Lo studio dello strumento e della musica sono indispensabili per arricchire il proprio bagaglio di musicista, e Salvatore Frega ne ha fatto tesoro. Oltre agli studi al conservatorio, ai master, ai corsi di perfezionamento, ha deciso di fondare l’Accademia musicale della Versilia. Molti sono i premi e i riconoscimenti che ha avuto. Merito del tanto impegno?

Ci parli dei tuoi studi musicali?

Il primo approccio alla musica è stata all’età di 4 anni. Grazie ai miei genitori che mi hanno accompagnato alle prime lezioni di Pianoforte. Mi sono diplomato in Pianoforte al Conservatorio S. Giacomantonio di Cosenza sotto la guida del M° Grazia Amato portando a compimento anche gli studi di Composizione presso la Scuola di Musica di Fiesole sotto la guida del M° Andrea Portera. Concluderò con il 21 di Giugno 2019 l’alto perfezionamento in composizione presso l’Accademia Santa Cecilia a Roma con il M° Ivan Fedele.

Hai vinto molti premi. Qual è stata la tua più grande soddisfazione?

La mia più grande soddisfazione è stato la medaglia d’argento ai  Global Music Awards di Los Angeles nel settembre 2018. Punto importante per la mia carriera da professionista.

Hai fondato l’Accademia Musicale della Versilia. Com’è nata l’idea di creare questa accademia? Qual è la sua mission?

L’Accademia Musicale della Versilia è nata dopo anni di duro lavoro e di ricerche. Avevo l’esigenza di portare la mia esperienza e di trasmettere la mia passione a tutti gli amanti della musica. Inaugurato nel settembre 2017, oggi vanta già numeri di altissimo livello oltre che collaborazioni con importanti istituzioni Toscane come l’Istituto Musicale Boccherini di Lucca e l’Università di Pisa. La sua mission è di divulgare l’arte della musica con tanta professionalità dando grande valore alla didattica, di fatti i nostri docenti sono grandissimi professionisti nel settore, riconosciuti a livello Nazionale e non solo ma anche con una grande propensione verso la comunicazione musicale.

Hai avuto molti riconoscimenti come compositore. Cosa vuoi esprimere attraverso le tue composizioni?

Voglio esprimere la mia idea oltre alla mia passione e alla mia devozione verso quest’arte. I riconoscimenti sono un punto di partenza e non di arrivo, significa che forse sono sulla strada giusta nella comunicazione del mio pensiero e nell’emozionare chi ascolta la mia musica.

Quali sono i progetti per il futuro?

Sono tanti. Adesso come adesso sto scrivendo le musiche della mia prima Opera Lirica che andrà in scena il 25 di ottobre 2019. Oltre a questo ho in progetto anche un CD sinfonico monografico con un’importante etichetta internazionale.

Quali sono i consigli che daresti a un giovane musicista?

Un solo consiglio: credere in se stessi ed esser trasportato dalla passione verso la musica.
Voi stessi siete la guida migliore. I professionisti che incontrerete durante il vostro percorso sono dei punti di riferimento ma solo credendo in voi, nei vostri valori e in ciò che amate fare riuscirete a vivere di sola musica.

Cosa pensi del panorama musicale attuale? La musica originale di oggi può essere considerata di qualità?

In generale in questi anni ho notato una decadenza musicale. Non c’è stata solo la crisi economica ma anche culturale dalla musica pop alla classica contemporanea. Spero di vedere nuovamente il settore musicale rialzarsi specialmente nella qualità. I nuovi generi musicali allontanano le nuove generazioni dalla musica vera, di qualità e fatta con professionalità. Ci sarà una rinascita da qui a breve anche perché siamo stanchi di ascoltare la mediocrità. Dobbiamo solo ricordare la nostra storia e portare la musica e la didattica di qualità all’interno delle scuole primarie. Partendo dai più giovanissimi possiamo credere ad una rinascita.

All’estero ci sono maggiori opportunità di vivere di musica? Qual è la tua visione?

All’estero rispettano l’arte, forse perché non ne sono circondati da come lo possiamo essere noi italiani e per loro è una vera fortuna averla. Le possibilità sono molteplici e anche più importanti rispetto alla nostra visione. Si vive di musica, assolutamente si e, come detto in precedenza, la rispettano. La figura del musicista in italia deve essere uguale e identica a qualsiasi figura professionale. Recentemente in una intervista mi chiesero cosa facessi nella vita, io rispondo: Faccio il musicista!! Il giornalista continua, ma che lavoro fai oltre all’hobby della musica? Ecco il problema, fin quando viene visto come hobby viene trattata da tale.

Come vedi il futuro della musica?

Una rinascita. Ci stancheremo di questa mediocrità e all’interno delle nostre cuffie ci sarà una musica migliore.