Se pensiamo al termine "musica" nella grammatica italiana non possiamo non notare il fatto che sia un sostantivo di genere femminile. Non a caso si è sempre detto che "la musica è donna".

Nell'antica Grecia, il culto politeista attribuiva la protezione della musica alla dea Euterpe (colei che rallegra) e il termine stesso "musica" pone la sua origine linguistica nel greco e nella stessa figura molto cara alla religiosità dell'Antica Grecia detta appunto anche "musa". La musica corale era, invece, affidata, sempre nell'immaginario greco, alla musa Erato (colei che provoca desiderio) e la danza alla musa Tersicore (colei che si diletta nella danza). Nell'iconografia Euterpe è, in genere, raffigurata con un flauto, Erato con una lira e il plettro e Tersicore solo con la lira. Possiamo, quindi, osservando l'immaginario collettivo dell'antica Grecia, notare una grande considerazione da sempre delle donne nella musica, ma la realtà, invece, è diversa.

Abbiamo accennato l'idea sulla considerazione della musica nell'antica Grecia nell'articolo dedicato alla storia della semiografia musicale. Possiamo, però, parlare concentrandoci nell'epoca del d. C. e dei progressivi sviluppi della musica (di cui abbiamo parlato sempre nell'articolo citato precedentemente), della considerazione femminile nella musica classica. Per tantissimi secoli il Cattolicesimo ha bandito le donne dai cori della Chiesa che all'epoca erano considerati tra le massime istituzioni musicali.

Donne in musica

Tuttavia lo studio della musica alle donne non era proibito anche se riservato più ad una dimensione domestica che pubblica e perlopiù "minore". Nella dimensione pubblica "maggiore" si può ricordare, ad esempio nel XII secolo, le canzoni religiose scritte dalla Santa tedesca Ildegarda di Biden, le italiane Maddalena Casulana (cantante, liutista e soprattutto prima compositrice occidentale ad aver pubblicato con l'opera Il primo libro de' madigrali a quattro voci), Francesca Caccini che fu cantante, compositrice, concertista nelle maggiori corti europee e prima donna a scrivere un'opera ("La liberazione di Ruggiero") seguita da altre composizioni operistiche, Settimia Caccini (soprano e compositrice), Raffaella Aleotti che da priora del convento di San Vito di Ferrara fu organista e la prima donna a pubblicare una raccolta di musica sacra ("Sacrae cantiones"), Vittoria Aleotti che fu clavicembalista e compositrice, Barbara Strozzi che fu soprano e compositrice ad "uso proprio" arrivando a comporre 125 brani di musica vocale tra Madrigali, Cantate, arie, duetti e musica sacra o alla corte del Re Sole la francese Elisabeth Jacquet de La Guerre, virtuosa clavicembalista nonché insegnante, figura di grande cultura e compositrice versatile famosa al suo tempo in tutta Europa.

Nella Napoli dei primi Conservatori sorgeva, invece, anche il Conservatorio femminile, Casa dell'Annunziata attivo fino a fine '700. Mentre in Veneto il giovane Antonio Vivaldi diresse un coro di sole donne appartenente ad un' istituzione scolastica femminile nel 1714.

Sempre nel Settecento degna di nota vi è anche sicuramente l'austriaca Maria Anna Walburga Ignatia Mozart. Anch'ella prodigio effettuerà tournée al clavicembalo con il fratello da bambini. Si dedicò brevemente alla composizione, anche se le sue partiture sono andate perse. Fu poi eccellente pianista e stimata didatta.

Sempre nell'ambito del Settecento possiamo citare il soprano austriaco Katharina Magdalena Josepha Cavalier, alunna di Antonio Salieri, e musa ispiratrice di tanti compositori o la connazionale Marianna Martines, stimata pianista, cantante e compositrice, amica di Pietro Metastasio, alunna di Nicola Porpora per il canto, di Joseph Haydn per le tastiere, di Johann Adolf Hasse e di Giuseppe Bonno per la composizione, stimata in tutta Europa per le sue composizioni eseguite accanto a quelle dei grandi compositori dell'epoca e per la sua attività concertistica nella corte imperiale austriaca. E non è assolutamente poco importante anche la presenza nell'opera di ruoli esclusivamente femminili.

