''Verso casa'' è il progetto di Alessandra Dresda, in collaborazione con l'associazione Onlus Pet levrieri, per la raccolta fondi a favore della causa mondiale "Save the Macau Greyhound". Il suo pensiero? ''Anche le canzoni a volte ci possono aiutare a percepire la sensazione di casa''. Alessandra, oltre al progetto, ci racconterà la sua interessante visione della situazione musicale attuale e futura.

Come hai incominciato a scrivere canzoni? Suoni anche uno strumento?


In realtà ho iniziato fin da piccola a scrivere poesie. Desideravo esprimere e manifestare dei miei stati interiori, ma la maggior parte delle volte ciò che usciva era malinconico, fatta eccezione per una poesia che ho scritto a 10 anni, intitolata "la Pratolina". Col tempo le poesie diventavano sempre più elaborate, pertanto sentivo la necessità di incorniciare le parole con la musica. Iniziai cosi a studiare chitarra. Adoravo suonare, nonostante avessi un insegnante molto rigido e severo, non vedevo l'ora di arrivare a casa per strimpellare. In principio ottenevo scarsi risultati quando cercavo di musicare i testi, perchè per me prima arrivava la musica e poi le parole. Le canzoni iniziarono a prendere forma dopo alcuni anni, lasciandole fermentare su fogli bianchi, mentre le musiche mi suonavano da subito in testa.


E' appena uscito il tuo nuovo album dal titolo ''Verso casa'', che ha una causa di beneficenza. Ce ne vuoi parlare?


"Verso casa" è una raccolta di canzoni inedite scritte alcuni anni fa, con due bonus track, i brani "Aria" e "Da un palco", che anticipano il mio prossimo album. Il progetto è nato in collaborazione con l'associazione Onlus "Pet Levrieri" per la raccolta fondi a favore della causa mondiale "Save the Macau Greyhound", vi invito a leggere la storia dettagliata di questo progetto sul sito dell'associazione: www.petlevrieri.it. Il cd verrà reso disponibile in copia fisica a partire dal 1 dicembre 2018, presso l'Agriturismo Malerba di Bollate (MI), in occasione del "Galgo Adoption Day", un'ottima scusa per conoscere questa realtà a molti sconosciuta, farsi gli auguri di Natale e ovviamente, sostenere questa causa di beneficenza. I cd saranno acquistabili ad offerta libera, ma per chi non potrà partecipare di persona, abbiamo reso disponibile anche l'album digitale al seguente link: https://alealive.bandcamp.com/album/verso-casa
Tutti gli utili raccolti verranno devoluti all'associazione per i greyhound salvati dal terribile inferno del Canidrome di Macao (Cina).
Tutti abbiamo bisogno di una casa e di provare calore e amore. Anche le canzoni a volte ci possono aiutare a percepire la sensazione di casa. La musica ha questo grande potere di raggruppare e guarire. In questo caso l'abbiamo messa al servizio di un fine elevato, per colorare la vita di queste anime che fino ad oggi hanno conosciuto solo sofferenza e dolore. Il titolo è un augurio di trovare presto un luogo e una famiglia che li possa amare.


Qual'è il messaggio che vuoi trasmettere con le tue canzoni?


Per me la musica è una manifestazione divina. Un linguaggio potente, universale, finalizzato a trasmettere quello che mi arriva dal cuore. Quando ci si esprime attraverso la musica, mettiamo in luce delle emozioni che possono avvicinarsi all'animo di un ascoltatore sensibile, facendolo immedesimare nelle situazioni e nei sentimenti espressi con questo incredibile mezzo di comunicazione, che diventa, oltretutto, un collante per l'aggregazione e la riflessione personale.


Cosa pensi del panorama canoro attuale? Credi nei talent show come vetrina per farsi conoscere?


Personalmente trovo il mondo canoro di oggi molto spigoloso e difficoltoso per far emergere l'aspetto più emotivo di chi canta. Se la musica parte da un bisogno interiore, come comunicare, emozionare o ascoltarsi, trovo incongruente rendere la musica una sfida, un calcolo puramente consumistico e commerciale, finalizzato esclusivamente al guadagno o all'immagine. Diciamo che la mia percezione è di denaturalizzazione della musica, anche se purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) è naturale che ci sia un processo evolutivo del modo in cui si fa musica. I Talent Show possono essere una buona vetrina per ottenere visualizzazioni, perchè, forse per deformazione acquisita, si associa ad un maggior numero di like, maggiore credibilità di un progetto, ma non è sempre così. Ci sono moltissimi musicisti con talento che non hanno nemmeno un seguito virtuale, ma non per questo non meritano di essere ascoltati. Andrebbe più che altro sviluppata una cultura musicale di base, già nelle scuole, per poter rendere comprensibile cosa siano davvero i Talent.


In che modo usi il web e i social per la tua attività di cantautrice?


Utilizzo i social media principali (Facebook, Youtube, Instagram e Twitter) per condividere le news, i brani, le date e qualche curiosità. Ho anche un sito, che attualmente è in fase di aggiornamento grazie allo splendido staff di "DLCOM SAGL", un'azienda svizzera specializzata in grafica e design web. Tendenzialmente preferisco che le attività digitali rimangano secondarie, perchè il vero nocciolo duro rimane ciò che un musicista porta sul palco. Il lavoro che sta dietro ad un'esibizione è molto intenso e impegnativo. Inoltre, l'immagine che si "vende" sul web deve essere congrua con le aspettative create: possiamo essere esperti in marketing digitale, ma quello che poi conta veramente è la sostanza.


Riguardo la diffusione della musica inedita nella società attuale. Quali sono le difficoltà per un cantautore di proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?


In Italia ci sono molti locali che propongono musica inedita, ma il pubblico che segue queste realtà è molto ristretto. La cultura musicale italiana è più focalizzata sull'ambito cover e tributi: probabilmente per questioni di "cassetto", i gestori preferiscono calendarizzare questo tipo di progetti. Un cantautore semi-sconosciuto ha sicuramente la possibilità di esibirsi, ma molto spesso ciò avviene senza un compenso, ed è sbagliato. Chi crea dovrebbe essere valorizzato per questo maggiore sforzo, anzichè penalizzato. All'Estero avviene il contrario: i bravi musicisti percepiscono un cachet se eseguono i loro brani. Forse manca la cultura all'ascolto, la musica viene vista in Italia come forma di intrattenimento fine a se stesso. Personalmente faccio fatica a proporre una scaletta di soli brani inediti, pertanto sono giunta al compromesso che in ogni live li inserisco in un contesto con altri pezzi cover, rivisitati nel mio stile.


Come vedi il futuro della musica?


Come vedo il futuro in generale forse? La musica è fatta per chi sa ascoltare. Le persone sono bombardate continuamente da informazioni, che danno illusione di avere maggiore scelta, ma in realtà spesso sono solo distrazioni da ciò che conta veramente. Tutto è veloce, finalizzato al "mordi fuggi", "usi e getta", si tende a creare in quantità, forse penalizzando a volte la qualità. Bisogna avere la capacità di fermarsi, fermare questa frenesia consumistica per cogliere l'essenziale. Probabilmente questa fase è solo un passaggio, ma sono convinta che la musica diventerà merce rara, forse accessibile solo da un'elite elevata.