Un principio per ogni strumentista a fiato e per ogni cantante è l'uso della respirazione. Giacché respirare è sicuramente un'esigenza fisiologica per ogni essere umano, si potrebbe pensare che la quotidiana respirazione di ognuno di noi può bastare per approcciare ad uno strumento a fiato. Ma, ovviamente, chi non ha una preparazione adeguata riscontrerebbe palesi difficoltà nell'approccio ad uno strumento a fiato come senza altre preparazioni adeguate si potrebbero riscontrare nell'approccio a strumenti che presentano altre caratteristiche.

Il valore della frequenza di respirazione si attesta per natura a valori compresi tra i 16 e 20 atti respiratori al minuto. Al di sotto di 16 atti respiratori si parla di bradipnea, al di sopra dei 20 di tachipnea. In un'ora si arriva a compiere almeno 960 respiri e in 24 ore in media 21.600 arrivando ad inspirare 12.000 litri d'aria.

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Tuttavia la nostra respirazione è spesso "manomessa" da cattive abitudini quotidiane oltre che influenzata dal benessere psicofisico. Per cui lo studio dell'uso della respirazione diaframmatica ci riporta a quello che possiamo considerare come la nostra forma di respirazione naturale.

Il diaframma è un muscolo che, come ci è stato insegnato da sempre a scuola, viene definito "involontario" giacché non si possiede un controllo diretto su di esso ma la sua gestione è appunto indiretta.

Quando inspiriamo, cioè quando compiamo l'atto di incamerare l'aria, il diaframma si contrae e si abbassa per permettere ai polmoni di riempirsi di aria mentre la pancia si gonfia. Viceversa durante l’espirazione, cioè l'atto di soffiare, il diaframma si rilassa e salendo permette il parziale svuotamento dei polmoni.

È fondamentale che durante la fase di espirazione il nostro corpo sia il più rilassato possibile in modo tale da non generare inutili e dannose contrazioni muscolari che ostacolino il regolare processo. Tutto ciò lo si apprende attraverso numerosi specifici esercizi sia senza strumento che con esso. Otterremo benefici di carattere psicofisico come migliore ossigenazione del sangue o controllo di ansia e stress ma anche di carattere strumentale.

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Il corretto uso della respirazione diaframmatica approcciata all'uso dello strumento ci permette di migliorare la qualità del suono nonché degli attacchi, delle dinamiche, delle articolazioni e via dicendo. Ma soprattutto, il controllo delle comprensibili ansie da prestazione, nonché i cosiddetti "respiri musicali", aiutano a rendere l'esecuzione il più naturale possibile. La respirazione, appunto, deve porsi aldilà della semplice esigenza fisica.

L'espirazione avvererà semplicemente lasciando sgonfiare la pancia ed appoggiando l'aria nello strumento soffiando "in avanti" senza forzare la spinta ma rendendo il flusso d'aria veloce, stabile e costante accompagnandolo. La forzatura della spinta d'aria può causare iperventilazione e generare giramenti di testa. Col tempo, una volta acquisito il controllo della respirazione diaframmatica, essa accompagnerà la nostra vita quotidiana a prescindere dai contesti musicali e ritroveremo la naturalezza persa nel tempo.

Autore Luca Mozzillo