“By Heart” è il tuo nuovo album. Come è nato il concept del disco e quale messaggio vuoi trasmettere agli ascoltatori?
Ho cercato di inserire più brani miei in questo album, più vicini alla mia sensibilità. Inoltre ho registrato solo brani, tranne “All the things you are”, già pensati per strumento solista, con lo scopo di avere una maggiore coesione con lo strumento, più intima.
La traccia “Monsieur G.C.” è un omaggio al tuo maestro Gerardo Chimini. Quanto è stato importante per te il rapporto con i tuoi insegnanti nella tua formazione musicale?
È stato fondamentale per me Gerardo Chimini, le lezioni con lui erano memorabili. Mi suonava preludi di Debussy e composizioni di Ravel, lasciandomi ogni volta senza fiato per la sua bravura e passione. Lo stesso posso dire di Peo Alfonsi, il quale mi ha spinto a intraprendere una carriera da solista, gli sono estremamente grato, è l’insegnante che mi ha dato di più. Nei due dischi precedenti ho registrato due suoi brani che porto sempre live, ovvero “Pietre nuove” e “Inno”, e in questo album i due brani di Bach che ho registrato sono dedicati a lui.
Tra le tracce spicca anche “Echoes of Spain”, dedicata a Django Reinhardt. Cosa rappresenta per te questo gigante della chitarra jazz?
Django è il mio primo amore. Per me lui rappresenta il jazz e a mio avviso è fondamentale passare per lui per capire questo genere musicale. Non sarò mai grato abbastanza alla sua musica.
Hai definito la musica come un “atto d’amore”. Qual è il ruolo dell’emotività nel tuo processo creativo?
È essenziale, ma per veicolare e cercare di trasmettere le emozioni è fondamentale la tecnica, come diceva Al Di Meola.
L’album include sia composizioni originali che rivisitazioni. Come hai scelto i brani da reinterpretare e quali sfide hai affrontato nell’adattarli al tuo stile?
Ho cercato di inserire più brani miei in questo album, più vicini alla mia sensibilità, con l’obiettivo di avere una maggiore coesione con lo strumento, più intima. “All the things you are” è l’unico brano non pensato per strumento solista, e mi sono ispirato a Joe Pass per l’arrangiamento solistico.
Il Giappone è una meta importante per il tuo tour. Cosa ti affascina di questo paese e come pensi che il pubblico giapponese recepirà “By Heart”?
È un grande risultato, ne sono molto contento. Il mio sogno da ragazzino era di fare questo e dopo tanto lavoro ci sto riuscendo, ma il viaggio continua e bisogna fissare sempre nuovi orizzonti. Oltre al tour Giappone, in cui suonerò anche all’EXPO di Osaka a fine luglio 2025, farò altri concerti in Europa questa estate e questo mi riempie di grande gioia.
L’arte visiva ha un ruolo importante nel progetto, con la copertina realizzata da Ivan Bjorn. Come questa collaborazione ha arricchito il messaggio dell’album?
Ivan è un grande amico. Ci siamo conosciuti a Bergamo in una galleria d’arte dove suonavo e siamo diventati immediatamente amici. Gli sarò per sempre grato e sono sicuro che la nostra amicizia non sia un caso, ci siamo attratti a vicenda. La copertina è fantastica e non poteva rendere meglio il senso di intimità che il disco vuole restituire.