La band D.I.P.S è formata da giovani musicisti motivati ed entusiasti di fare musica. Nel 2018 è nato il loro primo progetto: un EP formato da tre canzoni originali, tra cui ‘’I don’t know why che comunica temi di libertà e spensieratezza.
Da dove deriva il nome della band D.I.P.S?
Deriva dall'esigenza di trovare un nome breve, monosillabico, che si potesse pronunciare senza troppo impegno. Poi ci abbiamo aggiunto i punti, in modo da dargli un alone di mistero, come la nostra musica: ad un primo ascolto può essere apprezzata con leggerezza, ma se si scava a fondo si trova molto di più.
Qual è la vostra storia e che musica fate?
È nato tutto con una semplice cover piano e chitarra acustica di Imagine di John Lennon, e poi dopo due anni di duro lavoro ed un cambio di formazione ci siamo ritrovati a suonare le nostre canzoni davanti a centinaia di persone. La nostra formazione (basso, batteria, chitarra e voce) trasuda rock classico da tutti i pori, ma il nostro obiettivo è allontanarcene il più possibile. Non toglieremo mai il pedalino dell'overdrive dalle nostre pedaliere, ma ci sentiremmo superflui a non cercare di creare qualcosa di nuovo con i mezzi a nostra disposizione. Nelle nostre scalette compaiono comunque un buon numero cover, ma ci siamo cimentati nel riarrangiamento di canzoni di questo millennio, tra i cui autori spiccano Avicii e Martin Garrix.
Qual è il messaggio che volete trasmettere con la vostra musica?
La decisione di intraprendere questo percorso artistico è nata nel momento in cui ci siamo resi conto che nella musica c'era un vuoto che nemmeno ascoltando tutta la musica al mondo saremmo riusciti a colmare. Se ti piace quello che si cela dietro ai nostri pezzi, ascoltali, se non ti piace non farlo. L'unica certezza è che non troverai i D.I.P.S. da nessuna altra parte.
Quali sono i progetti attuali e per il futuro?
In realtà non parliamo mai di progetti futuri, siamo sostanzialmente sempre al lavoro per portare la nostra musica dove merita di essere. Scriviamo nuovi pezzi, arrangiamo nuove cover, organizziamo nuovi eventi, non ci fermiamo mai. Probabilmente è questa la chiave, non fermarsi mai. Il giorno in cui scopriremo dov'è il pedale del freno sarà il giorno in cui premeremo più a fondo l'acceleratore!
Riguardo la diffusione di musica inedita, quali sono le difficoltà per una band che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?
Le difficoltà maggiori nella comunicazione con i locali nascono dal fatto che questi ultimi non hanno garanzie riguardo alla moltitudine di band che si propongono. Infatti quello che noi stiamo cercando di fare è, con molta costanza, suonare il più possibile e raccogliere materiale da mandare ai locali, grazie anche alle persone che vengono a vederci!
In che modo il web e i social possono essere utili per farsi conoscere come band?
Nel momento in cui è nato questo progetto abbiamo capito che il musicista del 21esimo secolo deve essere innanzitutto bravo a comunicare. È un esercizio costante, la ricerca dei contenuti e delle parole che stimolino il pubblico a seguirti, l'idea che non c'è più la band ed il suo pubblico, ma è un tutt'uno, senza l'uno non può esistere l'altro e viceversa.
Come vedete il futuro della musica?
Il mondo della musica è ricco di stimoli. Apri youtube e ti ritrovi davanti gente con strumenti mai visti prima o che si sono costruiti da soli, su spotify artisti che cercano di mettere insieme generi che nessuno sarebbe mai riuscito ad incastrare. È stimolante sapere che non bastano più una chitarra e 4 accordi per fare colpo sull'ascoltatore, perchè ti porta a scervellarti per trovare nuove soluzioni, qualcosa di mai sentito prima. È vero, i momenti di blocco e di frustrazione sono numerosi, ma è proprio grazie a chi ci ascolta che troviamo l'ispirazione che manca.