La band Mary Lee And Caesar's Cowboys nasce nel 2022 per la volontà di Marjolein Mutsaerts e Luciano Micheli di orientare il loro precedente progetto country verso il western swing, stile che ritenevano più versatile e affine alla loro passione per il jazz. Ed è così che il 27 settembre 2024 vede la luce "See ya later, gladiator!", primo album del progetto. Dieci brani, di cui due originali, con i quali la band si affaccia sulla scena musicale internazionale, riportando alla luce un genere musicale davvero unico: il western swing d’oltreoceano.

In questa intervista, ripercorriamo i ricordi musicali di di Majolein e Luciano:

La prima canzone di cui hai dei ricordi.

Mary Lee: “Send in the clowns” che proveniva da un giocattolo che avevo nella culla.

Luciano: “Preludio, Fuga e Allegro” BWV998 di J.S. Bach...non è vero...è “Piccola Katy” dei Pooh.

Il primo poster che hai appeso in cameretta.

Mary Lee: La sirenetta, nella scena in cui cantano “Under the sea”.

Luciano: Foto di gruppo dei Megadeath, nota band trash metal californiana.

Il primo strumento che hai avuto.

Mary Lee: a quattro anni ho ricevuto il mio primo violino.

Luciano: Una chitarra classica trovata nella cantina e appartenente ai precedenti proprietari. Siccome gli mancava una corda, per anni credetti che le chitarre ne avessero cinque!

Il primo brano che hai scritto e cosa ne pensi di lui adesso.

Mary Lee: “Westlake Bay”, contenuta nel nostro primo album, è il primo brano che io abbia mai scritto. Sono molto soddisfatta perché abbiamo deciso all'ultimo momento di inserirla nel disco e fortunatamente ho avuto la giusta ispirazione per poterla scrivere in fretta ma senza accontentarmi del risultato.

Luciano: non ho mai scritto un brano ma collaborato alla stesura di alcuni brani composti prevalentemente da un mio amico, verso i vent'anni. A riascoltarli oggi credo fossero davvero straordinari, un progetto che se portato a termine avrebbe un valore enorme.

La prima critica negativa che hai ricevuto e come ti ha influenzato.

Mary Lee: In passato mi è stato fatto notare che tendevo ad essere troppo concentrata sul pubblico e questo talvolta mi portava a perdere di vista l'esecuzione musicale. Ora cerco di bilanciare le cose, rimanendo concentrata mentre mi connetto con il pubblico.

Luciano: Agli inizi fui incitato spesso ad essere meno timido e a tirare fuori la personalità in quanto risultare “anonimi” sul palco non aiuta chi vuole fare questo lavoro. Poi ho capito che sul palco siamo esattamente come nella vita, dunque, la mia crescita personale è andata di pari passo con quella di musicista.

Il primo concerto a cui hai assistito.

Mary Lee: Il primo concerto per cui ho comprato un biglietto fu quello di Katie Melua, una cantante che mi ha ispirato molto quando ero adolescente.

Luciano: autogestione della scuola media. Alcuni amici suonavano cover dei miei gruppi rock preferiti e io li guardavo come fossero eroi. Quel giorno decisi che sarei salito su un palco a tutti i costi.

La prima volta che hai suonato dal vivo.

Mary Lee: avevo 6 anni e suonai in un concorso musicale di un campeggio in Francia.

Luciano: escludendo le esibizioni con la scuola di musica, la prima volta avevo 17 anni e suonavo la batteria in una band punk/rock'n'roll, eravamo in un locale di zona e fu un'emozione indimenticabile (così come il mal di pancia per la tensione!)