Donne in musica

L'Ottocento comincerà a dare una piccola svolta sia in Europa che negli Stati Uniti. Possiamo ricordare l'istituzione del Music Vale Academy, primo Conservatorio americano, nato proprio per consentire l'istruzione musicale femminile; la fondazione da parte di Clara Baur del College - Conservatory of Music all'interno dell'Università del Cincinnati nello Stato di Ohio nel 1867 come prima donna a fondare un conservatorio o il sempre maggior impiego di donne nell'ambito della musica operistica. Ma di sicuro in Europa non possiamo dimenticare due figure tedesche molto note e importanti: Fanny Cacilie Mendelssohn-Bartholdy e Clara Josephine Weick Schumann.

Fanny, nota per essere la sorella di Félix Mendelssohn, fu anch'ella un talento precoce cominciando a comporre all'età di 14 anni e condividendo gli studi musicali insieme al fratello con diversi insegnanti. In primis ebbe modo di studiare pianoforte e teoria musicale con la madre Lea per poi proseguire a Parigi con Marie Bigot, a Berlino con Ludwig Berger e, infine, gli studi di composizione con Carl Friedrich Zelter. Félix seppe sostenerla ma la mentalità dell'epoca e comunque anche della loro famiglia la penalizzò. Nonostante tutto seppe produrre numerose opere abbracciando diverse forme musicali riscoperte, eseguite ed incise perlopiù in tempi recenti. Tuttavia anche durante la sua vita, e dopo il matrimonio con il pittore Wilhelm Hensel, furono eseguiti alcuni suoi brani insieme a quelli del fratello nella casa di famiglia di Hensel a Berlino. Ebbe l'occasione di esibirsi al pianoforte nel 1838 in pubblico eseguendo il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1, op. 25 del fratello. Prima della sua morte Fanny sempre nei concerti organizzati dal marito, che fu un suo importante sostenitore, presentò la sua opera più importante: Trio in re minore op. 11, per pianoforte, violino e violoncello. Tra altre sue opere si ricordano 32 fughe e 6 lieder tratti dai 24 lieder pubblicati dal fratello.

Clara Schumann, invece, fu una delle più importanti pianiste del Romanticismo. Prese lezioni dal padre Johann Gottlob Friedrich Wieck, appassionato di musica che credeva molto nel suo talento, e iniziò ad esibirsi in diversi concerti. Lo studio del pianoforte cominciò a 5 anni mentre le prime pubblicazioni come compositrice le avremo a 11 anni. Tra tutte le sue diverse opere, il suo capolavoro è Trio in sol minore per pianoforte, violino e violoncello op. 17. Tra gli allievi del padre di Clara figurò Robert Schumann del quale si innamorò e si sposarono. Robert seguì Clara nelle sue tournée in Russia e viceversa lei farà lo stesso con lui assistendolo soprattutto nei suoi numerosi problemi di salute che lo porteranno alla morte. Dopo la morte di Schumann, Clara si impegnerà ed eseguire le sue opere fino ad una disapprovazione riscontrata in Inghilterra. Inoltre tra le sue esecuzioni seppe valorizzare anche il Concerto in re minore di Brahms. Tenne numerosissimi concerti in Inghilterra la cui frequenza fu più volte interrotta a causa di problemi di salute. Nel 1879 ottenne la cattedra di pianoforte alla Hochschule für Musik di Francoforte. Nella stessa città terrà il suo ultimo concerto eseguendo le Variazioni su un Tema di Haydn di Brahms nella versione per due pianoforti.

Infine, nell'Ottocento abbiamo l'italiana Maddalena Laura Sirmen che fu compositrice, violinista, cantante lirica, clavicembalista e violoncellista. Alunna di Giuseppe Tartini e Ferdinando Bertoni, elaborò un importante documento didattico violinistico, tenne numerosi concerti in tutta Europa e pubblicò 6 quartetti per archi, 6 trii per 2 violini e violoncello obbligato, op. 1; 6 concerti per violino e orchestra, op. 3; 6 duetti/sonate per 2 violini, op. 4; Sonata in la magg. per violino e basso continuo e Trio in si magg. per 2 violini e violoncello obbligato.

