Il gruppo musicale No One No More con Tommaso Uncini, Marco Punzi, Davide Cason e Patrizio Balzarini ha pubblicato un nuovo album dal titolo "No One No More", rilasciato dall'etichetta discografica Ipogeo Records.

Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?

Ognuno ha la sua esperienza personale, che diventa parte del vissuto collettivo del gruppo. Come unica entità, sicuramente il condividere live, sessioni in studio, ore di prove a cercare nuove soluzioni, ma anche il tempo trascorso insieme tra un’attività e l’altra; un gruppo si forma anche nei momenti di svago, l’attesa prima di un concerto, le pause durante le registrazioni; ogni momento va vissuto insieme.

È uscito il vostro nuovo album "No One No More". Ce ne volete parlare?

E’ un album che nasce dopo tre anni di attività live, e rappresenta una parte della nostra idea musicale. Abbiamo racchiuso qui i brani, tutti originali, due per ognuno di noi, che avevamo più urgenza di fermare, ma abbiamo molte altre sfaccettature da poter far sentire. Abbiamo voluto valorizzare l’idea di gruppo, sia nella scrittura che nell’esecuzione dei brani, dove ognuno ha il suo momento di protagonismo, ma sempre in funzione degli altri.

Copertina No one no more

Sono previsti del live?

Stiamo organizzando le date per il 2024; vivendo tutti lontani dobbiamo concentrare i concerti in brevi periodi, ma questo aiuta a creare dei piccoli tour da sfruttare al meglio, e in cui possiamo anche lavorare al nuovo materiale.

Quanto conta per voi la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

Sono tre aspetti fondamentali, soprattutto la costanza, a cui aggiungerei la pazienza. Si possono avere grandi piani, ma bisogna anche essere consapevoli di chi si è e del contesto in cui ci si trova, e capire che alcune cose crescono lentamente, solo se ci si dedica tempo e cura, appunto con pazienza e costanza. Per questo la motivazione a continuare deve sempre essere presente, e bisogna essere mossi da una passione bruciante, senza mai perderla.

Qual è il messaggio che volete comunicare attraverso la vostra musica?

A nostro parere questo è un messaggio verso i musicisti che si sentono intrappolati in una forma o un suono “tradizionale” del jazz. Non dovrebbero avere paura di sperimentare con alcune forme di composizioni che potrebbero scostarsi dalla canonica tradizione del jazz conservativo. Inoltre, è un messaggio diretto al pubblico che ha spesso delle aspettative ben radicate riguardo al suono che ci si attende da un quartetto jazz come il nostro. Con i nostri mezzi, cerchiamo di rendere l'ascolto del jazz moderno, sia italiano che europeo, più sorprendente e avvincente, incoraggiando l'ascoltatore ad esplorare aspetti inaspettati e curiosi.

Com’è il vostro rapporto con il web e i social?

Essendo tutti appartenenti alla generazione millennials abbiamo un rapporto coi social abbastanza ambivalente. Sappiamo che è uno strumento fondamentale per diffondere la nostra musica ad un’audience che ancora non ci conosce, ma che potrebbe essere alla ricerca proprio del nostro suono, sia tenere attive e incuriosite le persone ci seguono da tempo. Ma normalmente preferiamo usare il nostro tempo ed energie nel comporre brani nuovi o trovare dei modi diversi per elaborare i brani che già abbiamo composto e registrato, anziché dedicarci esclusivamente alla gestione dei social media.

Cosa possiamo aspettarci per il futuro?

Sicuramente un disco nuovo, con nuovi approcci compositivi e di interplay, ma prima vorremmo portare la musica di “No One No More” dal vivo nei jazz club e nei teatri in modo da vedere la reazione dal vivo e suonare con l’elemento fondamentale che rende la musica jazz così viva e d’impatto, l’interplay dei musicisti sul palco col pubblico.