Chitarrista, insegnante, arrangiatore, turnista, e cantautore, Davide Seravalle ha pubblicato un libro ''La chitarra Rock per tutti'', che racchiude tanti anni di esperienza sul campo e come didatta, e che vuole essere un metodo per approfondire lo studio della chitarra Rock in tutte le sue forme, mescolando pratica e teoria, con esercizi di tecnica, studi ritmici, brani in stile chitarra solista e tanto altro.
Quali sono le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Innanzitutto, ciao a tutti gli amici di Soundfeat!
Non è una domanda facile perché ho tratto esperienza da quasi tutte le mie “avventure” nel mondo della musica, mi trovo quindi in difficoltà ad individuarne una in particolare. Sicuramente molto formativi sono stati gli anni passati in garage, da ragazzo, con la mia prima band (che poi è durata 11 anni), perché mi sono serviti per imparare a suonare con altre persone (molto diverso e molto più formativo rispetto a suonare da solo nella propria cameretta), a relazionarmi con loro e a rispettare il prossimo (in questo senso è consigliabile come esperienza formativa tout-court), ma mi sono servite anche per imparare l’inter-play (cominciavamo sempre le prove con lunghissime sessioni di improvvisazione) e per lanciarmi nella composizione perché, come molte band dopo anni di cover, anche noi ad un certo punto abbiamo sentito l’esigenza di esprimere la nostra musicalità. Senza contare che grazie agli Air To Brains (così ci chiamavamo) ho avuto la possibilità di suonare moltissimo dal vivo e quindi di “sbloccare” tutta una serie di abilità indispensabili per la realizzazione di una valida esibizione live.
Devo riconoscere che molto formative sono state anche le due esperienze nei musical (Rocky Horror Picture Show e Rock Of Ages), a dieci anni di distanza una dall’altra, perché mi hanno dato l’opportunità di imparare ad arrangiare i brani non più solo in funzione degli strumenti musicali (e dei relativi musicisti) a disposizione, ma anche nell’ottica di ottenere il massimo risultato scenico in un contesto teatrale, considerando la possibilità di “giocare” con più di dieci cantanti e relativi timbri vocali.
Altrettanto formativa, per quanto breve, è stata l’esperienza come frontman in un tributo a Jimi Hendrix, perché mi ha aiutato a superare la mia innata timidezza e soprattutto il disagio nell’affrontare una serata non più solo come chitarrista ma anche come cantante.
Hai da poco pubblicato il libro ''La chitarra Rock per tutti''. Qual è il metodo utilizzato e com'è strutturato?
Il metodo che ho utilizzato è in parte quello che uso a lezione e che ho sviluppato, e che continuo ad affinare, in più di dieci anni di insegnamento.
Dico in parte perché attraverso le pagine di un libro è molto più difficile comunicare, soprattutto rispetto alle possibilità offerte da una serie di lezioni individuali dove, per esempio, hai la possibilità di adattare la lezione e il metodo di studio e scegliere gli esempi musicali più adatti in base alla persona che hai davanti.
Per questo motivo ho deciso di adottare un metodo molto pratico dove più che le mie parole fossero le note a parlare. Ho creato un percorso progressivo in cui tutto quello che c’è da imparare per suonare rock in maniera credibile abbia una diretta applicazione pratica. Tutto viene infatti suonato fin da subito all’interno di basi musicali rock, dai primi accordi fino a ritmiche più complesse, dai primi esercizi di chitarra sulla scala pentatonica all’uso del tapping sulla scala maggiore. Anche la teoria è strettamente legata alla pratica e viene spiegata man mano che si presenta l’occasione o la necessità, evitando quindi che venga studiata in maniera astratta e quindi dimenticata quasi subito.
Perché un musicista dovrebbe acquistarlo? Dove è possibile trovarlo?
Proprio per le ragioni espresse nella risposta precedente, ne è venuto fuori un metodo che cerca in parte di colmare le lacune lasciate dal suonare da solo in cameretta, permettendo però di imparare divertendosi, suonando proprio in cameretta. Per un musicista che non parte proprio da zero, o quasi, credo che la parte più interessante sia, invece, quella che puoi trovare alla fine della prima e della seconda parte: ovvero i brani che ho costruito nello stile di alcuni dei più grandi chitarristi della storia del rock.
