Alessandra Tamburella è una cantante che con il suo nuovo progetto ''Liscia'', nato con la collaborazione di Alfonso D'Amora, si è messa in gioco, cantando brani in dialetto siciliano. Nel panorama musicale c'è troppa superficialità - secondo la cantante - per via della troppa importanza all'aspetto esteriore delle cose.

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

Senz’altro cantare nel Coro gospel, che frequento da diversi anni (come contralto). Inoltre, il progetto “Liscìa” nato un anno fa, mi ha fatto crescere parecchio sia per l’esperienza maturata in sala di registrazione, sia perché ho iniziato a scrivere testi.

Porti avanti il progetto Liscìa con Alfonso D'Amora. Ce ne vuoi parlare?

Come accennato prima, il progetto è nato circa un anno fa, dall’incontro con Alfonso, musicista napoletano che padroneggia generi diversi, orientato ad una ricerca musicale sulle nostre radici meridionali. Dall’incontro, è nato un forte legame mentale che si è subito trasformato in sintonia musicale. Ha apprezzato molto la mia voce, ma voleva sentirmi cantare in siciliano. “Perché solo in questo modo tiri fuori la vera Alessandra”. E, lasciandomi ispirare da un paio di musiche fornitemi da lui, ho sviluppato un lato della mia creatività che non sapevo di avere, perché ho trasformato le mie emozioni in testi scritti in dialetto siciliano. Ed esattamente un anno fa, è nata “Comu Lu Mari”.

Progetti per il futuro?

Stiamo lavorando alla realizzazione di nuovi brani, ai fini della pubblicazione di un album forse anche su supporto fisico, che comprenda pure i brani di “Comu Lu Mari”.

Autoproduzione oggi. Qual è la tua visione?

Diciamo che l’autoproduzione ha i suoi lati positivi e negativi. Infatti, viste le difficoltà economiche che i musicisti devono affrontare, questa permette di prendersi cura della registrazione, della pubblicazione e della promozione del tuo album, ad un costo gestibile. Ma al tempo stesso bisogna pensare come un’etichetta discografica, il che significa prendersi cura di cose tipo il finanziamento ed il budgeting delle registrazioni, il raggiungimento di blog ed altri media e di strutturare la giusta strategia di promozione. Quindi una serie di tasks che potrebbe rivelarsi ardua.

Cosa pensi del panorama musicale attuale?

Devo ammettere che in giro sento troppa superficialità. Viviamo in un’epoca in cui è più importante l’aspetto esteriore che il contenuto. Per non parlare della cultura, aspetto diventato una nota dolente per l’Italia. E credo che anche il panorama musicale sia stato macchiato da questo fenomeno. Artisti noti che tirano fuori brani “copia” dei loro successi del passato, ma che vanno avanti solo per il loro nome. E spesso eclissano gli artisti emergenti, che magari presentano musica originale e di qualità. O artisti emergenti che si presentano con musica (che io definirei trash) talmente orecchiabile ma priva di significato, che comunque diventa il tormentone di turno.

La musica originale di oggi può essere considerata di qualità?

Esiste in giro tanta musica originale di qualità, di diversi generi. Ma a volte fa fatica a farsi spazio, per i motivi di cui sopra.

In che modo usi il web e i social per la tua attività musicale?

Uso parecchio Facebook e Instagram per promuovere sia l’album “Cunti di Passiùni”, che il canale YouTube “Liscìa”. Spesso ricorro alla messa in evidenza dei post, per raggiungere migliaia di persone al giorno.

Come vedi il futuro della musica?

La selezione musicale nei media rispecchia molto la società in cui viviamo. Credo che la superficialità che affligge quest’epoca di transizione possa lasciare spazio a valori etici ed estetici più profondi, tutto dipende dal contributo che ciascuno decide di dare. Noi cerchiamo, nel nostro piccolo, di essere sinceri e appassionati e, per quanto possiamo, fuori da schemi precostituiti. Voglio credere che l'esigenza di una società migliore si esprimerà anche nella diffusione di una musica più profonda che esiste e vive grazie allo spirito di produzioni realmente indipendenti.