Albert Eno è un cantautore e cantante della band Kismet. Per la prima volta uscirà un suo progetto che lo vede protagonista in veste di cantautore, con nuove canzoni da diffondere anche all'Estero.
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Sono molte le esperienze che mi hanno formato: con la mia band, i Kismet, sicuramente i tour fatti in Italia e all’estero. Non posso dimenticare il concerto all’O2 Arena di Londra come ospiti di un festival di musica indipendente e il concerto di supporto ai The Pretty Reckless al Limelight di Milano. E’ stato importante anche lavorare in studio, cercando di tradurre in canzoni e musica le nostre emozioni, sogni e sensazioni e quindi produrre dischi che sono stati distribuiti negli anni in Italia, Europa e Stati Uniti. Per quanto riguarda la mia veste solista anche qui devo dire che la possibilità di aprire i concerti di artisti del calibro di Noah Gundersen, Stu Larsen e Charlie Winston mi hanno permesso di relazionarmi e “misurarmi” con i loro talenti incredibili e cercare in qualche modo di prendere il meglio di loro per quanto riguarda il loro approccio a questo mondo chiamato musica.
Ci parli dei tuoi progetti per il futuro?
Ci sono molte cose in ballo. Prima di tutto a breve rilascerò il secondo capitolo del mio progetto di cover su youtube “CoverInMyRoom” che è partito con Hunger Strike dei Temple of the dog. Nel frattempo sono al lavoro su quelli che saranno i brani del mio prossimo lavoro discografico e che sarà il primo in veste di solista; la mia intenzione è quella di uscire il prossimo anno con un singolo, ma al momento sono impegnato nel completare la scrittura e non ho ancora pianificato alcuna data. Sul fronte live ci sarà a breve un annuncio molto importante, ma non voglio svelare troppo. Sicuramente sarò un po’ in giro per l’Europa.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue canzoni?
Ho avuto la fortuna di lavorare molto in studio e nella mia carriera artistica di scrivere molte canzoni. In passato la mia scrittura era decisamente più criptica ma ho sempre cercato di portare un mio punto di vista su ciò che mi circonda. In questi ultimi anni, e in particolare nell’ ultimo disco Fathers (Kismet) la mia scrittura è diventata sempre più personale e diretta cercando di scavare dentro a me stesso, le mie paure, i miei sogni, i miei dolori. Anche nelle canzoni su cui sto lavorando in questo periodo sia da un punto di vista musicale che testuale sto cercando di mettere l’accento su quello che sono io, la mia anima…. credo un po’ come mettersi a nudo.
Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per un cantautore che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?
Le difficoltà che incontrano i “giovani” cantautori o le giovani band sono le stesse difficoltà che può incontrare un altro giovane professionista di altri settori. Credo che se hai qualità nel tuo lavoro e hai la forza e il coraggio di farti sentire qualcosa raccogli. Poi sai non tutti siamo artisti da stadio o da arene però se guardiamo al risultato e al successo per fare qualcosa che ci piace allora probabilmente stiamo sbagliando tutto.
Autoproduzione oggi. Qual è la tua visione?
Qui si tocca un argomento delicato e lungo. Le etichette da anni ormai hanno un ruolo diverso e gli artisti da anni ormai devono cercare di produrre non solo artisticamente ma anche esecutivamente il proprio progetto discografico. Con la band ci siamo sempre adeguati a questa situazione e l’autoproduzione comunque ci ha assicurato una certa indipendenza artistica. Personalmente credo che proseguirò ancora su questa strada.
Com'è il tuo rapporto con il web e i social?
Lo utilizzo, credo in modo funzionale alla mia musica e ai miei progetti artistici. Inserisco frammenti della mia vita privata, ma non mi piace far vedere tutto, credo che ci sono aspetti delle nostre vite che debbano essere condivisi con altre persone esclusivamente nel mondo reale e non nel mondo virtuale.
Come vedi il futuro della musica?
La musica ci sarà sempre e sarà sempre un ingrediente caratterizzante della nostra esistenza e questo personalmente mi fa sentire tranquillo.