É uscito su tutte le piattaforme digitali per Believe Music Italy (e in formato birra) il primo disco dei The Pax Side Of The Moon, fuori da venerdì 12 aprile 2024 per Hukapan (etichetta discografica indipendente e agenzia creativa di proprietà del gruppo musicale Elio e le Storie Tese): un primo e definitivo capitolo che segue oltre dieci anni di attività live. Prodotti da Elio e Le Storie Tese e definiti come “eredi illegittimi” del medesimo Complessino, i The Pax Side Of The Moon passano dal country fino al “soft metal” con assoluta nonchalance. Testi solidi, arrangiamenti non banali e ironia da cecchini sono il risultato degli anni passati a suonare davanti a un pubblico molto eterogeneo e poco incline alla benevolenza.
Siamo partiti proprio dall’inizio.
1. Come si sono formati i The Pax Side Of The Moon e che cosa c’entrano effettivamente i Pink Floyd con il vostro lavoro? E forse vi sarete anche stufati di rispondere a questa domanda…
Ok, vi raccontiamo la storia vera.
Ci chiama il batterista di una band di amici, si chiamano “Los Lopez”. Purtroppo manca qualcuno, hanno deciso di fare un concerto blues e si auto nominano “The Blues side of Los Lopez”. All’ultimo però dà forfait anche qualcun’altro. Insomma non c’è più nessuno. Noi non eravamo ancora una band, c’era Filippo Pax alla voce e percussioni, Ste Barbanti e Matteo Borghi alle chitarre acustiche. Praticamente in formazione “oratorio estivo”. Ma c’è urgenza e non possiamo mollare gli amici così.
Ci presentiamo come “The Pax side of the blues side of Los Lopez”
La gente apprezza il concerto improvvisato. Un tizio dal pubblico (scopriremo dopo che era un ex brigatista) ci disse: “chiamatevi The Pax Side of the Moon”.
Ok.
2. Qual è stato invece il preciso momento che vi ha fatto capire che dovevate avviare un progetto musicale a tutti gli effetti? Con distribuzione musicale, ambizioni etc…
Ogni volta che raggiungiamo un nuovo obiettivo, un palco un po’ più importante, un pubblico più grande, un concorso o una comparsata in radio, ci sembra di aver finalmente raggiunto l’apice della carriera. E improvvisamente siamo pronti a entrare in camerino per spaccare tutto, pippare dal sedere delle nostre groupie, ballare nudi e dare fuoco a centinaia di banconote.
Poi ci accorgiamo che noi non ce l’abbiamo un camerino.
E allora restiamo umili.
3. Quando sono nati i brani che compongono il vostro primo disco “Come guadagnare con la musica”? Vi ricordate che cosa stavate combinando e vivendo in quel periodo?
Stavamo grigliando. Quasi sempre.
4. Qual è stato il primo commento di Elio, quando ha ascoltato i vostri brani?
Quando lo coinvolgiamo si fa sempre una risatina, quindi non gli stiamo sul cazzo, questo ormai è certo. Il disco invece è difficile che l’abbia ascoltato per intero. Se l’ha fatto non ci ha detto niente e siccome è una persona molto cortese se non ci ha detto niente è perché gli faceva cagare.
Quindi speriamo non l’abbia ancora sentito.
5. Pensate sia finito il tempo per la musica “ironica” o che ci sia ancora spazio?
C’è spazio e c’è necessità. Immaginate un Eurovision in cui si ride invece di fare geopolitica passivo-aggressiva.
Un po’ di leggerezza in mezzo a tutti sti pali in culo. Non sarebbe bello?