È prevista per domenica 30 giugno 2024 l'uscita del primo brano intitolato 'La rumba dei frammenti' del FMJazzDuo.

Come è nato il progetto FMJazzDuo?

Nella nostra collaborazione pluriennale, l’idea di lavorare a degli inediti si è affacciata piuttosto presto. Carlo ha cominciato a scrivere testi e musiche, gli arrangiamenti di Enrico hanno completato l’idea. Non ci accontentavamo più di fare solo concerti cover su standard jazz anche in collaborazione con altri, pur se questo impegno resta nella nostra attività musicale. Entrambi pensavamo a qualcosa di nostro e abbiamo iniziato con questo singolo.

Come definireste il vostro stile musicale e quali sono le vostre principali influenze?

Fondamentalmente siamo jazzisti e il nostro è uno stile jazz italiano, con contaminazioni latin. La classica, di base, rappresenta comunque un punto di riferimento per entrambi, tant’è che già in questo primo singolo si avvertono le nostre principali influenze (Bill Evans, Miles Davis, Jobim, ma anche Bruno Martino, Morricone). In tutte le nostre creazioni, troverete molte contaminazioni.

Potete raccontarci di più sul processo creativo dietro "La rumba dei frammenti"?

Il brano è nato, come abbiamo già accennato, da un tema di fondo: l’amore “celato”, nascosto, non conoscibile. È un fenomeno di cui si parla poco (spesso per ipocrisia), ma attraversa la vita di una grande moltitudine di persone. Forse tutti abbiamo o abbiamo avuto una storia d’amore vissuta o che vive ma che, per svariati motivi, dobbiamo nascondere, pur non essendoci, molto spesso, nulla di riprovevole. Molti di noi sono nati da un amore celato. Le parole (che sono state scritte prima della musica) vengono da ricordi passati, anche molto remoti e narrano una o più trame (non necessariamente personali), tenendo conto che i sentimenti sono quelli che contano. Il testo, infatti, parla di questi, non di una o più storie vere. Sono sensazioni cadute nell’astrattezza, pur se provenienti da situazioni reali lontane, che possono riproporsi nella storia reale di chiunque.

Perché avete deciso di pubblicare la versione strumentale del brano prima di aggiungere eventualmente una voce?

Questa è una domanda centrale e molto opportuna. Grazie. Come detto sopra, la lirica è stata scritta prima della musica, per cui dovrebbe avere la “precedenza”, ma noi abbiamo scelto di far parlare la musica per esprimere i sentimenti suscitati dalla lirica. Non è un caso che nel retro della copertina abbiamo pubblicato anche il testo. Secondo noi, la musica “recita” la poesia ed è come se la cantasse. Un esperimento per noi riuscito ma speriamo che lo sia anche per chi ascolta. Se ci sarà un apprezzamento anche in questo senso, sarà superfluo aggiungere una voce. Vedremo.

Avete menzionato che state lavorando a un progetto più ampio. Potete darci qualche anticipazione su cosa possiamo aspettarci?

La Rumba dei frammenti è il primo brano di un progetto molto ampio che ha come tema “l’amore celato”. Molto ampio perché stiamo completando un certo numero di brani che confluirà in un album. L’ampiezza del progetto, tuttavia, non è solo in questo: bensì anche nel fatto che alla base del progetto ci sarà sempre il tema dell’amore, ma non solo quello “celato”. Pensiamo a diverse altre declinazioni, come l’amore “negato”, “sottratto”, “infinito” ecc.. Sono solo indicazioni di massima, ma costituiscono già la nostra linea artistica. Arrivando a dodici brani, ad esempio, potremmo pensare di dedicarne tre ad ogni declinazione. Infine, non credo che saremo solo e sempre in due. È quasi certo, infatti, che cercheremo la collaborazione di un batterista e/o di un/a cantante come ospiti graditi (o altri). È un po’ presto per anticipare altro, ma abbiamo già delle registrazioni in mixaggio e potete aspettarvi, ovviamente, passione e tanta originalità.

