Il chitarrista e compositore Filippo Cosentino è uno dei chitarristi che ha diffuso maggiormente la chitarra baritona suonandola nelle sue composizioni e in giro per il mondo. Il suo ultimo album è dedicato proprio alla chitarra baritona, non a caso s'intitola ''Baritune''.
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Esser stato sicuramente un ragazzo curioso di conoscere varie culture e diversi linguaggi musicali ha avuto un ruolo fondamentale nel mio modo di fare e scrivere musica: così classica, jazz, cultura pop, mainstream, il folklore convivono in quello che suono oggi.
Com’è nato il tuo amore per la chitarra baritona?
Nel 2001 ascoltai One quiet night; dodici anni più tardi inizia a scrivere brani per questo strumento e dato che mi piace passare da un suono di chitarra a un altro, decisi di incidere già allora qualche brano sui miei dischi. Oggi è diventata una delle mie principali caratteristiche per la quale sono apprezzato nel mondo.
Hai appena pubblicato il tuo nuovo album ‘’Baritune’’. Ce ne vuoi parlare?
È una antologia dedicata a questo strumento. Ne fanno parte cinque brani completamente nuovi, più tre arrangiamenti di miei brani che hanno avuto una notevole diffusione in passato. Per essere una vera antologia non potevano mancare i classici masterpieces e così eccoci a One quiet night che ho suonato però con un altra accordatura rispetto l’originale, e dando una interpretazione mia al bellissimo brano di Metheny. Non potevano mancare alcuni riferimenti alla tradizione sia classica che jazz inoltre. Il risultato è un disco con molti generi, unitario nel suono ma con diversi stili.
Progetti per il futuro?
Il 9 febbraio è iniziata la tournée, con un pubblico attento e che ha gradito il nuovo concerto. Il 29 si replica al Teatro Civico di Caraglio, poi Finlandia e tanta bella Italia! Saranno una primavera e estate molto intensa: sarà una tournée in 6/7 Paesi, in due Continenti. Il futuro per me è suonare questa musica poi si vedrà.
Com’è il tuo rapporto con i social?
Sono un ottimo strumento per rimanere in contatto con chi compra i miei dischi, viene ai concerti, ascolta in streaming la mia musica. Mi ci dedico volentieri e mi piace.
Cosa pensi della situazione attuale riguardante i concerti?
Penso che il pubblico sia molto attento nella scelta e che vinca sempre la musica che parla sinceramente al cuore delle persone. Non amo la musica autoreferenziale e scrivo qualcosa che possa essere non solo parte della mia esperienza di vita bensì che parli di esperienze comuni, nelle quali immedesimarsi e riconoscersi. Cerco una musica sincera e posso solo ringraziare per l’apprezzamento del pubblico ai concerti e negli ascolti.
Che consiglio daresti a un aspirante musicista?
Di essere umili e essere coraggiosi.
Come vedi il futuro della musica?
La musica è la forma più antica di comunicazione che l’uomo abbia adottato. Se ne avrà sempre bisogno, è radicata nel nostro DNA. I tempi cambiano e cambia anche il modo di fruire della musica stessa, sta a noi musicisti con umiltà capirlo e cercare di adattarci.