Just in case significa letteralmente “nel caso in cui”. Spulciando il Cambridge Dictionary si legge “proteggere contro qualcosa di brutto che potrebbe accadere”. Non stupisce quindi che il progetto Jazzincase abbia scelto questo gioco di parole come nome e come ipotesi stilistica. Il jazz come trincea di difesa contro il presunto deteriorarsi della qualità musicale oppure come piccolo rifugio quando si vuol fuggire dalla realtà routinaria.

Qualunque sia la spiegazione, il progetto smooth jazz ritorna con un nuovo lavoro “The second”. E anche adesso bisogna soffermarsi sul titolo: the second rappresenta il secondo album e cova in sé una continuità temporale e stilistica che getta però le basi su un futuro tutto da scrivere. Ed è scontato che sia così: lo smooth jazz è di per sé un genere in perenne evoluzione. È un enorme calderone pieno di influenze stilistiche derivanti dal jazz e dalle più disparate sfaccettature della musica leggera. Nasce come versione radiofonica del jazz, mainstream ed accattivante. Cura del suono e mire espansionistiche ne fanno un riparo sicuro per palati più o meno fini. Su questo canovaccio stilistico si stende The Second: cinque inediti e sei cover che compongono un album ambizioso.

Anticipato dal singolo “Beautiful like me (a paper doll), traccia intima e dedicata ad una persona speciale, l’album si apre con The Game. È l’elogio della magia dell’amore, del tenero e frizzante gioco che lega due persone, tra progetti e piaceri semplici. La già citata Beautiful like me è la storia di una ragazza come tante in lotta con i canoni estetici pubblicizzati dai media. È perla dell’album per intensità e testo. È la forza di poter scegliere sé stessi oltre vanità e perfezione. È la richiesta di libertà gridata da una gabbia d’oro. Cover me è traccia complessa, incentrata sul valore della musica come rifugio, capace di donare nuovi slanci ad una vita che a volte può sorprenderci o annoiarci. È la storia della bellezza che libera il cuore. Missis Hyde affronta il difficile tema della dipendenza, dalla futile illusione di libertà alla disperata realtà. Testo in francese, delicato e decadente. C’est un chat (probable) è un ironico atto d’accusa alle cure della vita, alle mille stupidaggini che rubano il nostro tempo.


Li abbiamo incontrati per alcune domande.


  • Quali sono le influenze musicali della vostra musica? Siete entropici per definizione ma a chi sentite di dover dire grazie (musicalmente parlando)?

Onestamente? Tutte e nessuna, veniamo tutti da percorsi di vita e musicali diversi. Chi si è dedicato di più al mondo degli inediti, alla ricerca della propria novità e chi invece ha viaggiato il mondo nelle tournèe pop, jazz, drum'nd bass...il pop sicuramente, nel nostro "parlare e confrontarci" di musica ha la meglio e subito dopo il jazz in tutte le sue sfaccettature. Personalmente adoro Luis Armstrong, Ella Fitzgerald, Diane Reeves, Jamiro Quai, Annie Lennox, I Police e poi Sting, Prince e la dance anni '70 e moltissimi ancora, come poterli nominare tutti senza rischiare di fare un elenco lunghissimo ma...quell'elenco ci appartiene, come appartiene al mondo dello smooth jazz che prova a trovare una commistione con tutto, che trovo /troviamo entusiasmante, emozionante, energetico, affascinante, evoluto, passionale, intrigante. Quindi grazie ad una marea di artisti ma siccome ho capito che ne vorresti uno in pole position ti dico con certezza che mentre per il mondo internazionale sarebbe una lotta, per quello che riguarda l'Italia siamo tutti d'accordo, ma d'accordo, d'accordo!!! Fabio Concato!

  • The second è il vostro secondo lavoro. È stato più difficile proporre un nuovo approccio musicale a fan che vi conoscevano o ogni album resta figlio dei lavori precedenti?

In primis, il figlio, è jazzincase. E il proponimento di non farcene una colpa se facciamo un cambiamento. "the Second" è diverso da "Bonbon City", e lo è stato "volutamente". jazzincase non è un gruppo musicale ma un progetto di lavoro comune e quindi destinato a cambiare. I nostri fan? Si sono adeguati subito curiosamente. Il precedente allegro, frizzante, più leggero per certi versi sia musicalmente che nelle liriche, per quello che riguarda gli inediti. Il bimbo piccolo che fa tenerezza proponendo parole e note di intelligenza acuta, ballando divertendosi da matti. "the Second" è più massiccio, adolescente, pensa all'odierno oggettivo, psicologico, mediatico, crudo,  ma combattendo molti di questi aggettivi trattando i temi anche in terza persona... rispondo: secondo noi i fan vanno accompagnati, li devi far entrare nella tua musica, accompagnare per mano. Lo smooth jazz è tutto ed il contrario di tutto, come una donna, come una persona in evoluzione continua. Una vera bellezza!

