I segni complementari sono quei simboli che servono ad esprimere con una certa precisione le intenzioni del compositore su come eseguire i suoni.

I più significativi sono:

Segni di movimento o andamento (agogica): indicano i gradi di velocità del brano musicale e vanno dal largo al prestissimo. In ordine crescente di velocità: largo, grave, lento, adagio, andante, moderato, allegro, presto, prestissimo.

Segni di espressione: riguardano il modo di eseguire i suoni e sono il punto di espressione e la legatura di frase posta su due o più note di diversa altezza. Indica che le stesse verranno eseguite legate tra loro.

Segni dinamici: indicano il diverso grado di intensità sonora e vanno dal pianissimo (ppp) al fortissimo (fff).

fff: più che fortissimo; ff: fortissimo; f: forte; mf: mezzoforte; mp: mezzopiano; p: piano; pp: pianissimo; ppp: più che pianissimo.

Altre indicazioni esprimono il diminuendo ed il crescendo, ossia il passaggio graduale da un’intensità all’altra.

Segni complementari

Segni di rimando: servono a recuperare spazio in una pagina di pentagramma. Per non ripetere di nuovo le stesse battute vengono usati questi segni, tra cui i segni di ripetizione.

Infine, un abbellimento, ornamento, fioritura o fioretto è una nota o un gruppo di note inserite nella linea melodica con una funzione decorativa e/o espressiva. Esempio: l’acciaccatura, il mordente, l’arpeggio, il glissando, il tremolo, il trillo ecc.