Donne in musica

A cavallo tra l'Ottocento e il Novecento avremo diversi nomi come la compositrice francese Mel Bonis (Mélanie Hélène Bonis), che fu alunna di César Franck, e l'austriaca Alma Mahler ma soprattutto Amy Beach, pianista e prima compositrice americana di musica colta di successo nonché concertista negli Stati Uniti e in Germania. Fu autrice di numerosi poemi sinfonici nonché bambina prodigio che cominciò a comporre all'età di quattro anni.

Nel Novecento cominceremo ad assistere ad altri passi in avanti riguardo all'occupazione femminile nel mondo della musica classica. Nel 1936 Nadia Boulanger - che fu organista sostituta di Gabriel Fauré nel 1903 nonché allieva di Louis Vierne al Conservatorio di Parigi con una brillante carriera scolastica che la porterà a 16 anni ad ottenere il primo premio d'organo, accompagnamento e composizione e nel 1908 il secondo posto al Prix de Rome per la composizione - sarà la prima donna a dirigere un'orchestra sinfonica. Debuttò con la London Philharmonic per poi dirigere anche la Royal Philharmonic Society, la Boston Symphony Orchestra, l'Orchestra di Filadelfia, la New York Philharmonic e la National Symphony Orchestra. La Boulanger era nota anche come compositrice ma soprattutto come didatta di composizione. Tra i suoi alunni figurano nomi di diversa estrazione musicale dal calibro di George Gershwin, Leonard Bernstein, Jean Francaix, Jacques Ibert, Astor Piazzolla e Philip Glass nell'arco di un'attività didattica durata 70 anni che la porteranno ad affermare la sua metodologia sia con l'ausilio di tecniche moderne che con la sua preparazione culturale. Fu anche direttrice del Conservatorio americano di Fontainebleau dal 1921 fino alla sua morte avvenuta a 93 anni nel 1979. Si impegnò, inoltre, a diffondere le opere della sorella Lili morta prematuramente a 24 anni.

La prima orchestra sinfonica di sole donne fu fondata a Berlino nel 1898.

Al giorno d'oggi con le donne musiciste nelle orchestre sinfoniche è stato colmato il divario di occupazione rispetto ai colleghi uomini in compagini orchestrali americane a differenza, però, della direzione d'orchestra. In Europa il divario, sia in merito ai professori d'orchestra che ai direttori, è ancora largamente ampio. La prima orchestra in assoluto ad assumere donne fu la Queen's Hall di Londra nel 1913 mentre in America la prima donna ad entrare in un'orchestra fu l'arpista Edna Phillips nell' Orchestra di Filadelfia nel 1930.

Donne in musica

Non è comunque da negare che dei lenti progressi avvengono ugualmente in ogni ambito della musica. Dall'attività orchestrale a quella solistica, dalla composizione (ancora un pò ignorata) alla direzione d'orchestra, dall'insegnamento alla musicologia.

Negli ultimi anni sono nate diverse realtà internazionali che puntano a promuovere le donne nel mondo della musica come The International Alliance for Women in Music e la Fondazione Adkins Chiti: Donne in Musica presieduta fino alla sua morte prematura da Patricia Adkins Chiti, importante musicista e musicologa inglese scomparsa nel 2018 e la cui fondazione vanta la pubblicazione di più di 50 libri e circa 800 articoli accademici sulla storia delle donne compositrici ed è membro del Consiglio Internazionale della Musica dell'UNESCO, del Consiglio Europeo per la Musica, collabora con la Commissione Europea e con governi in Europa, America Latina, Asia e con le istituzioni italiane e vaticane. Inoltre ha collaborato alla realizzazione di festival, convegni, rassegne, mostre, simposi in tutto il mondo (emblematica la collaborazione per il Grande Giubileo del 2000), alla realizzazione di serie televisive e radiofoniche, alla commissione di nuovi brani e alla realizzazione di una Biblioteca che raccoglie più di 28 mila documenti sviluppando una Rete di 59 associazioni in 115 paesi. Nel 2004 il Presidente della Repubblica Italiana ha insignito Patricia Adkins Chiti del titolo di Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana, onorificenza che va ad aggiungersi ad altri premi e riconoscimenti vinti nel corso della sua attività durata 40 anni.

Articolo di Luca Mozzillo