mi sono reso conto che quei titoli rappresentavano semplici proposte di ascolto suggerite capitolo per capitolo, nulla di più. Invece, anzi per fortuna, Rock and resilienza, ultimo libro di Paola Maugeri, storico volto televisivo di Video Music e di Mtv, nonché voce radiofonica conosciuta al grande pubblico, mi ha conquistato perché va oltre la musica e gli artisti di cui racconta storie riconducibili al concetto di Resilienza. Va oltre perché dà l’ennesima prova tangibile che la musica, il linguaggio espressivo musicale, veicola messaggi molto più profondi di quanto un ascolto veloce ci induce a ritenere. Come l’autrice stessa scrive: la velocità è nemica dell’ascolto e la musica ha perso di valore in quanto onnipresente e scaricabile gratuitamente con un gesto facile quanto illegale, ma ormai diventato socialmente condiviso e quindi giusto. E ancora: occorre ascoltare meno in quantità ma con più attenzione e in qualità. Una qualità che dà senso e significato non solo alla musica ma alla vita stessa. Questo il principale insegnamento che si ricava dalla lettura di questo libro sul Rock e sul concetto di Resilienza. Ma procediamo con ordine.
Essere resilienti è più che resistere, significa imparare a vivere facendo dell’ostacolo un trampolino di lancio, della fragilità una ricchezza, della debolezza una forza, dell’impossibilità una serie di possibilità. La storia della musica Rock offre, infatti, una panoramica molto frastagliata di personaggi che insegnano ad essere resilienti, a non arrendersi mai e a rialzarsi dalle cadute e dai propri errori, realizzando la propria rivincita e rinascita attraverso la musica. Tutti gli artisti citati, incontrati o intervistati, diventano così esempi tangibili di cosa significhi vivere una vita all’altezza dei propri sogni. Anche questa è resilienza: una combinazione di forza interiore, supporto esterno e abilità di apprendere dall’esperienza. Ma soprattutto capacità di socializzare e di relazionarsi intessendo relazioni che offrono modelli di ruolo.
Arricchita da più di mille interviste, Paola Maugeri ha perfezionato una tecnica di intervista che, quando sortisce l’effetto sperato, le permette di entrare in contatto con gli artisti, ricevendo confidenze o annotando racconti molto personali, che vanno oltre l’immagine del grande artista con una carriera straordinaria alle spalle o con successi mondiali più o meno recenti, riuscendo piuttosto a mettere a nudo la persona con tutto il suo bagaglio umano più autentico.
Frank Morgan, Patti Smith, Roger Taylor, Scott Weiland, Bruce Springsteen, David Geffen, Lou Reed e Laurie Anderson, U2 e Coldplay rispettivamente con Bono Vox e Chris Martin, Eddie Vedder, Duff McKagan dei Guns N’Roses, Roger Waters, sono i musicisti e le band di cui ricorda incontri, interviste e aneddoti sempre personali, straordinari e arricchenti. Lei stessa dice che i grandi musicisti di ogni epoca e di ogni estrazione sono stati mandati su questa terra da un Dio della musica che magnanimamente permette a tutti noi di goderne. Quella responsabilità che Chris Martin sente così forte non solo verso i fans, ma anche verso tutti i numerosi collaboratori che rendono possibile i concerti del Coldplay, fa dunque parte del ‘pacchetto’ dono di Dio.
Del resto la storia del Rock insegna molto bene come il rock può farti diventare il numero uno ma anche disintegrarti in un vortice di eccessi e di egocentrismo, proprio per questo è un gioco grandioso quanto pericoloso.
In questo libro, però, molti esempi si trasformano da negativi in estremamente positivi: sesso, droghe e rock ‘n’ roll che fertilizzano un terreno dove poi sbocciano guarigione, famiglia e appagamento come nella straordinaria testimonianza di Duff McKagan, bassista dei Guns N’Roses.
Personalmente trovo unici e preziosi i messaggi che queste storie di vita contengono, fornendo risposte autorevoli alle molte perplessità e difficoltà che il musicista deve affrontare ogni giorno in Italia per realizzare le proprie aspirazioni. Alcune citazioni sembrano proprio scritte apposta, come quella in cui si afferma che il modo di scrivere canzoni degli U2 trasforma la musica in forma di riscatto sociale:
… Scrivere canzoni per proiettare un’immagine positiva di sé e per trovare fiducia nelle proprie capacità e risorse, laddove la via della resilienza implica disagio emotivo che, se convertito in arte, raggiunge la sua trasformazione e, perché no, anche la sua sublimazione.
Sappiamo bene quanti giovani si dedicano alla scrittura di canzoni proprio per questo bisogno. Oppure merita di essere citato il saggio consiglio rivolto da Laurie Anderson alla stessa Paola Maugeri, in occasione di un’intervista in cui la giornalista minimizzava le potenzialità della band in cui suona il basso: … giocare in piccolo non porta da nessuna parte, eppure è sempre così naturale scegliere di giocare in piccolo e non in grande, aspettarsi il peggio e non il meglio, (…). E tutto questo perché la nostra cultura ci accerchia con la paura, restringendo il nostro campo d’azione affinché le nostre scelte si assottiglino anziché espandersi. (…). E se non occupiamo noi quel posto che ci spetta nel mondo, qualcun altro l’occuperà al posto nostro.
Quanti di noi non si ritrovano in queste parole? Mi rendo conto di star recensendo un testo inserendo molte citazioni, ma Rock and resilienza contiene un’infinità di frasi da incorniciare, come quelle che oggigiorno si trovano pubblicate nei social a rappresentare delle verità da molti condivise. Il mio invito è quindi di leggere e sottolinearle subito e ne troverete molte altre interessanti nelle quali rispecchiarsi come quest’ultima:
Perché la musica la si può comporre, la si può immaginare e trascrivere, la si può suonare, interpretare, ballare ed eseguire, la si può trasmettere, distorcere e sublimare, la si può vivere, subire e ascoltare. Io ho deciso di raccontarla. Ma a una sola condizione: che la si rispetti.
Il taglio autobiografico che Paola Maugeri sceglie per questo libro non deve essere preso come un vezzo narcisistico, bensì come ulteriore esempio di resilienza, a partire dalla figura di sua madre e di suo padre a cui dedica i primissimi capitoli, esempi di tenacia e dinamicità che caratterizzano anche tutto il suo personale percorso da Catania a Milano, da piccole esperienze radiofoniche fino ai network nazionali e internazionali. Insomma è anche l’autobiografia di una giornalista musicale che ha saputo imparare dalle avversità e dai no, e che per prima ha tramutato la passione per la musica in un lavoro ma anche in una missione: la mia ode alla musica come unica forma d’arte che aiuta a tenere l’oscurità alla larga e a trasformare gli impulsi autodistruttivi in momenti produttivi, l’avete sotto gli occhi tramite questo libro.
Di seguito il libro: