La band Eagon ha pubblicato il suo EP "Equilibrium Pt.1’’, uscito il 6 febbraio 2020, che anticipa il prossimo EP "Equilibrium Pt.2’’.

Com'è nata la vostra band? Che musica fate?

Gli EAGON sono un gruppo Symphonic Power Metal barese. Nascono nel 2018 dall’iniziativa della bassista e compositrice Valeria Tritto di avviare una collaborazione con la vocalist Monica Cimmarusti e dare così forma concreta a brani lungamente rimasti inediti. Il nostro principale obiettivo è quello di far conoscere la nostra musica in tutto il mondo, di creare, emozionare ed emozionarci, ispirandoci a band come Nightwish, Edenbridge, Sirenia, Delain, Within Temptation e altri grandi gruppi che hanno contribuito all’affermazione e diffusione del genere Symphonic Metal. Le sonorità degli Eagon presentano tuttavia numerose contaminazioni e influenze: nei nostri brani c’è sempre l’eco di band come Rhapsody of Fire, Therion, Sonata Arctica, Ensiferum, DreamTheater, Ayreon ecc. (per citarne alcune) e l’influenza di generi come il progressive, il folk, il gothic, il black metal.

Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?

Valeria e Monica sono legate da una forte passione per questo sottogenere del metal che si caratterizza per l’insolita unione tra sonorità potenti e aggressive (tipiche del metal) e parti sinfoniche, orchestrali, folk accompagnate da una voce lirica che richiama l’Opera e la musica classica. Entrambe sono grandi sostenitrici dei Nightwish e degli Epica ed in passato hanno avuto esperienze musicali strettamente legate al mondo del metal sinfonico: progetti che, seppur di breve durata, hanno permesso loro di crescere e maturare una propria specifica identità artistica e fungendo da fonte di ispirazione per la nostra creatività.

Da poche settimane è uscito il vostro EP "Equilibrium Pt.1’’. Ce ne volete parlare?

Il 6 Febbraio 2020 è uscito il nostro primo EP “Equilibrium (Pt.1)”, che rappresenta la prima parte di un lavoro più ampio che sarà completato solo dalla successiva pubblicazione di “Equilibrium (Pt.2)” che conterrà gli altri 5 brani dell’album.
E’ un affaccio ad un modo introspettivo di interpretare il mondo esterno e la propria fantasia cercando di mantenere l'equilibrio tra i vari aspetti della vita e ciò che cerchiamo aldilà di questa concretezza. Rappresenta per noi, allo stesso tempo, un trampolino di lancio ed un traguardo, il frutto di un anno (e forse più) di fatica, spese e sacrifici. Non vedevamo l’ora di poter far ascoltare qualcosa di nostro e di avere un biglietto da visita concreto da poter presentare in qualunque situazione musicale.
Ci piacerebbe poter proporre i nostri brani dal vivo e magari partecipare a Festival che ci consentano di raggiungere un più ampio pubblico.

Siete aperti alla sperimentazione?

Assolutamente sì. Come accennavamo prima, il sound della band non è ben definito e non ci piace essere catalogati secondo standard di genere più o meno canonici e ristretti. Parlare di Symphonic può servire per individuare la nostra “strada maestra”, ma la nostra musica è ampiamente contaminata da elementi Power, Folk e Prog e non escludiamo, anzi, ci auguriamo che nei prossimi lavori il nostro sound possa evolvere e arricchirsi di nuovi spunti e influenze.

Riguardo la diffusione della musica inedita. Avete avuta qualche difficoltà nel proporre la vostra musica ai locali, club, eventi live, in Italia o all’Estero?

In Italia non è affatto facile proporre musica inedita, specie se questa si discosta dal più comune cantautorato o dalla musica leggera cui la maggioranza degli ascoltatori è abituata.
Fare musica nei locali non ha più la stessa risonanza che aveva un tempo e pianificare una carriera a partire dalle date che i gestori concedono è ormai utopistico. Va però anche detto che, specie qui al Sud, la mancanza di “etica professionale” o, potremmo osare, l’"ignoranza" di molti proprietari di locali rende la situazione ancor più complicata poiché, di fatto, il numero di locali che si presterebbero ad ospitare delle band come la nostra è sempre più ristretto e i musicisti che presentano musica propria non vengono quasi mai rimunerati (o comunque in misura decisamente esigua). L’estero ci offrirebbe senz’altro chances che qui non ci vengono date, un po' per gusti, un po’ per cultura.
L’unico vero canale analogico che resta alle band è quello dei Contest e dei Festival, grazie ai quali è possibile proporre la propria musica ed acquisire una notorietà nazionale od internazionale.

Com’è il vostro rapporto con il web e i social?

Splendido! Ci dedichiamo volentieri all’attività di social-networking per curare e promuovere la nostra pagina e i contenuti ad essa inerenti. Il Web è uno strepitoso strumento di diffusione su larga scala non solo di contenuti multimediali come audio e video ma anche a soprattutto di un marchio, di un nome, di un’attività come la nostra che ha bisogno di supporto, marketing e pubblicità per poter aumentare la propria visibilità e diffondersi. La rete ci viene parecchio incontro in questo, poiché ci consente, attraverso canali digitali come Spotify o ITunes, di raggiungere anche cerchie più ristrette e specifiche di ascoltatori, indirizzandoci con più facilità verso coloro che condividono i nostri gusti ed ascoltano questi generi musicali. Ovviamente i brani circolano con molta più facilità e rapidità ed il riscontro è molto più immediato….oltre che gratificante!

Come vedete il futuro della musica?

In Italia è difficilissimo emergere e proporre generi come il nostro, le etichette disposte a promuovere questo tipo di musica sono poche e affollatissime. Ne consegue che difficilmente una demo autoprodotta viene accolta in prima istanza e con facilità: il livello delle band è molto alto ed anche la produzione è spesso molto curata, anche in band emergenti che si stanno affacciando per la prima volta sul mercato. Nel resto d’Europa credo che il problema sussista di meno, benché ci siano nazioni in cui il metal è allo stesso modo messo da parte. C’è da dire però che in paesi come la Scandinavia, il metal in ogni sua forma è molto sentito e diffuso pressoché in tutti gli strati della popolazione (alla stregua del nostro pop).