Dopo un lavoro di alcuni mesi, ho individuato alcuni cliché propri di tanti guitar Heroes e li ho rielaborati e reinterpretati per costruire dei brani che avessero una “forma canzone” credibile (non come tante backing track che non hanno quasi mai variazioni) e che fossero altrettanto credibili come esempi dello stile dei “mostri sacri”. Questi brani possono essere utili a chi non è alle prime armi per tante ragioni: possono servire da stimolo per approfondire lo stile di un chitarrista che è stato trascurato, possono spingere a studiare alcune particolari tecniche oppure possono servire per allenare l’orecchio, provando a impararli appunto “ad orecchio” e usando poi lo spartito come le soluzioni de La settimana enigmistica.
Il libro La Chitarra Rock Per Tutti da fine novembre è disponibile in tutti i migliori negozi di musica d’Italia e da dicembre è presente anche sul mio sito internet www.davideseravalle.com e su tutti i grandi store online. Per chi ha dubbi o semplicemente necessita di maggiori informazioni su dove e come reperire il manuale, consiglio di scrivere a info@dantonemusic.com.
Durante le tue lezioni qual è il messaggio che vuoi trasmettere ai tuoi allievi?
Con i miei allievi mi occupo di tutto ciò che riguarda la chitarra e non solo. A volte il lavoro dell’insegnante è molto vicino a quello dello psicologo e mi è capitato più volte di dover aiutare un allievo a risolvere alcune dei blocchi psicologici che lo attanagliavano per risolvere alcune problematiche che gli rendevano quasi impossibile imparare a suonare o che gli erano di ostacolo nello sviluppo di qualche particolare tecnica.
Senza entrare troppo nei dettagli, però, il messaggio principale che cerco di trasmettere ai miei allievi è questo: Dedica tutto te stesso alla ricerca della tua musicalità, non devi inseguire né clonare la vita di nessun altro, ma trovare il meccanismo interiore (e sviluppare le capacità pratiche ovviamente) per esprimere al meglio le tue emozioni. Alla fine la musica è il linguaggio delle emozioni.
Fai anche didattica online? Qual è la tua visione?
Sì, tramite la pagina facebook “La Chitarra Rock per Tutti” e il canale Youtube a mio nome, da un annetto ho iniziato a fare didattica anche online, con una programmazione quotidiana che alterna video puramente didattici a pillole di cultura rock a 360°.
Non ti nego che tra gli obiettivi prefissati c’era e c’è quello di far conoscere il mio lavoro a più persone possibili, ma col tempo è un po’ passato in secondo piano rispetto all’esigenza di diffondere il più possibile la cultura rock e della chitarra rock arrivando anche a chi, anche solo per ragioni geografiche, non ha molte possibilità di confrontarsi con un insegnante o con altri musicisti. Internet arriva dappertutto, sfruttiamolo!
Qual è la tua visione del mestiere di musicista ''oggi e domani''?
Ecco questa è forse la domanda più difficile di tutte. E’ stato proprio internet a stravolgere il mondo della musica e tutte le tradizionali modalità di fruizione della musica. Con la velocità con cui cambia tutto in questi anni è quindi quasi impossibile fare delle previsioni a lungo termine, resta perciò inevitabile che il musicista si concentri su quello che dovrebbe essere la propria “missione” da sempre: produrre bella musica e farlo bene.
Quali sono i cambiamenti ''positivi''che la tecnologia di internet ha portato nella musica secondo te?
Tra le positività portate da internet c’è innanzitutto la riduzione o la scomparsa, in alcuni casi, delle distanza fisiche. Questo dà la possibilità anche all’eremita che vive sulla montagna di avere tutta la musica del mondo in qualsiasi momenti, ma offre anche al musicista la possibilità di farsi conoscere in tutto il mondo e addirittura di comporre musica con altri musicisti senza muoversi da casa, ma semplicemente inviando la propria registrazione che poi verrà ricomposta e missata. Questo potrebbe essere anche uno svantaggio, come d'altronde lo è anche a livello sociale, perché non spinge i musicisti a incontrarsi di persona e a suonare guardandosi negli occhi, né i ragazzi a passare i pomeriggi in garage come hanno fatto tutti i musicisti (compresi i più grandi) delle precedenti generazioni. Però qui si entra in un intricato, e forse anche futile, ragionamento sulla società che non ci compete. Internet è un mezzo, sta a noi usarlo nel modo migliore.
Davide Seravalle