Se decidessimo di trovare un modo di intenderci alternativo alla consuetudine, sicuramente la musica occupa un posto che per quanto viene praticata, ascoltata e quindi considerata tra le cose comuni quotidiane che fanno parte della nostra vita, ha una valenza intrinseca alla comunicazione usuale.
Lo si nota da un’occhiata semplice al suo archetipo: si divide in pratica e teoria, in generi e tempi e mai si stanca di reinventarsi, sapendo comunque mantenere una sua storicità.
Può essere dedicata a qualcuno o per uso personale, fatto sta che nella comunicazione di sempre occupa uno spazio così preponderante da poter essere considerata come quel qualche cosa che ci capita per caso e non da fastidio o che scegliamo per le occasioni più particolari, e lascia un bel ricordo. Oppure quando abbiamo bisogno è di conforto e sostegno, buona guida per imparare una nuova arte che può mettere le sue radici anche nello studio più ricercato e sofisticato.
Quindi bisogna considerarla una vera e propria disciplina al passo coi tempi che parla però un linguaggio tutto suo, che comunica certamente qualcosa che può far parte delle nostre giornate e a cui in certi casi non sappiamo dire di no.
Si dice che l’artista fa propriamente quello che vuole e si potrebbe dire che il musicista essendo un artista fa quello che vuole, comunicando qualcosa in modo armonico con ciò che lo circonda. Quindi mi sembra di aver chiarito, essendo musicista, che la musica è linguaggio artistico in una forma particolare, in armonia con ciò che la circonda, che tocca i sentimenti più profondi e che vuole spiegarsi ai suoi ascoltatori esprimendo quelle sensazioni che si sono posate sullo spartito per creare la melodia e giungere a noi sotto forma di ‘canzone’.
Molti utilizzano la musica come vero e proprio momento di sfogo e i primi accenni musicali (le percussioni) che l’uomo ha avuto, si sono creati nella curiosità del tempo perso e nella voglia di farsi compagnia... comunicando appunto in armonia con ciò che c’è intorno.
La musica è certamente una forma di comunicazione, quella più alta, eterea e si potrebbe quasi dire quella poetica per eccellenza, che ritroviamo nell’argomento più comune come in quello più alla moda, ma anche ricollegandosi alla musicalità appunto che un verso di una poesia che studiamo a scuola ci rimanda.
Si potrebbe sovvenire che l’invenzione della musica è la voglia che mai finisce di stare insieme e di andare avanti insieme, facendosi coraggio, quel coraggio di cui abbiamo bisogno specialmente in questo difficile periodo che ci ha messo alla prova anche in ambito musicale. Nasce infatti la campagna #lamusicanonsiferma come riprova di quanto solo confrontandoci gli uni con gli altri, anche con le nostre creazioni musicali, non rimarremo bloccati nell’incognita del non aver chiarito o per lo meno dell’aver provato a dirci ciò che più ci preme e di cui abbiamo bisogno per crescere, migliorare, imparare insieme e dai nostri sbagli.
Perché poi diviene un modo di intendersi e di conoscersi, con tutte le sfumature possibili e solo con la pratica, si ha la possibilità di conoscerne il più vero senso. Io ho la fortuna di aver studiato pianoforte e questo mi dà quel qualcosa che mi sprona ad essere più forte, a continuare ad allenarmi e ad inventare, creare, comunicare nei modi più impensati, le cose più strane.
Consiglio come conoscenza basilare per ampliare la propria cultura artistica, lo studio della musica, per imparare a leggere uno spartito (che non gioca mai a sfavore), a cantare o a suonare uno strumento. Come testimonianza personale posso accertare che scrivere canzoni, come mi capita, migliora la capacità mnemonica e creativa a livelli esponenziali. Infatti non tutti sono capaci di questo.
Questa è la doppia magia della musica: se non la si pratica la si può sempre ascoltare. Far parte di quel flusso mai stanco di proporre nuove versioni di se, è ciò che comunicando giorno dopo giorno, abbiamo la possibilità di rendere nostro sotto forma di musica.
Rossella Caradonna, in arte Rohxaenne