Giordano Sangiorgi è tra i personaggi più attivi a favore della musica indipendente. Da sempre a sostegno degli artisti, ha cercato i modi per dare loro opportunità concrete, come il MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti, una manifestazione che da anni si batte per dare voce a quei artisti che meritano di dire la loro attraverso la loro musica, anche se non sono ancora arrivati a calcare grandi palchi. In questa intervista Giordano Sangiorgi ci dà una chiara lettura della musica indipendente italiana di oggi, e non possono mancare consigli utili agli artisti della scena musicale.
Ci vuoi parlare del MEI, Meeting delle Etichette Indipendenti? Qual è la sua mission?
E’ quella riuscita di dare spazio alla musica indipendente ed emergente. E’ un grande motivo di orgoglio. Nel 1995 quando abbiamo lanciato la sfida delle etichette discografiche indipendenti, praticamente inesistenti allora sul mercato musicale del paese, come ossatura del futuro della musica del nostro, contrastando l’arretratezza della discografia major e della tv e radio mainstream che ritenevano tale movimento composto da artisti e musiche di Serie B che mai avrebbero sfondato, abbiamo avuto ragione, anche se da soli e solo insieme a quelle piccole centinaia di indies che cominciarono a proliferare come startup imprenditoriali nella provincia di tutta Italia. Oggi il mercato indipendente ha conquistato il 40% del mercato italiano e l’ultima edizione del Festival di Sanremo sembrava un MEI un po’ piu’ grande. Tanti erano gli artisti pescati proprio dal nostro mondo e premiati prima di spiccare il volo come elementi del cambiamento e dell’innovazione della musica del nostro paese. Se l’Italia ha un futuro musicale oggi nell’era della globalizzazione musicale lo si deve alla ricca filiera creativa e tecnica del settore indipendente che ha sostenuto anche molti big italiani abbandonati dalle multinazionali. Un grande orgoglio quindi come quello di essere stato il MEI la startup di tante manifestazioni simili e di manifestazioni nate al MEI e poi sviluppatesi autonomamente in altri territori con successo. Il MEI come grande detonatore quindi dell’indie italiano, spesso nell’incomprensione di una parte delle istituzioni e degli sponsor, c’è di che essere soddisfatti.
E' arrivato alla 25° Edizione. Quali saranno le novità di quest'anno?
La straordinaria partecipazione di tantissimi giovani emergenti che faticano a trovare spazi nei grandi cartelloni dei festival attenti solo a chi è già emerso. A differenza di tutti gli altri festival, il MEI continua ad essere unico con un ricco cartellone fatto al 90% di artisti e band indipendenti ed emergenti ancora sconosciute ma che si faranno conoscere tra qualche tempo come è accaduto ogni anno dopo il MEI da ben 25 edizioni, un risultato straordinario fatto con tanta passione, competenza, dedizione, sacrificio, desiderio di unità, al servizio del settore e del territorio. Giovanni Truppi, Fulminacci, Tredici Pietro, Viito, Mon, Panta, il Duo Bellavista & Soglia, Margherita Zanin solo per citarne alcuni saranno i nomi di punta di questo MEI 25 sabato 5 ottobre che riempiranno di suoni il Centro Storico di Faenza tra Piazza del Popolo, Teatro Masini e Piazza del Mercato insieme a oltre 400 band under 30 che da tutta Italia hanno chiesto di partecipare al MEI 25 e ai Giovani Talenti della Terra di Romagna che ha visto uno scoutin tra centinaia di proposte dal territorio regionale. Tutto questo sarà bello condividerlo con nomi di punta come quelli di Morgan, Negrita, Cristina Donà e Ginevra di Marco, Riccardo Sinigallia che si esibiranno in tutti questi spazi sempre nella grande giornata di sabato 5 ottobre.
Cosa pensi del panorama musicale attuale?
Molto bene. C’è stata finalmente una rottura generazione con l’avvento dell’ItPop e della Trap che si sono distaccate dalla “generazione indie” trovando un proprio linguaggio di testi, messaggi, contenuti e musica, un pò come è accaduto in ogni cambiamento generazionale. Dopo il boom di questi generi e di questi artisti stanno già emergendo alcuni nomi capaci di costruire un nuovo percorso musicale oltre al mood di moda in questo momento. Quindi sta crescendo una nuova generazione di artisti capaci di portare fuori dall’online e cioè ai live la nuova generazione di teen con questi nuovi suoni e nuovi testi pieni di contenuti, spesso sconosciuti alla generazione piu’ adulta. Dall’altro c’è il pieno riconoscimento a livello nazionale e popolare del percorso indipendente alternativo con artisti come Zen Circus e Motta arrivati al grande pubblico di Sanremo. Un bel momento culturale e musicale.
Cosa ti ha spinto a dedicarti cosi da vicino alla musica indipendente?
Quella è fondamentale con particolare riferimento per la mia passione verso quella italiana. Significa una rivendicazione alla libertà espressiva e culturale, alla libertà imprenditoriale e musicale, sciolti da ogni genere e stile, alla ricerca continua attraverso la sperimentazione di originalità e innovazione attraverso composizioni sempre inedite con la sorpresa di scoprire per ogni epoca suoni nuovi che hanno “rotto” con la generazione precedente. Dal rock ai cantautori, dal beat al prog, dal punk alla new wave, dal rap al grunge, dall’indie rock alternative ai nuovi cantautori, dal folk rock al nuovo jazz italiano, fino all’it pop e alla trap di oggi, è sempre stata una esperienza di ascolto piena di stupore capace di rinnovarsi attraverso l’ascolto di proposte nuove.
Come è possibile fare in modo che si diffonda maggiormente la cultura della "musica inedita" in Italia?
Con una Legge e un Sostegno pubblico come avviene per le altre arti, con un impegno del servizio pubblico radiotelevisivo Rai a dare spazio agli inediti e ai giovani esordienti attraverso la pluralità musicale, con tavoli di lavoro con le grandi piattaforme on line e i grandi collector di diritti per fare arrivare più risorse a chi realizza musica inedita e con una quota di accesso per i brani esordienti anche nel settore dei media privati. Infine, con sgravi e facilitazioni per la realizzazione dei festival e dei live che promuovono gli inediti.
Che consiglio daresti a un giovane artista che vuole intraprendere la carriera musicale?
Suonare e suonare. Aggiornarsi ogni giorno come musicista e anche come professionista del settore. Farsi conoscere attraverso step graduali dal vivo partecipando a tutti i contest possibili gratuiti che sono consoni al genere che si suona e mettere on line pochissime cose, solo le migliori nelle quali si crede, e lavorarci ogni giorno per farle crescere e conoscere al pubblico più vasto dell’on line. Ma prima di tutto credere fortemente in ciò che si fa ed avere una propria idea coerente tra ciò che si propone e ciò che si è legandolo molto alla ricerca di novità sonore e di messaggi. E infine, una cosa che non si dice mai ma utile da tenere in mente sempre, anche avere la capacità di smettere se si vede che non si hanno i risultati sperati. Magari non si sarà dei grandi musicisti e grandi cantautori e trapper ma magari si scopre di essere dei grandi ingegneri, dei quali in Italia c’è un gran bisogno.