Bruno Genèro e Alain Diamond creano un’opera in cui ogni traccia è una tappa di un viaggio musicale che fonde percussioni ancestrali e pulsazioni elettroniche.

Se Ekùn fosse un libro, ogni traccia sarebbe un capitolo di un racconto epico fatto di ritmo, introspezione e innovazione. Il percussionista Bruno Genèro e il produttore Alain Diamond costruiscono un’opera che non è solo una fusione di generi, ma un viaggio musicale che attraversa il tempo e lo spazio. La tracklist è un mosaico sonoro in cui ogni brano svela una sfaccettatura differente dell’identità artistica dei due musicisti.

Si parte da EKÙN Il battito primordiale
Il disco si apre con una dichiarazione d’intenti. “Ekùn” è una traccia che incarna il concetto stesso dell’album: il battito del djembé si fonde con una tessitura elettronica ipnotica, evocando la sensazione di trovarsi in una dimensione senza tempo, tra la ritualità antica e il dancefloor contemporaneo.

Si prosegue con DANSA Il corpo in movimento
Qui la connessione tra percussione e danza è evidente. Le ritmiche di Genèro guidano l’ascoltatore in un vortice inarrestabile, mentre i synth di Diamond creano uno sfondo dinamico e vibrante. Il risultato è un pezzo che potrebbe tranquillamente trovare spazio sia in una cerimonia tradizionale africana che in un club underground europeo. Un brano in cui veleggiano rarefatte sfumature che riconducono all’intelligenza sonora dei Cabaret Voltaire.

Il viaggio conduce a RUN Adrenalina e tensione
Cacciatore o preda? Il titolo suggerisce un dualismo che la musica traduce perfettamente. La ritmica serrata del djembé, accompagnata da bassline profonde, crea un senso di urgenza, viscerale, le nenie vocali costruiscono un impatto emotivo da colonna sonora di un film d’azione.

DIAMOND ROSE è L’incontro tra delicatezza e forza
Questa traccia è un’ode agli incontri inaspettati. Il ritmo qui si fa più rarefatto, lasciando spazio a melodie sospese che sembrano fluttuare nell’aria. È come se il tamburo e la produzione elettronica dialogassero in punta di piedi, cercando il perfetto equilibrio tra dolcezza e intensità.

Particolare attenzione a SOMÀ La memoria delle radici
Somà è un brano in cui il tempo sembra rallentare. Il djembé, suonato con un tocco quasi meditativo, si intreccia con suoni elettronici eterei, evocando immagini di paesaggi lontani e reminiscenze di vite passate. Un pezzo che trascina in uno stato di trance, in bilico tra spiritualità e materia.

La traccia sei dell’album è ROXY La soglia tra ieri e oggi
Qui la musica sembra giocare con la percezione temporale. L’alternanza di ritmi tribali e pulsazioni elettroniche moderne crea un’atmosfera sospesa, come se la traccia si muovesse tra passato e presente senza mai fermarsi in uno spazio definito. Forse una delle composizioni più sperimentali del disco.

SANDAGÁ Il mercato notturno
Sandagá è pura narrazione sonora. Si ha l’impressione di camminare in un mercato africano dopo il tramonto, tra suoni, voci e ritmi vibranti. Il pezzo è costruito su un gioco di contrasti tra percussioni frenetiche e spazi sonori più dilatati, creando un affascinante effetto cinematografico.

La riflessione è in GENESI Il mistero dell’origine
Con “Genesi”, il disco si addentra in una dimensione più riflessiva. Le percussioni, meno immediate, sembrano dialogare con gli elementi elettronici in una ricerca sonora che oscilla tra il tribalismo e l’astrazione. Un brano che esplora l’idea di nascita, connessione e destino, con un’energia quasi sciamanica.

Incontrando FA ULE La favola che diventa suono
Qui la narrazione si fa più leggera e sognante. Il suono di chitarra incanta. La struttura della traccia evoca un racconto musicale che si sviluppa in modo imprevedibile, con ritmiche che giocano su variazioni sottili, dettagli elettronici e voci sintetizzate che aggiungono un senso di magia.

Il gran finale si intitola AGOÏ L’amore oltre il tempo
Il disco si chiude con una traccia intensa ed evocativa. “Agoï” sembra una preghiera in musica, un saluto che racchiude tutte le emozioni attraversate nell’album. La fusione tra djembé e produzione elettronica è qui al massimo della sintesi, creando un’armonia profonda e avvolgente.

Ekùn è un disco che non si limita a unire generi, ma li fa dialogare con una naturalezza sorprendente. Ogni traccia è un capitolo di un viaggio sonoro che esplora l’essenza del ritmo come linguaggio universale. Bruno Genèro e Alain Diamond hanno costruito un ponte tra culture, epoche e sensibilità, dimostrando che la musica può essere allo stesso tempo antica e futuristica, materica e spirituale, terrena e celestiale.