Le composizioni possono portarti con la mente in posti lontani, e attraverso il suono del pianoforte ancora di più. E’ quello che riesce a fare Dario Crisman con le sue composizioni al pianoforte. All’attivo c’è il suo ultimo disco ‘’Oltre’’, che è da ascoltare assolutamente.
Quali sono stati i tuoi studi musicali?
Ho iniziato a suonare il pianoforte da piccolo, spinto da mio padre. Poi ho proseguito gli studi di pianoforte classico dando gli esami in conservatorio e, attorno ai 20 anni, ho iniziato con le prime esperienze creative a studiare per conto mio la composizione.
La composizione ha un ruolo fondamentale nella tua vita. Cosa ti ispira maggiormente?
Ho attraversato diverse fasi, a seconda del periodo di vita in cui mi sono trovato. Ora come ora direi che l’ispirazione è più un bisogno di trovare risposta ad un’esigenza interiore. Nei miei brani continuo a parlare di me, dei miei stati d’animo, ma cerco anche di dare un colore ai ricordi, alle immagini, cerco di fissarle nella memoria ed in qualche modo di comunicare agli altri la sensazione che provo. Comunque, per me vale sempre il principio di dare una forma compiuta ad ogni brano, cerco sempre di mediare l’impulsività dell’atto creativo con il rispetto di un’esigenza estetica e formale, almeno per ora.
Hai pubblicato un album dal titolo ‘’Oltre’’. Ce ne vuoi parlare? Dove è possibile trovarlo?
Si tratta di un lavoro per me importante perché arriva in un momento della mia vita in cui si tirano un po’ le somme di ciò che si è e di ciò che finora si è fatto. Sono 15 brani legati grossomodo da un unico filo conduttore, anche se all’ascolto possono sembrare abbastanza diversi. Tutti i brani sono stati composti in pochissimo tempo l’anno scorso, di ritorno da una vacanza alle Canarie e mi trovavo in un momento particolarmente favorevole dal punto di vista energetico e creativo. Ci sono dei brani nell’album, come Abades e Spring tones ad esempio, nei quali credo di essere riuscito a tramandare questa energia positiva. Poi ce ne sono altri come “Your soul told me” che, invece, hanno un contorno più sfumato ed intimistico; altri ancora, come “Time”, ad esempio, hanno una trama decisamente più nervosa e vogliono volutamente sottintendere un mio stato d’animo diverso ed una certa tensione emotiva. L’ album lo possiamo trovare in download digitale su tutte le consuete piattaforme di distribuzione, mentre il cd fisico è in catalogo presso la mia casa discografica, la “Blue Spirals Records”.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
In questo momento le cose per me stanno un po’ cambiando rispetto ad un anno fa. Mi trovo adesso ad avere meno tempo di quanto speravo e volevo, perché non mi occupo solo di musica ed ora devo sottostare ad altre necessità che mi impegnano. Comunque, la priorità va per ora sempre alla composizione di nuovi brani, perché sento che devo completare un certo percorso iniziato due anni fa con la pubblicazione del mio primo album “Impressioni” e continuato con “Oltre”. Sto cercando anche di comprendere come muovermi nel futuro per far si che la mia musica possa venir condivisa da un numero maggiore di ascoltatori.
Cosa pensi del panorama musicale italiano attuale?
Se intendiamo parlare del mio settore, il modern classical pianistico, direi che c’è grande fermento e tantissimi artisti che producono musica di pregio. Tanto per dire, ultimamente mi capita di ascoltare soprattutto su Spotify varie playlist internazionali di pregio, dove scopro che spessissimo sono stati inseriti brani di molti artisti Italiani. Inoltre, alcuni report di gradimento stilati da importanti riviste e siti internet specializzati hanno riportate, per il 2018, parecchi nomi di musicisti Italiani noti o emergenti.
Cosa bisognerebbe trasmettere agli artisti emergenti per far si che divulgano la musica originale?
Se potessi dare un consiglio, direi di ascoltare sempre il proprio cuore, e di fare le cose in modo tale da soddisfare in primis se stessi. Credo poi che ogni musicista possa produrre buona musica propria originale se ci dedica il tempo necessario ed accetta la sfida di mettersi alla prova. La creazione di una propria musica personale a volte può essere impegnativo, perché la creatività “buona” arriva quando arriva e non ti preavvisa. A volte te ne arriva fin troppa, altre volte sembra inesistente, ma poi se sai aspettare ritorna. Direi di ascoltare le proprie necessità interiori, almeno per me questa è la regola numero 1, ma questo vale se fai una musica di nicchia come faccio io adesso, dove non ci sono esigenze commerciali pressanti. Poi, credo valga la pena di darsi la possibilità di essere “unici”, nel senso di tentare almeno un approccio personale: ad ogni modo io nelle cose che ho fatto ci ho messo sempre il cuore e continuerò a farlo.
Come vedi il futuro della musica?
Molto produttivo. Sicuramente c’è adesso una super-offerta di tutto e spesso si dice che ci sia poca qualità. Io credo che questo possa forse anche esser vero per la solita musica commerciale, che comunque io rispetto anche per averla fatta molti anni addietro e non la rimpiango affatto. Ma comunque oltre a questo esistono un miriade di fenomeni di nicchia che sono strabilianti per qualità artistica e per freschezza e novità del prodotto offerto, basta armarsi di pazienza e cercare. La rete almeno questo lo permette, con un po’ di ricerca ognuno può trovare la propria musica ideale, magari prodotta da artisti sconosciuti che stanno chissà dove, ma c’è di tutto. E questo mi conforta e mi fa ben sperare per il futuro.