Avete in programma delle esibizioni live per promuovere il vostro nuovo singolo e i futuri progetti?

Siamo all’inizio del percorso sopra tracciato, pur avendo già in preparazione altri brani di questo progetto. Inseriremo i nostri brani nelle scalette delle nostre esibizioni live. La rumba dei frammenti è già in scaletta e ne abbiamo già inseriti altri. Sarà questo, al momento, il modo di promuovere questo nostro singolo (e di altri che eventualmente decideremo di far uscire). L’uscita dell’album, invece – in un futuro che non vediamo tanto lontano: possiamo darci appuntamento alla prossima primavera – sarà l’occasione per un lancio importante: promuoveremo una serie di esibizioni live dedicate solamente al nostro lavoro. Sarà proprio un coronamento di tutto.

Qual è il messaggio principale che volete comunicare attraverso la vostra musica?

Si c’è un messaggio. Esso è contro l’ipocrisia, il conformismo, le visioni patriarcali e clericali dei rapporti umani. L’amore “celato” è un fenomeno costante e trasversale della vita. Spesso si rifiuta per puro conformismo e non se ne parla come fosse un tabù. Invece non sempre nell’amore che vive di nascosto ci sono cose riprovevoli e non sempre è solo il frutto di vigliaccheria, maschilismo e debolezza, conformismo clericale. Spesso l’amore si nasconde solo perché non verrebbe accettato dai più, ma se vive di nascosto, l’amore, è perché c’è. Come Piramo e Tisbe. Anche nelle altre declinazioni dell’amore (“negato”. “sottratto” ecc..) si annidano spesso conformismo, ipocrisia, disprezzo del genere femminile. Per noi l’amore è la vita stessa e dovrebbe essere vissuto liberamente e serenamente in tutte le sue declinazioni, quando non è “malato”.

Come vedete il futuro della musica jazz e classica in un contesto moderno e digitale?

Il contesto moderno e digitale non nega le tradizioni jazz e classica: in sé, la tecnologia, invece, aiuta la conoscenza. Semmai, noi un po’ più avanti in età, con i nostri curricula di studi provenienti da un’altra epoca, spesso facciamo fatica a stare dietro alle innovazioni tecnologiche. Ad esempio, solo quindici anni fa non era pensabile che una partitura musicale la si potesse legge sfogliandola con un pedalino, in un tablet grande come uno spartito; che la musica la possiamo scrivere on line, costituendo un archivio consultabile e modificabile anche in treno o al mare; che un corso di armonia si possa seguire on line pagando cifre ragionevoli (attenzione a scegliere bene i maestri). Potremmo andare avanti con gli esempi, ma ci preme sottolineare che nonostante tutte queste facilitazioni, alla base resta l’impegno dei giovani e la loro reale volontà di apprendere. Resta, cioè, l’antico principio intramontabile: si può imparare studiando e impegnandosi, nell’era digitale è più facile per tutti. Il futuro del Jazz e della Classica è legato a questa variabile; quindi, noi più anziani dobbiamo saper suscitare nei giovani curiosità, interesse e impegno.

Quali consigli dareste ai giovani musicisti che desiderano intraprendere una carriera nella musica jazz o classica?

Consigliamo ai giovani, innanzi tutto, di seguire corsi regolari di studio nei conservatori e negli istituti musicali, per qualsiasi strumento; di non avere fretta di salire sul palco, tutto arriverà per tempo; di vedere le tecnologie digitali come strumenti di crescita, non come sostitutivi della didattica. E poi di ascoltare musica, ascoltare, ascoltare e ancora ascoltare. Infine, ai giovani questa raccomandazione: vero che non tutti gli allievi sono geniali, ma anche i docenti non sono tutti bravi. Sappiateli scegliere fra quelli che riescono a darvi di più: li riconoscerete subito quando vi renderanno facile l’apprendimento.