La cantautrice Anna Belle è dotata di grande entusiasmo e energia. Quello che ci vuole per partire alla grande e portare avanti la passione per la musica. Il suo singolo d'esordio s'intitola ''St.Valentine''.

Com'è nata la tua passione per la musica?

Devo ringraziare la mia famiglia per avermi dato la possibilità di avvicinarmi all'arte e alla musica.
Ricordo le domeniche mattina da piccola, mi svegliava la musica del giradischi di mio padre, non ero affatto infastidita.  
Avevo 7 anni quando ho realizzato che volevo suonare la chitarra: volevo riprodurre le mie canzoni preferite.
Purtroppo però le mie mani erano troppo piccole per fare gli accordi sulla tastiera, allora mio nonno costruisce per me una piccola chitarra, era il mio gioco preferito.
Facevo finta di suonare e nella mi testa si aprivano sipari mentali: con la fantasia potevo andare ovunque e immaginavo di suonare ogni volta per un pubblico diverso.

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

Di certo le più formative sono quelle in cui mi sono trovata in difficoltà.
Crescere riserva sempre una nota di dolore e così anche sotto il profilo della maturità artistica: per scrivere canzoni non bisogna sentirsi mai troppo comodi.
Alla base di tutto c’è il distacco: dalle comodità, dalle certezze, dalle definizioni, dalle abitudini.
Per esempio a 24 anni mi sono trasferita a Londra e per la prima volta sapevo che avrei potuto contare solo su me stessa.
Londra è stato il vero esame di maturità, sono stati due anni molto densi: ho imparato tanto dai miei errori ma ho anche colto molte opportunità.
Non sarei qui a parlare di me se avessi avuto una parentesi londinese, ho scritto moltissime canzoni in quel periodo.

E' uscito il tuo singolo d'esordio ''St.Valentine''. Ce ne vuoi parlare?

Certo! St. Valentine è una canzone immediata e leggera, dal testo romanticamente ironico.
Parla del desiderio di innamorarsi, un desiderio forte a tal punto che mi proietto in un mondo immaginifico e mi ritrovo ad invocare ironicamente il Dio dell'Amore per chiedergli di colpire al cuore e farlo in maniera forte.
È volutamente estremo: il dolore diventa vita insomma - prendi questa espressione "cum grano salis" - quello che voglio dire è che un certo stato di turbamento è funzionale per sentirsi vivi e innamorati.

Progetti per il futuro?

Mi piacerebbe fare un tour in Europa nel 2020 e portare in giro le mie canzoni.
Suonare live è liberatorio ma anche molto formativo, attraverso il pubblico puoi conoscerti davvero.
Poi in primavera vorrei tornare in studio e registrare nuove canzoni: ho un disco in cantiere e voglio terminare il tutto entro il 2020.
Non vedo l’ora di dedicarmi a questa nuova produzione, abbracciare nuove sonorità, sancire nuove collaborazioni.
Poi voglio continuare a viaggiare e comunicare, scambiare, insomma non voglio fermarmi.

Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per un cantautore che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?

Non voglio focalizzarmi sugli ostacoli; ho troppo entusiasmo e così tanta energia per fermarmi alle difficoltà in questo momento.
Bisogna credere nel proprio progetto, avere un fortissimo desiderio di comunicare.

Com'è il tuo rapporto con il web e i social?

Il web e i social sono una giungla e bisogna saper interagire nella maniera corretta.
Sono dei potentissimi strumenti e vanno sfruttati per il loro potenziale: comunicare abbattendo i confini e accorciando le distanze.
Io uso molto Instagram per parlare della mia musica per esempio.
Anzi ne approfitto: se siete curiosi e volete saperne di più fate un giro su mio profilo IG e seguitemi se vi fa piacere.

Come vedi il futuro della musica?

È difficile rispondere.
Di certo il modo di fruire della musica è cambiato e continuerà a cambiare in modo velocissimo.
Tuttavia credo che il futuro della musica risieda nel live, la musica deve permettere di vivere una vera e propria experience: gli ascoltatori hanno bisogno di vere esperienze di condivisione, momenti da poter ricordare, di sentirsi vivi.
Penso a Woodstock, mi sarebbe piaciuto vivere in quegli anni.. lo so sono una nostalgica romantica ma la storia è ciclica e tende a ripetersi.