Giuseppe Roccia è un cantautore italiano. Il suo album di debutto s'intitola "Punto e a capo".
Cos'è la musica per te?
La Musica per me è aria fresca sul volto, è una parola che va scritta con la emme maiuscola, Musica. Emme come medicina, perché per me ha sempre avuto una funzione terapeutica e credo che per molta gente, anche per gli ascoltatori possa rappresentare una sorte di terapia non farmacologica, ed è tanta roba. Attribuisco alla Musica una funzione terapeutica perché ogni volta che scrivo un brano e successivamente lo canto mi svuoto e mi sento libero, percepisco che fa bene alla mia salute psico-fisica, e non potrei chiedere di meglio.
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Tra le esperienze che mi hanno maggiormente formato posso sicuramente inserire il mio ingresso in studio per la produzione del mio primo progetto, dal titolo “Qui è un casino”, nel lontano 2011/2012, in quanto per me era veramente il mio primo approccio con il mondo della musica, seppur underground. Un’altra esperienza che mi ha formato, a livello umano, è stato uno dei primi live in un locale del mio paese, una bomba di adrenalina assurda, sono passati tanti anni ma ricordo perfettamente ancora tutto, persino il mal di stomaco prima di salire sul palco, il mal di stomaco più bello che io abbia mai avuto. In ultimo, ma solamente perché è stata la più recente, ritengo di essere stato formato a partire da Aprile 2020 quando sono iniziati i lavori, a distanza, per la realizzazione dell’E.P. “Canzoni dal Divano” in collaborazione con Stranisuoni (Emanuele Lauriola e Alessia Lanna) e Alchimista (Davide Lusardi) in quanto per la prima volta in assoluto mi sono ritrovato solo con la strumentazione a dover registrare, seppur sapientemente guidato dalla regia di Emanuele; quindi definirei questa formazione sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista umano ed emotivo, poiché collaborato con due persone che fino a Marzo erano per me sconosciute, ma da li in poi sono diventati amici, oltre che colleghi. Consiglio a tutti un’esperienza del genere: abbandonate i vostri dubbi sulle persone e se riconoscete del valido negli altri non ritenetevi superiori e aprite le vostre braccia, sia a livello artistico che personale, non ve ne pentirete. Approfitto per ringraziare (anche) pubblicamente Emanuele, Alessia e Davide.
E' uscito il tuo album di debutto “Punto e a capo”. Ce ne vuoi parlare?
Assolutamente si. Anche se bisogna precisare che non è stato proprio il mio debutto, ma sicuramente tra i due è l’album che sento più mio, più sulla mia pelle, senza ovviamente screditare il primo progetto. L’album “Punto e a capo” è disponibile su Spotify, Apple Music, Amazon Music e gli altri digital stores a partire dal 30 Ottobre 2020 ma il progetto nasce molto prima. Più precisamente nasce verso Aprile/Maggio 2018 con l’inizio della scrittura dei brani e con l’ingresso in studio nel mese di Novembre dello stesso anno. Un percorso durato quasi 15 mesi, composto da sabato e domenica chiuso in studio per cercare e creare le alchimie che meglio potessero calzare ai brani. Un progetto che nasce con la forte volontà di scrivere per archiviare le situazioni raccontate, ricordandole serenamente e mettere un bel “Punto e a capo” col fine di ricominciare più in grinta di prima. Pur non essendo un concept album credo che questo sia il fil rouge che lega i 7 brani tra loro. In ultimo nasce poiché era forte in me il desiderio di realizzare un nuovo album dopo il precedente lavoro “Qui è un casino”, per confrontarmi con nuove sonorità e far sentire la mia maturazione artistica. Un album fortemente sentito, fortemente voluto e realizzato. PUNTO E A CAPO è stato interamente prodotto da David Zampini.
Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?
Sicuramente è un aspetto fondamentale ed è parte integrante per sperare di poter avviare il motore ma non mi sento di fornire un valore, ad esempio da 1 a 10, poiché talvolta non basta, non basta crederci molto e non basta impegnarsi, c’è anche la componente della fortuna, non bisogna dimenticarlo. Ma certamente i 3 ingredienti citati nella domanda non devono mai mancare in questa ricetta da parte dell’artista o degli artisti.
Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso le tue canzoni?
Parto dal presupposto che ogni canzone possiede un messaggio al suo interno e quindi non esiste un messaggio univoco applicabile ma sicuramente ciò che accomuna tutte le canzoni che ho fatto, e spero quelle che farò, è che tutti i testi sono stati scritti partendo da situazione di vita reale, senza esasperare i toni perché “il mercato vuole così”, senza quindi dover far qualcosa mettendomi una maschera per apparire ciò che non sono, quindi in ultima istanza direi che il messaggio che voglio lanciare è quello di essere autentici, nella musica e non, perché se non lo si è prima o poi il trucco cola, e la maschera pure. Spero che ascoltando i miei brani si possa respirare questo clima.
Com'è il tuo rapporto con il web e i social?
Devo ammettere che sono fortemente attratto dal mondo del web e in particolare dai social. Mi piace molto utilizzarli e il concetto di vetrina che ci sta dietro, ma anche in questo caso spero sempre che la gente li utilizzi per lanciare dei contenuti interessanti, significativi, che possano lasciare un’impronta negli utenti che leggono, osservano e/o ascoltano. Io stesso quando posto lo faccio con questa finalità e allo stesso modo sono attratto da post simili, post dai quali posso apprendere qualcosa, qualcosa di nuovo. Se utilizzato in questo modo il social credo possa essere un potente mezzo di comunicazione, ancora più di quello che già è. Un mondo affascinante insomma, cerchiamo di non rovinarlo e di non rovinarci come ad esempio Marracash descrive nel suo brano “Sindrome depressiva da social network”, ne consiglio l’ascolto.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro della musica?
Siamo in un momento storico difficilissimo, per la triste vicenda dell’emergenza Covid19 e francamente mi auguro che tutta la macchina dei Live possa ripartire per l’estate 2021 in un’atmosfera riconducibile ad una sorta di “normalità”, anche perché se così fosse vorrebbe dire che ci siamo lasciati la pandemia alle spalle, aldilà dell’aspetto musicale sarebbe veramente un gran bel miracolo. Quindi tornando un pò alla domanda iniziale mi auguro che tutto possa ripartire nel 2021 ma per quanto riguarda l’aspetto delle uscite dei brani nei digital stores non dovrebbero esserci problemi, nel senso che gli artisti continueranno a sfornare canzoni e album nel frattempo, e in un certo senso, meglio così, viva la Musica, che in questo momento può fungere da terapia sull’umore della gente, come già detto prima. Paradossalmente, se mi fermo a riflettere, questo potrebbe essere un momento funzionale per tutti gli artisti e le band che come me provano ad emergere e chi saprà sfruttare (nel senso positivo del termine) le occasioni otterrà qualche risultato, ne sono certo, c’è bisogno anche di aria nuova; in fondo è dalle crisi che poi si riparte e dall’etimologia della parola crisi, essa vuol dire crescita. Facciamo crescere chi vuole e merita di emergere.
Un saluto e un abbraccio da Giuseppe ROCCIA.