Cristian Di Domenico è un cantautore e sassofonista bolognese. Per essere un bravo musicista, afferma, la tecnica non basta, bisogna non perdere l'entusiasmo e la passione per la musica.
Ci parli dei tuoi studi musicali?
All’età di 7 anni scopro il Sax e da allora non ho mai smesso di suonare. Questo mi ha portato lo scorso anno alla Laurea in Sassofono Classico presso il Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna con il M° Daniele Faziani, I Sax dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Per quanto riguarda il Pop, invece, ho lavorato sulla tecnica vocale con il Mezzo Soprano Sandra Mongardi, cantante Lirica e didatta molto attiva in ambito emiliano-romagnolo. Mentre, per la scrittura di canzoni, lo strumento con cui lavoro è principalmente la chitarra, che ho studiato da autodidatta.
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Suonare nell’organico di una Wind Orchestra come la SaxBo del Conservatorio di Bologna mi ha dato la possibilità di capire le dinamiche del suonare in una grande compagine e cosa voglia dire la ricerca del suono che il Direttore esige per esprimere a fondo il senso di ciò che si sta suonando. In ambito pop, invece, i live nelle varie band in cui ho militato come cantante (Almost Blues, Numeri Primi, Radionomia) sono stati esperienze fondamentali per vincere l’ansia da palcoscenico, che rimane sempre ma che grazie a quelle esperienze nel tempo impari a gestire per dare il meglio di te al pubblico.
E' da poco uscito il tuo nuovo singolo "Vado a vivere al mare". Ce ne vuoi parlare? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dopo il singolo dello scorso aprile “Una Nuova Vita” in cui trovavo in musica la stabilità di giovane uomo, adesso desideravo “spogliarmi” della frenesia della città e cambiare vita. Chi di noi, finita l’Estate non ha sognato almeno una volta di “mollare tutto” e andare a vivere al mare? Con il singolo “Vado a vivere al mare”, disponibile su Spotify e YouTube, volevo sognare che questo fosse possibile grazie a sonorità Pop Reggae ed un testo semplice, che però facesse riflettere su quanto sia importante “staccare” la spina e “respirare” la propria libertà. Nel futuro, invece, per festeggiare i cinque anni dall’uscita su YouTube del mio primo singolo “Sorridimi”, pubblicheremo la versione rimasterizzata del brano in tutti i Digital Stores l’8 Dicembre prossimo. Mentre verso la fine dell’Inverno uscirà una nuova canzone che spero porti alla pubblicazione del mio primo Disco la prossima Estate.
Quanto è importante lo studio e la costanza per imparare a suonare uno strumento?
La costanza ti permette di raggiungere i tuoi obiettivi tecnici ma per me la costanza non è solo nel metodo. Una parte importante è data dalla costanza nel credere in ciò che fai senza mai perdere l’entusiasmo e la passione per la musica, altrimenti il rischio è quello di diventare dei fenomeni tecnicamente ma senza anima e chi ti ascolta lo sente che manca la passione, che l’anima è fredda. Dunque la costanza è fondamentale ma va gestita con intelligenza e col cuore che non deve mai mancare nella Musica.
Cosa pensi della situazione musicale in Italia riguardante i concerti?
Nonostante il periodo di stallo economico il mainstream regge ancora. Siamo portati ad andare ai concerti dei nomi noti, questo ci dà sicurezza. Invece tanti bravi artisti poco conosciuti se la vedono meno bene. I locali live sono rimasti molto pochi anche perché nei grandi numeri il pubblico non è più curioso di andare a sentire un artista per il semplice gusto di sentire cosa ha da raccontarmi con le note un essere umano, abbiamo sempre meno tempo e ciò che facciamo lo facciamo per necessità e sempre meno per piacere. Però in questo periodo devo dire che l’Italia ha davvero tanti bravi autori e voci stupende che meriterebbero uno spazio. Il mio auspicio è quello che i musicisti riescano a farsi sentire e le istituzioni capiscano la grave perdita che il nostro patrimonio artistico e culturale sta subendo in modo da agire concretamente.
Quali sono i vantaggi e svantaggi dell'era digitale?
Il vantaggio sta nel fatto che potenzialmente un artista indipendente e autonomo come me può proporsi ad un bacino di pubblico immenso (basti pensare che la città dove è stato più ascoltato su Spotify il mio nuovo singolo è Los Angeles), lo svantaggio è che tutto ciò non avviene senza una buona promozione, che logicamente ha dei costi che purtroppo non portano facilmente l’artista a realizzare dei Live per i motivi che ho spiegato nella domanda precedente. La rete è uno strumento con grandissime potenzialità frenate però da logiche di mercato che schiacciano la libertà artistica ed espressiva. Il mio impegno è quello di cercare di contrastare queste dinamiche cercando di promuovermi per quanto possibile nel modo più trasparente e genuino.
Come vedi il futuro della musica?
Voglio salutarvi con ottimismo. Nel futuro della musica vedo uno spazio per tutti, dove chi veramente ha da dire qualcosa per la qualità musicale della sua idea possa essere apprezzato da un pubblico curioso che rispetti la creatività e che gli artisti rispettino il pubblico non considerandoli come numeri ma come persone.