La band Iguana ha fatto molta esperienza live ed è cresciuta molto da quando è stata fondata. L'ultimo singolo che la band propone s'intitola ''Cellulite''.
Com'è nata la vostra band?
La nostra band nasce nel 2009 fondata da me (Shave), e nel corso degli anni ha subito 3 fasi. Agli esordi suonavamo cover dei Green Day e i nostri primi inediti, poi successivamente abbiamo definitivamente abbracciato l’inedito.
Che musica fate?
Il nostro genere agli esordi era sicuramente punkrock, poi negli ultimi anni stiamo sperimentando nuove canzoni con influenze diverse. La nostra musica conta molto sull'impatto live e sull’energia, e sui testi che sanno allo stesso tempo provocare, divertire, stuzzicare e riflettere.
Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?
Le esperienze più formative sono tantissime, da ogni cosa si impara, soprattutto nel non fare gli stessi errori. La gavetta nei piccoli locali, il suonare davanti a poche persone senza cachet, ci ha fatto crescere. Come anche suonare al Palalpitour o al Gruvillage di Torino, o per Area Sanremo e Sanremo Rock; esperienze che ci hanno portato ad essere quello che siamo ora.
E' uscito il vostro singolo "Cellulite". Ce ne volete parlare? Progetti per il futuro?
Il singolo ''Cellulite'' parla, a differenza di quello che si può pensare solo vedendo il titolo, della malattia che abbiamo tutti al giorno d’oggi, cioè l’uso smisurato dello smartphone. Come progetti, a breve ci chiuderemo in studio, per la registrazione di un EP di 6 brani, tra nuovi e qualcuno vecchio modificato.
Se doveste descrivere con tre parole la vostra musica, quale usereste?
Provocatoria, sarcastica, onesta.
Avete all’attivo molti concerti. Ci sono abbastanza opportunità live per gli artisti che propongono musica originale?
Abbiamo all’attivo quasi 300 concerti live, tra pub, locali, festival, concorsi,ecc…. Ci sono tantissimi locali che fanno suonare band originali, però purtroppo sono sempre troppi quelli che prediligono le tribute band, rispetto agli artisti con canzoni inedite. E' più facile per un gestore fare un buon incasso con band che suonano canzoni già famose, rispetto ad artisti che devono ancora far conoscere la propria musica.
Quali sono i pro e i contro dell'era digitale?
I pro che si arriva alla gente più facilmente, e ci si può creare un pubblico anche solo sui social. I contro che i musicisti per diventarlo di professione, o investono grandi cifre di tasca propria, oppure partecipano ai talent, sperando di essere portati al successo, il cosiddetto calcio nel sedere. Un po’ di anni fa con vinili, musicassette e cd, gli artisti facevano soldi non solo con i concerti, era un'altra storia.
Come vedete il futuro della musica?
Il futuro della musica può essere tragico o magico, nel senso che, oggi i ragazzi non hanno più voglia di imparare a suonare uno strumento, e dunque si buttano sulla trap, una base e via. Però son sicuro che, andando avanti si scopriranno sempre nuovi generi, magari anche qualcuno interessante.