Già anticipato dal singolo "Se io fossi Magalli" feat. Papa Black Face, Pepp1 torna con un nuovo disco dal titolo "Giardini Pubici", disponibile su tutte le piattaforme digitali per Hukapan Records da venerdì 10 maggio 2024. Un'opera umida come un praticello estivo dopo l'irrigazione a schizzi regolari, un concentrato brevissimo - ma tutt'altro che precoce - di argomenti bollenti come il consenso, l'Abissinia del '35 e Giancarlo Magalli. In “Giardini Pubici” convivono con rispetto reciproco le sonorità Britpop e le irresistibili vibes da “Osteria Numero Mille”, elementi essenziali per raccontare quanto di più turpe è depositato nello scarico intasato di un'anima perversa.
Di poche parole, ma sempre quelle giuste, lo abbiamo intervistato.
1. Non sei anche un po’ stanco di dover sempre spiegare, raccontare e forse un po’ giustificare ciò che fai?
Non mi stanco mai di parlare d'amore, quindi no. Alla giustificazione preferisco un insulto ben assestato o uno dei miei innocentissimi balletti imparati in balera, più potenti di mille parole.
2. E se ci fosse da giusticare qualcosa nel tuo ultimo EP, Giardini Pubici, che cosa sarebbe?
Nulla, se non la carica eccessiva di affetto che mi porto dentro.
3. Milano è una città ironica, seconda te? Ti senti ben accolto anche in questo?
Milano è la città di alcuni fra i più grandi rivoluzionari del linguaggio paradossale in musica, da Enzo Jannacci ad Elio e le Storie Tese, passando per Cochi e Renato e per la scena del Derby. È il posto migliore in cui vivere, senza alcun dubbio. Il fatto di incidere la mia musica per l'etichetta degli Elii mi onora.
4. Il release party di questo disco sarà alla Corte Dei Miracoli a Milano. Che legame speciale hai con quel luogo?
Un legame fatto di sudore e notti intere passate a suonare in acustico i brani meno noti del White Album dei Beatles.
5. Il jazz, gli ambienti accademici e il creepy rock possono andare d’accordo una volta per tutte?
Sì, ma dormendo in camere separate.