Rocco è un cantautore italiano. Il suo nuovo album s'intitola "Vita Morte e Miracoli".
Cos'è la musica per te?
“Music was my first love and it will be my last”.
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Ho una visione gestaltica, per cui penso che tutto mi abbia formato, dalle esperienze infantili, alla mia formazione scolastica-accademica, alle esperienze musicali.
E' uscito il tuo nuovo album “Vita Morte e Tentacoli”. Ce ne vuoi parlare?
C’è dentro molto di me. Riflessioni sulla vita, sulla morte, sull’amore, sulla comunicazione, sul senso delle cose. Ma sempre con leggerezza. Con ironia. Anche se non mancano momenti intimi e intensi, come in Dammi un bacio o Perdonami per domani. Ogni pezzo è una parte di me, come ho già detto in altre interviste. Ogni canzone è un mio tentacolo con cui tento di agganciare dolcemente l’ascoltatore.
Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?
La motivazione si deve rinnovare di volta in volta. Bisogna superare delusioni. Affrontare ostacoli. Aspettarsi delle difficoltà lungo il percorso. Ci vuole del talento, ci vuole della fortuna. È tutto vero. Ma la costanza e la perseveranza, sono imprescindibili. Il mondo è di chi insiste.
Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso le tue canzoni?
Con le mie canzoni mi piace spesso affrontare argomenti impegnativi, anche scomodi a dire il vero, per sollevare domande, riflessioni, senso critico. Mi piace farlo con ironia. Credo che la musica abbia perso molto questo suo valore culturale. Oggi ascolto canzoni che per la quasi totalità parlano di lui, lei, stiamo bene insieme, mi manchi, eccetera. Oppure parlano di soldi, macchine, orologi, sostanze.. ma poca sostanza. Sembra più importante la forma del contenuto. A me piace tornare al contenuto, alla sostanza, all’essenza. Se una mia canzone fa scattare una domanda, una riflessione in chi ascolta, sono contento. Mi basta anche solo un sorriso.
Com'è il tuo rapporto con il web e i social?
Per me è indispensabile usarli per riuscire a diffondere le mie produzioni, per riuscire ad avere maggior visibilità e far ascoltare i miei pezzi.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro della musica?
Nel futuro della musica ci sono ahimè gli algoritmi. Gli algoritmi, da utili strumenti quali potrebbero essere in determinati contesti, sono tracimati in un’aberrazione della nostra mente e del mondo tecnocratico che stiamo allestendo e che invaderanno, con il nostro placido consenso, ogni aspetto della nostra vita. Già oggi le piattaforme di streaming musicale si avvalgono di algoritmi per tutta una serie di attività più o meno collaterali alla musica. L’algoritmo è l’ossessione compulsiva maniacale dell’uomo moderno di controllare tutto, per la sua incapacità di accettare l’imponderabile. Ma l’arte e la creatività non possono essere imbrigliate. Il mio auspicio è che la musica e l’arte in generale ci salvino dalla mostruosità che stiamo tentando di costruire. Che il Dio dell’Arte disperda le nostre anime danzanti per l’universo e sgretoli questa aberrante Torre algoritmica di Babele.