Cristian Albani è un cantautore italiano. Il suo ultimo EP s'intitola "Altrovunque".
Ciao Cristian, innanzitutto complimenti per l'uscita del tuo primo EP "Altrovunque". Cosa significa per te questo progetto e come descriveresti il percorso che ti ha portato a realizzarlo?
"Altrovunque" è il coronamento di una fase artistica molto importante ed intensa. Rappresenta un checkpoint per formalizzare quegli anni di gavetta che mi hanno portato ad essere l'artista che sono diventato. Un punto di incontro tra, appunto, un "altrove" - un luogo altro, ideale - e un "ovunque" - il trambusto della vita in tutte le sue sfaccettature.
L'EP raccoglie i tuoi singoli degli ultimi anni, ognuno dei quali sembra segnare una tappa importante del tuo viaggio musicale. Cosa ti ha ispirato a scrivere ogni canzone?
Ciascuna canzone è un capitolo del diario di questo viaggio, un'istantanea che cattura una piccola "era" (non siamo ai livelli dell'"Eras Tour" di Taylor Swift, ma l'idea è abbastanza simile!). Ogni singolo ha, infatti, avuto una sua iconografia (anche video) e un suo contesto, sia storico che di vita personale: pre/durante/post-pandemia, pre/durante/post conservatorio, e non solo.
Quali sono le influenze principali che hanno caratterizzato "Altrovunque"?
Le influenze sono molteplici, come molteplici sono le fasi creative dietro a ciascuna canzone. In generale la mia stella polare è l'indie/pop internazionale di artisti come Florence + The Machine e Alt-J, mescolato ad ascendenze cantautorali che passano per Battiato, Joni Mitchell, Sufjan Stevens e Niccolò Fabi.
Tra i brani presenti, c'è uno in particolare a cui sei più legato o che rappresenta un momento cruciale per te? Se sì, perché?
Di tutti i brani c'è "Archimede" che per me è molto speciale. Si tratta di uno dei miei primi brani scritti e prodotti, oltre che il primo che abbia mai pubblicato. Per questo EP l'ho riportato in studio per dare all'arrangiamento un nuovo lustro e, spero, per regalargli un nuovo momento di rilevanza.
Hai vissuto e studiato a Londra per due anni, e questo ha sicuramente influenzato la tua musica. Quali sono le differenze principali che hai notato tra il panorama musicale italiano e quello inglese?
La più grande differenza che esisteva in quel periodo (ultimi anni '10) era la distanza siderale tra i grandi media e gli artisti indipendenti che avevamo in Italia, poi per fortuna negli ultimi anni abbiamo fatto parecchi passi avanti. Gli inglesi esportano così tanta buona musica perché sono curiosi, attenti e "buongustai"; sanno quello che vogliono e come ottenerlo, sia chi crea che chi ascolta. L'orecchio medio italiano tende ad impigrirsi più in fretta.
Quali sono i tuoi piani per il futuro? Hai già in mente nuovi progetti o collaborazioni che vorresti esplorare?
In questo periodo sto mettendo insieme le idee dopo aver superato un periodo abbastanza lungo di blocco creativo. Ora che ho concluso questo capitolo, mi sento molto più libero e stimolato. In particolare, vorrei esplorare la scrittura insieme alla mia band e in modo non convenzionali rispetto a quelli a cui sono abituato; la collaborazione artistica, in particolare, mi incuriosisce molto e sto lavorando ad alcuni featuring.
Cosa ti auguri che i tuoi ascoltatori possano portare con sé dopo aver ascoltato il tuo EP?
Spero che "Altrovunque" non sia percepito come un cerchio chiuso, ma come un assaggio che stuzzica l'appetito e invita a rimanere a tavola per attendere le prossime portate in arrivo.