Out Of The Edge è una band italiana. L'ultimo singolo s'intitola ''Rise Another Day'', accompagnato anche da un video che è il trailer di un cortometraggio.
Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?
Ciao a tutti, sono Luca, batterista e fondatore del progetto Out Of The Edge. Innanzitutto ci terrei a ringraziarvi per questa possibilità che ci state dando per poterci raccontare. Le esperienze che ci hanno formato sicuramente non sono poche: arriviamo tutti da molti anni di esperienza nell’ambito musicale. Iniziando da ragazzini in una sala prove con gli amici a suonare i riff della storia come “Smells Like Teen Spirit”, poi pian piano con le prime band più serie fino ai progetti inediti. Il progetto Out Of The Edge, infine, è sicuramente di stimolo per tutti noi sia dal punto di vista musicale, perché ci spinge a fare sempre meglio, ma anche per la sua struttura: essendo infatti un progetto particolare ci troviamo solo in prossimità di concerti o di registrazioni in studio. Ci sentiamo spesso e vediamo perché abbiamo costruito un buon nucleo anche come rapporti umani, ma in sala prove ci attacchiamo agli amplificatori con poco anticipo, il che ci mette alla prova ogni volta.
Ci volete parlare del vostro nuovo singolo ''Rise Another Day''?
Il nostro nuovo singolo “Rise Another Day”, infatti è nato in modo molto particolare. Mi sono trovato a rendermi conto dell’esigenza di scrivere un nuovo brano dopo l’uscita e la vita del nostro primo EP “Birth” a Marzo 2018. Così incrociando il mio calendario con quello dei RecLab Studios mi sono reso conto che su quattro mesi c’era una finestra di disponibilità solo di due giorni. Così ecco fatto: prenotati gli studi per il mese successivo. Comunicata agli altri l’incombenza della registrazione, la domanda era ovvia “Ma il brano?”. La risposta non è stata altrettanto ovvia: “Lo devo ancora scrivere, ma non vi preoccupate. Sarà pronto almeno una settimana prima e sarà una bomba!”. Così è stato. E la scrittura di “Rise Another Day” è stato un processo che mi ha arricchito molto: ci siamo imposti che fosse un brano diretto e senza troppi fronzoli, che potesse caratterizzare la nostra voglia di intraprendere una direzione musicale che non fosse necessariamente simile a quella dell’EP e abbiamo cercato di dare tutti il proprio contributo nell’arrangiamento. E così è venuto fuori questo brano, di cui siamo molto orgogliosi che parla di coraggio, di determinazione e di fiducia nella vita e nel futuro.
Progetti per il futuro?
Anche noi abbiamo molto fiducia nel futuro ed è per questo che con “Rise Another Day” abbiamo deciso di dare una svolta al progetto Out Of The Edge. Il videoclip di questo nostro ultimo singolo, infatti, fungerà da trailer per un cortometraggio che stiamo scrivendo e che realizzeremo noi e la cui colonna sonora andrà a comporre il nostro prossimo album. Si tratta di sicuro di un progetto ambizioso in cui la musica non avrà più solamente un senso assoluto insito in sé, ma sarà strettamente legata a quello che la storia vorrà raccontare e che le immagini vorranno trasmettere. E’ questo progetto che ci sta tenendo molto impegnati ultimamente e che ci terrà ancora molto impegnati nel prossimo futuro.
Se doveste descrivere la vostra musica in tre aggettivi. Quali usereste?
Sicuramente la descriveremmo come ricca, stratificata e libera. Con questo non vogliamo assolutamente tirarcela, semplicemente ci piace pensare che nella nostra musica ci possano essere diversi strati di lettura: quelli più superficiali dove traspare la nostra voglia e necessità di libertà nella composizione e che ci porta a viaggiare tra mondi musicali molto differenti tra loro anche all’interno dello stesso brano; e poi quelli più nascosti, dove un orecchio attento ed allenato può notare l’attenzione e lo studio che ci piace dedicare alla composizione ed all’arrangiamento dei nostri brani, cercando però sempre di non cadere nel mero tecnicismo.
Cosa pensate della situazione musicale in Italia riguardante i concerti?
Pensiamo che purtroppo, soprattutto per quanto riguarda la musica emergente ed inedita, soprattutto di alcuni generi musicali non sia un momento storico particolarmente positivo. E’ difficile suonare nei locali perché, giustamente, i gestori temono che la serata possa essere un flop essendo la band solo emergente. La gente non va più nei locali per scoprire musica nuova ed a pacchetto chiuso, per cui spesso è anche difficile ottenere un rimborso spese per la serata. Ci si trova quindi in una situazione in cui si sa che per uscire dal buio di una sala prove e non essere più “emergenti” sia necessario farsi conoscere e quindi suonare tanto, ma è difficile trovare le occasioni per poterlo fare e quindi ci si trova in questa situazione che è un po’ come un gatto che si cerca di mordere la coda.
In che modo il web e i social possono essere di aiuto per una band?
Di sicuro si tratta di un luogo libero ed in cui si ha la totale liberà di farsi ascoltare, di mettersi in mostra e farsi conoscere per cercare di creare una buona cerchia di persone interessate alla propria musica. E’ una piazza in cui potersi esibire quando si vuole. Ma essendo una piazza ci sono una quantità incredibile di altre persone e band che cercano di fare la stessa cosa, per cui anche noi abbiamo un po’ come l’impressione che ci sia un overbooking dei social e quindi anche qui il mondo non sia così facile come potrebbe sembrare.
Come vedete il futuro della musica?
Incerto. Di sicuro non abbiamo idea di cosa potrebbe accadere anche se ci piace pensare che, come tutte le cose, possa tornare di moda la musica fatta in un certo modo, possa tornare di moda la voglia di uscire di casa e ascoltare la musica dal vivo anche senza conoscere quello che si sta ascoltando. Questa è la nostra speranza, forse poco realistica, ma che ci piace credere possibile e che ci da la forza di provarci.