Gennaro Vitrone è cantautore e direttore artistico della rassegna musicale Vivo Fest. Il suo ultimo album s'intitola "Salvami".
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Ormai faccio musica da 38 anni e negli anni sono stato legato a più di un genere musicale. Le esperienze e le conoscenze che ho fatto sono molteplici, diciamo che la somma di tutte queste direzioni che ho preso in questi anni, hanno contribuito a delineare quello che sono io oggi artisticamente. Ricordo che agli inizi mi cimentavo con la musica rock metal. Era la metà degli anni 80’ e l'inizio degli anni 90’ e con la mia band di allora, i TRB, incidemmo alcuni brani in Inghilterra e successivamente realizzammo un album per l'etichetta fiorentina Contempo Records, album prodotto dal chitarrista degli Avion Travel Fausto Mesolella. Fausto, scomparso nel 2017 è stato un incontro fondamentale. È stato per me un vero amico, un mentore. Negli anni a seguire ho suonato blues, fino poi ad approdare agli inizi del 2000 alla cosiddetta canzone d'autore. Ebbi modo di ascoltare un cantautore che in quegli anni vinse un importante concorso, Musicultura, Pacifico. Ne rimasi folgorato. Negli anni poi ho avuto modo di fare la sua conoscenza ed è stato bellissimo. Ho inciso fino ad oggi quattro album più un EP, "Salvami", prodotto dal chitarrista Ubaldo Tartaglione e uscito qualche mese fa. Altri incontri fondamentali sono stati i miei musicisti: alcuni di loro, come i chitarristi Dario Crocetta e Gianpiero Cunto, sono con me da almeno 15 anni. Poi si sono aggiunti il bassista Donato Tartaglione e il batterista Carmine Silvestri. Altre esperienze fondamentali di formazione sono stati i concorsi musicali a cui ho partecipato: ricordo il Musicultura, il Premio Fabrizio De André e il Premio Ugo Calise dove ho vinto la targa BE QUIET.
Il tuo ultimo album s’intitola “Salvami”. Ce ne vuoi parlare?
“Salvami” è stata la risposta all’esigenza di tornare ad esprimermi. I quattro brani che compongono l’EP sono stati il frutto di un periodo difficile che tutti noi abbiamo vissuto, ovvero la pandemia. Spero di essere riuscito a cogliere quell’urgenza che ci fece sobbalzare l’animo, quel fuoco ardente che stava covando in noi in quei lunghi mesi di emergenza: la voglia di ritornare. E forse, il titolo dell’EP, testimonia anche quella voglia di salvarsi da quel grigiore che ha circondato le nostre esistenze in quel periodo. Sono quattro brani che sento totalmente ed in maniera particolare.
Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso la tua musica?
Molto importante per me è cercare di comunicare attraverso un testo. È il ruolo del cantautore: il testo è e resta fondamentale per chi come me scrive canzoni. Comunicare, arrivare con un pensiero, trattare argomenti a volte anche scomodi diventa di fondamentale importanza. Io credo nella forza delle parole e quando riesci a scriverci su una canzone, a creare una melodia e a lavorare ad un arrangiamento, hai raggiunto il tuo obiettivo.
Oltre all’attività di cantautore, sei anche l’ideatore e il direttore artistico di VIVO FEST. Qual è la missione della rassegna musicale?
VIVO FEST è una rassegna dedicata alla canzone d’autore. L'idea è quella di dare spazio letteralmente alla "musica che gira intorno". Siamo partiti nel corso degli anni a dare spazio a tanti giovani del nostro territorio, la Campania. Negli anni ci sono stati sempre dei testimonial di grande spessore: a tal proposito, vorrei citare il musicista Ferruccio Spinetti, i cantautori Alessio Bonomo e Giovanni Block. Nel periodo della pandemia non ci siamo fermati e abbiamo proseguito con VIVO FEST ON LINE. Anche qui grandi ospiti, questa volta non solo Campani: il mio amico Francesco Di Bella dei 24 Grana e le cantautrici Rossana Casale, Mariella Nava e Grazia Di Michele. Dal 2019 mi sta affiancando alla direzione artistica la cantautrice Tonia Cestari. Non è facile dedicarmi a VIVO FEST, anche perché ci autofinanziamo. Ma di questo ne sono orgoglioso.
Com’è il tuo rapporto con il web e i social?
Provengo da una generazione dove i social erano le lettere, quelle scritte a mano. Trentacinque anni fa avevo un ufficio stampa che si occupava di queste cose. Ora ovviamente è importante sapersi muovere sul web, altrimenti si viene tagliati fuori. Devo dire che faccio un po' fatica, ma ci provo e dove non riesco mi affido a giovani capaci e a queste nuove figure professionali, i social media manager. Oggi sono molto presente sui social proprio grazie al lavoro che facciamo: siamo presenti su tutte le piattaforme streaming on line come ad esempio Spotify. Aggiungo una mia riflessione: devo dire che con la morte del disco, inteso come supporto fisico, non so come andrà a finire. La vedo veramente dura.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
Nel futuro immediato ci saranno tante serate per supportare il mio nuovo EP, “Salvami”. Veniamo da una serie di concerti estivi nei borghi e nei centri storici, luoghi molto suggestivi: penso a Valogno, a Castel Morrone in provincia di Caserta, oppure a Roma. In questi giorni, il 16 settembre parteciperemo ad un grande evento a San Leucio, il borgo casertano della seta. Si tratta di una manifestazione chiamata “La musica dipinta”, organizzata dal nostro Donato Tartaglione. Poi dovremmo ricominciare con VIVO FEST: speriamo di avviare un po' di collaborazioni con altri amici cantautori. Infine, iscriversi ai concorsi musicali, perché è bellissimo viverli ed io non smetto mai di imparare da queste esperienze.