Il cantautore Michele Barbato ha recentemente presentato al pubblico il suo nuovo EP intitolato "Il Tempo dell’Odio". Al primo ascolto, emergono subito la vivace ironia e la leggerezza con cui affronta tematiche anche delicate, caratteristiche che contraddistinguono il suo stile unico.

Le tracce dell'EP, tre in tutto, sono intrise di un'energia contagiosa, offrendo agli ascoltatori un'ampia gamma di suoni e una piacevole sorpresa ad ogni brano.

Partiamo da "È Turnato lu padrone", il primo brano dell'EP. Esso emana una vitalità particolare, quasi irresistibile. La percussione incalzante invita inevitabilmente alla danza, mentre il testo racconta con vivacità e intensità. Barbato riesce a trasmettere un senso di vitalità e di urgenza, spingendo l'ascoltatore a immergersi completamente nella musica e nelle parole.

Con "Zomba", ci si trova immersi in un vortice di suoni che evocano una strana malinconia, ma al contempo una sensazione avvolgente. Il connubio ritmico degli strumenti crea un'atmosfera unica, capace di catturare l'attenzione dell'ascoltatore sin dalle prime note. Qui Barbato dimostra la sua maestria nel giocare con le tonalità e le armonie, regalandoci una canzone che sa emozionare e coinvolgere.

Con "Stop Frameworks", l'atmosfera si fa più cupa e introspettiva. I cori iniziali e le sonorità più oscure mescolano sapientemente ritmi world music con influenze elettroniche, creando un brano che si distingue per la sua profondità emotiva. Qui Barbato si spinge oltre, offrendoci una prospettiva più malinconica e riflessiva, capace di toccare le corde più intime dell'animo umano.

"Il Tempo dell’Odio" si pone come un inno alla world music, utilizzando una varietà di strumenti che va dalle chitarre classiche ed elettroniche alle percussioni e sintetizzatori, creando una miscela eclettica di suoni unici che donano un carattere poliedrico e vibrante.

La voce riconoscibile di Barbato conferisce un tocco di autenticità a ogni traccia, mantenendo intatta la sua personalità. Attraverso le sue melodie avvincenti e i testi profondi, Barbato ci invita a riflettere sullo stato attuale del mondo, sottolineando come sia ancora dominato dall'odio e dalla violenza.

Si chiede perché i valori fondamentali dell'umanità, che hanno guidato il progresso e il benessere sociale, vengano ignorati a causa di eventi che mettono in discussione questi principi. Si domanda se ciò sia dovuto a scelte insensate e alla diffusione di un clima di odio. Sottolinea che in una società democratica non dovrebbe mai crescere una cultura così negativa. Afferma che l'odio non può essere combattuto con più odio, c’è bisogno di comprensione e dialogo.

Insomma, il suo messaggio è chiaro e rassicurante: l'odio può essere combattuto solo con l’amore, la voglia di comunicare e l’apertura verso gli altri, al fine di trovare una via verso la pace. La soluzione ai problemi deve passare attraverso il rispetto reciproco e l’unione, non attraverso la divisione e l'odio.

L'EP è disponibile dal 9 febbraio 2024 su tutte le principali piattaforme digitali.

Chi è l’artista?

Michele Barbato ha studiato flauto traverso, chitarra classica ed elettrica, musica elettronica, composizione classica ed elettroacustica. Ha formato il gruppo "APAX" negli anni '80 partecipando a numerose rassegne rock. Negli anni '90 propone con M. Ricciardelli il progetto “Solleone” e successivamente il gruppo Tamburanova.

Diversi concerti in Italia e all'estero e registrazioni: “Così cantò Partenope”, “Mamma de' Galline mie”, “Fuyte Zingari! Arrivano 'e musicante". Collaborazioni: G. Mauriello (NCCP), F. Faraldo (NCCP), F. Tiano (Musicanova), Teatro San Carlo, Gusta Minori, Danza Nova, ecc. Concerti di musica classica con repertorio classico, contemporaneo ed elettroacustico. Ha pubblicato un libro di lirica dal titolo "Pensieri Vesuviani".

Propone contenitori culturali come "Folclori D'Italia", "Miki At Folk", ecc. Oggi le sue performance mirano ad aggregare, in modo sintetico e divergente, le varie esperienze acquisite nella forma della canzone. Tuttavia, il modo olistico di osservare e raccontare il mondo è il carattere essenziale di questo tipo di artista il cui stile è trascendere forma e contenuto senza limiti come un certo spirito della “World Music” o la musica di ispirazione Dada.