Tutti è una canzone di Calcutta, contenuta nell'album "Relax".

Testo della Canzone "Tutti" di Calcutta

— Titolo, Tutti

Ho messo le scarpe nuove per i giorni di fango
Forse i leghisti lì in riva al Po non hanno più un capobranco
Fuori la rivoluzione ed io mi vesto di bianco
Vorrei tenerti la mano un po’, scusa, ma sono stanco

Tanto lo so che lo sai che non so
Che cosa ne pensa la gente
Per una volta che non
Non ce ne fregava niente
Dormire nudi sui tetti
L’eclissi su Roma e la tua Coca Light
Non ti ho detto mai quello che mi fai
E gli altri si perdono come niente
E poi si ritrovano in un’altra città
Sembra un’eternità, sembra una vita fa
E tu come stai? Che cosa fai?
Io coi piedi nel mare e soltanto a pensare
Che sembriamo tutti falliti, tutti falliti

Non giocare col mio cuore che poi devasto una spiaggia
Che ci organizzo un bel festival e poi mi lavo la faccia

Tanto lo so che lo sai che non so
Che cosa si scorda la gente
Triste pensare che noi
Noi due non saremo niente
Quanto silenzio sui tetti
Fra mille discorsi e la tua Coca Light
Non ti ho detto mai quello che mi fai
E gli altri si perdono come niente
E poi si ritrovano in un’altra città
Sembra un’eternità, sembra una vita fa
E tu come stai? Che cosa fai?
Io coi piedi nel mare e soltanto a pensare
Che sembriamo tutti falliti, tutti falliti

Che sembriamo tutti falliti, tutti falliti
Che sembriamo tutti esauriti, tutti falliti
Che sembriamo tutti impauriti, tutti bolliti
Tutti falliti, che sembriamo tutti falliti
(Tutti falliti, tutti falliti)
(Tutti falliti, tutti falliti)

Significato della Canzone "Tutti" di Calcutta

Il cantautore ci conduce in un viaggio emotivo, dipingendo vividamente l'esperienza di chi spesso si sente un po' estraneo al mondo circostante, persino quando si tratta di affrontare le proprie emozioni.

Le parole "Ho messo le scarpe nuove per i giorni di fango" e "fuori la rivoluzione ed io mi vesto di bianco" catturano l'essenza di questa sensazione di estraneità, come se la scelta delle scarpe o dei vestiti fosse prioritaria rispetto all'osservare ciò che accade fuori dalla finestra. È come se ci fosse una barriera tra il narratore e il mondo che lo circonda.

Il significato di "Tutti" di Calcutta si svela attraverso il filtro della difficoltà nel comunicare sentimenti profondi. Questa incapacità di esprimersi si traduce in una sorta di isolamento, una sensazione di essere fuori dal mondo, come se il mondo esterno fosse troppo complicato da affrontare.

La canzone offre uno sguardo intimo sulla transizione da una visione spensierata del mondo a una percezione più disillusa. C'è un cambiamento evidente verso un maggiore pessimismo nei confronti della realtà, con un sentimento diffuso di "fallimento collettivo".