  • Partiamo dalle cover che avete inserito nel disco. Sono tracce che amate o quelle che più si avvicinano al vostro stile musicale?
  • Every breath you take. Avete confezionato una versione delicata e sognante di una pietra miliare. Come si può secondo voi essere convincenti con una cover? Esiste la ricetta vincente per essere se stessi senza snaturare o scopiazzare la versione originale?

Rispondiamo ad entrambe. Le cover sono state scelte tra quelle che amiamo senza mai precludersi la possibilità di sconvolgerle a modo nostro. Bisogna avere coraggio, talvolta chiudendo gli occhi. Mai pensare che non possano esistere dopo l'originale, se no sei fritto. Già nel precedente, trattando la translazione dal pop, c'era contenuto " back to black" della grande  Amy Winehouse. Quando le note sono belle, anzi bellissime, stravolgerle, usarle, può diventare un plus assoluto. Noi ci proviamo con la nostra chiave di lettura , l'abbiamo sperimentata poi adottata in "Bonbon City" con cautela e un pò di timidezza,  e oggi in" the Second" ci siamo allargati, utilizzando il nostro modo di riviverle come metro di espressione, di sinergia con gli editi . Why not? Yes we can! "Every breath you take" meritava un ballo tra innamorati, coinvolgente e lento dove le parole, a dispetto del fantastico originale, potessero sciogliersi un pò di più, muoversi tra le note jazz del piano e una ritmica meno serrata. Un ballo tra innamorati lento e sussurrato a tratti, a tratti più intenso...

  • Beautiful like me (a paper doll) è traccia difficile, che tratta con ferma delicatezza il difficile tema dell’apparire e del rapporto con le proprie debolezze. Siamo così indifesi dinnanzi i venti della vita?

Più che indifesi non prendiamo le nostre difese. La società ci mette di fronte e mediaticamente, reiteratamente, ossessivamente a dei modelli impossibili, inarrivabili. I giovani, in special modo, e sempre di più, hanno problemi di disfunsione alimentare tra anoressia e bulimia. la ricerca della bellezza assoluta, distorta dalla carta patinata, dal successo veloce, istantaneo, il narcisismo come modello. Rincorrere tutto questo è distruttivo, inevitabilmente. la nostra vera bellezza è riconoscersela ogni giorno, proponendosi di viverla per ciò che è che non significa proprio accontentarsi, tutt'altro. È la nostra vera forza interiore, è il senso della vita.

  • The game è un inno all’amore. È la più “cinematografica”. Vi piacerebbe scrivere qualcosa per il cinema? Pensate si possa adattare al vostro stile?

Assolutamente si! sarebbe fantastico, per un team di lavoro una grande scommessa in musica. Un sogno? Scrivere per Jim Jarmush, David Lynch, Woody Allen...

  • Cover me è una delle tracce in cui la vostra ricerca della bellezza come forza capace di cambiare le carte in tavola è più forte. C’è bisogno di bellezza nel mondo. Voi come artisti cosa proponete di concreto?

Scriverla, provare a trasmetterla in più sfaccettature per dare una gamma di comprensione multipla a più anime, cuori, vissuti, passi nel mondo. "Cover me" è nata da un sms ricevuto in piena notte da un numero sconosciuto "vorrei essere il tuo lenzuolo per poterti avvolgere, stanotte, amore mio"  E ho detto tutto. Alzarmi, e scrivere coerentemente un testo che avesse la sensazione del messaggio ricevuto e la realtà del dolore del momento. La moglie di Lot che allontana il marito dicendogli di non voltarsi per non diventare una statua di sale e l'abbraccio leggero, impalpabile, dell'innamorato...le due emozioni apparentemente differenti si riuniscono in un concetto filosofico e di vita importante: se davvero ami una persona la devi lasciare libera e andare via se lo desidera. Questa è la bellezza dell'amore assoluto.

  • Quali sono i progetti nel cassetto? Cosa dobbiamo aspettarci?

Il terzo album, ci stiamo già lavorando, top secret e farci conoscere ancora di più con amorevole determinazione.

  • Con chi vorreste collaborare? E perché?

Questa è una domanda difficile ... ognuno di noi direbbe la propria...e sarebbero tanti ognuno rappresenterebbe un'esperienza diversa e multimusicale da non perdere, non vorrei io personalmente essere messa di fronte ad una scelta...aiuto!!!

  • Il vostro rapporto con i live. Chi è il vostro pubblico?

Il nostro pubblico sono indubbiamente persone dai 35 in su ma inaspettatamente anche tutti quegli adolescenti cresciuti con genitori che li hanno accompagnati con la loro musica, tutta, anche il jazz o il rock, lo swing, il pop inglese e americano d'eccellenza, la dance...quelli che hanno, insomma , le orecchie allenate a tutta la musica. Siamo noi che ci spingeremo oltre (e ho svelato una segreto).

  • Consigliateci un disco e un libro.

Anche a questa domanda: aiuto! Ok....rispondiamo:Un disco " breakfast in America" dei Supertramp e un libro "I miei martedi con il professore" di Mitch Albom. Però questa domanda non vale!!!

A cura di Francesco Pastore