I Cloudcaster sono un quartetto italiano. I loro ultimi singoli s'intitolano "Tempesta" & "Accabadora".

Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?

Dal punto di vista musicale abbiamo avuto tutti esperienze molto diverse, ma ci siamo coesi nella voglia di “emergere” dall’anonimato e di farci conoscere. La composizione e registrazione del nostro primo album ci ha molto uniti in tal senso, crediamo sia stato il nostro vero e proprio inizio, nel quale ci siamo conosciuti più nel profondo e siamo diventati un “gruppo”.

Sono usciti i vostri singoli “Tempesta” e “Accabadora”. Ce ne volete parlare?

“S’accabadora”, in italiano “colei che finisce”, è una figura tra mito e realtà, legata alla tradizione sarda, il suo compito era quello di porre fine alla sofferenza procurando una morte rapida e indolore. L’accabadora non veniva considerata un’assassina, ma una persona che compiva un gesto amorevole e pietoso per il malato sofferente. “Tempesta” è un brano di matrice più post-rock rispetto agli altri, nel quale vogliamo rappresentare il conflitto interno che si vive nel dover scegliere di dover lasciare un luogo o una situazione per un futuro migliore. Questa copertina realizzata da Salgaja, vuole rappresentare il “dolore” che si prova quando si lascia un luogo caro che ti fa sentire “svuotato”. La figura centrale dell’immagine cerca di riempire il vuoto con quello che trova, ciò simboleggia il tentativo di portare un luogo importante sempre con noi. Entrambi i brani trattano tematiche a noi care ma lasciando sempre spazio all’interpretazione dell’ascoltatore.

Cloudcaster

Quanto conta secondo voi la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

La passione è l’ingrediente principale, la costanza e la motivazione sono anch’esse imprescindibili se si vuole crescere e avere una certa continuità. Noi crediamo anche che ci siano altri aspetti utili, per esempio il “saperci fare con le persone” e una buona dose di autenticità e originalità.

Qual è il messaggio che volete comunicare attraverso la vostra musica?

Vorremmo comunicare la nostra fame di emozioni, il dinamismo dei cambiamenti e dei mutamenti che avvengono tramite esse. Per questo cerchiamo di utilizzare atmosfere evocative e talvolta “divergenti”, per poter ampliare il raggio d’azione e per far immergere gli ascoltatori. Vorremmo dare voce ad argomenti a noi cari, urlare ciò in cui crediamo ed esprimere ciò che non riusciamo a comunicare a voce alta. Più di tutto, vogliamo che le persone che ci ascoltano possano immedesimarsi tramite le loro esperienze tutte diverse, seguendo il filo dei nostri brani.

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Com’è il vostro rapporto con il web e i social?

Il nostro rapporto con i social è abbastanza scarso, purtroppo siamo quasi tutti abbastanza allergici alla scrittura di post non richiesti e non siamo neanche il tipo di persone che pubblicano ogni due per tre foto o video divertenti; per cui con il nostro progetto musicale abbiamo anche dovuto imparare ad utilizzare questi canali di comunicazione che in realtà possono essere molto utili per farsi conoscere.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

Stiamo lavorando a nuovi pezzi che ci possano rappresentare sempre di più, trovando gli ingredienti giusti da ogni membro del gruppo per poter comporre dei brani il più possibile“amalgamati” e coerenti con la nostra idea di musica, e speriamo anche di poter tornare a suonare presto dal vivo perché sentiamo parecchio la nostalgia dei concerti.