Esce venerdì 21 giugno 2024 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di AL!S dal titolo "Addio per niente", un nuovo capitolo che ci avvicina all'uscita di un nuovo disco (fuori da venerdì 5 luglio 2024): un racconto personale e intenso, dedicato a chi non riesce a dire addio, che sviscera le dinamiche di una relazione tossica e non solo, in un brano atipicamente estivo.
E chi non ha avuto una relazione tossica a cui avrebbe voluto dedicare un walzer? Fiduciosi di avere tante cose in comune con lei, l’abbiamo intervistata.
1. In passato, cosa ti ha reso difficile dire addio, e a chi in particolare?
In generale non ho un grande rapporto con gli addi e le chiusure, che siano di una relazione, di un contesto, di un’amicizia: trovo difficile lasciare andare praticamente tutto, ma direi che il saluto più complicato sia avvenuto poco dopo il liceo, quando una mia carissima amica ha deciso di chiudere i ponti con me in maniera abbastanza brutale.
2. E che cosa, secondo te, rende una relazione tossica? La musica ti ha mai aiutato ad emergere o a sentirti completa?
Una relazione tossica, a mio parere, è una relazione priva di equilibri e rispetto reciproco, un ambiente in cui non batte il sole che ti trattiene dal crescere incollando le tue radici nel terreno;
In questo la musica mi ha dato una mano a comprendere molto di più sulle relazioni e sui tratti malsani che ci si possono nascondere dentro, oltre a permettermi di aprire il rubinetto del dialogo con me stessa, che ancora ad oggi rimane aperto e per questo e tanto altro la ringrazierò sempre.
3. E perchè definisci la tua idea di amare “un po’ cruda e sanguinolenta”?
Perché io amo e ho sempre amato in questo modo: raramente mi innamoro o mi affeziono, ma quando lo faccio mi strapperei la pelle di dosso, mi metterei davanti all* person* come uno scudo protettivo se necessario, mi prosciugherei da tutto il sangue se al mio partner fosse necessario. Amare e combattere per me sono e rimarranno sempre la stessa cosa.
4. Ti senti parte di una scena musicale indipendente? Ci sono dei luoghi a cui sei particolarmente legata delle tue parti, e che pensi creino effettivamente un giro di artisti che possano collaborare tra di loro?
Ci sono varie scene musicali indipendenti: sicuramente se dovessi ritrovarmi in una di esse mi ritroverei in quella più immersa nel limbo della frustrazione che alle volte non sa dove sbattere la testa, ma non mi sento particolarmente legata al mio posto
in quanto Firenze, mi sento legata alla mia zona in quanto le persone con cui collaboro sono tutte di qua e senza di loro non potrei fare niente di quello che sto facendo.
Sicuramente Firenze sta migliorando dal punto di vista di live per artisti indipendenti ma è ancora una città con la puzza sotto al naso che non si apre alle possibilità del mondo della musica quando dovrebbe.
Nonostante ciò ho avuto modo e spero di averne ancora per un po’ di collaborare con molti artisti validi delle mie zone e non vedo l’ora di conoscerne altri.
5. Ti ricordi ancora quando a 14 anni hai iniziato a studiare musica? Cosa ti ha fatto continuare fino ad oggi? Possiamo definirla una relazione riuscita?
La mia relazione con la musica è oggettivamente la relazione a lungo termine meglio riuscita nella storia delle mie relazioni - che comunque non sono molte ma vabbè, ci siamo capiti-: quando ho iniziato a studiare canto, poi in seguito qualche anno di pianoforte e chitarra, Musical e Cover Bands ho compreso quanto sforzo e dedizione mettessi in quello che stavo facendo, senza essere retribuita ma solo per lo scopo finale di liberarmi.
Penso di non essere una persona costante in praticamente niente- ho un abbonamento in palestra da un anno e ci sono andata solo due volte, per farvi capire- ma lo sono sempre stata nella musica, quasi come se me lo fossi promessa: o con lei o niente.