Francesco Capriello, pianista, tastierista e compositore, ha collaborato con Capone BungtBangt, e la band Batà Ngoma. La sua band storica è Radical Kitsch, con cui propone musica originale.


Ci approfondisci i tuoi studi musicali?


Ho conferito il Diploma/Laurea compimento inferiore di Pianoforte Classico al Conservatorio San Pietro a Majella, Napoli; il Diploma in solfeggio al Conservatorio San Pietro a Majella; un Attestato di Pianoforte Jazz e un Attestato Pianoforte moderno presso Accademia Musicale Musicisti Associati.


Hai fatto esperienza da solista, hai suonato in vari gruppi, come Capone BungtBangt, Radical Kitsch e Batà Ngoma. Quali sono le esperienze più significative?


Ogni progetto ha una sua specificità e un suo linguaggio che mi ha arricchito. Sicuramente il concerto all’ Opera House del Cairo con i Bungt resta un’esperienza forte che non dimenticherò. Ma anche con i Radical Kitsch, band che ho fondato con Gianluca Capurro e Giovanni Conforti, è stata significativa l’esperienza che abbiamo fatto con il mitico Eddie Kramer con il quale abbiamo collaborato al disco Limo. Importante e arricchente resta la colonna sonora che ho scritto per il film il Manutentore diretta da Claudio D’avascio. Ne potrei citare altri mille per il semplice fatto che la vita di un’artista è ricca di emozioni.


Napoli è la città dove hai mosso i tuoi primi passi nel mondo della musica. Che stimoli ti ha dato? Consideri ''Napoli'' una città musicale? Offre opportunità per un artista che vuole emergere?


Napoli è una citta straordinaria e ricca di cultura e di mille contraddizioni, una citta in cui ci trovi la vera bellezza. Un’artista non può che nutrirsi di tutto questo. E’ una citta musicale e non solo; basti pensare alla musica Classica Napoletana, patrimonio dell’umanità. Ancora oggi pullula di artisti. Le opportunità a Napoli sono poche poichè la città, come del resto Roma e Milano, risente della crisi culturale e di investimenti che oggi viviamo. Nessuno investe più nella musica, nessuno rischia. Non ho una ricetta, credo che se si tornasse a cercare la bellezza, l'estetica si potrebbe cambiare questa tendenza. Le opportunità nascono da un'intellighenzia collettiva, da un modo di pensare.


Quali sono i tuoi progetti attuali e per il futuro?


Un progetto impegnativo. Un doppio disco che , da un lato, raccoglie tutti le canzoni che ho scritto per vari artisti negli ultimi dieci anni, riarrangiate e cantate dalle più belle voci femminili in circolazione a Napoli, e dall’ altra un disco strumentale di mie musiche con protagonista il pianoforte.


Riguardo la diffusione della musica inedita nella società attuale. Quali sono le difficoltà per un cantautore o un gruppo musicale di proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?


Le difficoltà sono strutturali. L’Italia non crea strutture adeguate e non investe nella cultura da troppi anni. Gli artisti devono confrontarsi con strutture non adeguate e personale non specializzato. Solo a certi livelli è tutto più semplice.


Autoprodursi oggi. Qual'è la tua visione?


Autoprodursi è una strada percorribile perchè i costi lo consentono. Ma sempre a veri musicisti o a veri compositori. Bisogna avere in ogni caso una certa esperienza e professionalità. Chi non ce l'ha dovrebbe affidarsi a veri Musicisti. L'Arte non è per gli improvvisati. In questo senso è possibile fare musica "indipendente" e questo secondo me è un aspetto positivo del progresso tecnologico.


Come vedi il futuro della musica?


La musica gode e godrà sempre di ottima salute, bisogna capire il mercato quando uscirà dallo stallo in cui si trova. E soprattutto c’è bisogno urgentemente di una regolamentazione del digitale. Oggi è tutto a favore delle piattaforme. Questo rende difficile la vita di un’Artista.