Emanuele De Lucia dopo aver intrapreso gli studi presso il Conservatorio "Niccolò Piccinni" di Bari e essersi laureato in ‘’Chitarra Jazz’’, ha fatto molta esperienza live, collaborando con Francesco Baccini e aprendo dei concerti di Fabrizio Moro. Oggi, persegue con entusiasmo la sua attività di insegnante.

Ci approfondisci i tuoi studi musicali?

I miei studi musicali iniziano esattamente 17 anni fa o giù di li, quando insieme a mio fratello strimpellavamo qualche canzone del "canzoniere". Qualche anno dopo ascoltai un album dei Queen "The Miracle" e ne rimasi folgorato a tal punto che mi innamorai degli assoli di Brian May, di qui i miei primi studi delle scale ecc... Nel 2007 ho frequentato il conservatorio di Bari laureandomi alla triennale in Musica Jazz. I miei maestri furono Guido Di Leone e il chitarrista dell'orchestra di Ennio Morricone. Ho partecipato a vari seminari tra cui "Scott Henderson, Guthrie Govan e Greg Howe, e di Italiani come il grande Andrea Braido, ex Vasco Rossi e Ciro Manna e uno con Donato Begotti. Attualmente studio con il chitarrista jazz "Fabrizio Savino" nonché il più influente.

Quali sono state le tue collaborazioni? Quali sono i progetti per il futuro?

Ho collaborato, grazie al cantautore Inigo, con cui suono tutt'ora, con Francesco Baccini in un singolo di Inigo dove appaio anche in un videoclip e poi con Andrea Mirò, un altro pilastro della musica italiana. Ho aperto vari concerti di Fabrizio Moro, tra cui quest'estate uno a Rutigliano (BA) davanti a 30mila persone.

Quali chitarre suoni? Preferisci quelle di liuteria o standard?

Attualmente suono con una chitarra "Vintage", ma adoro molto il suono STRATOCASTER, anche se mi sto avvicinando al suona della Telecaster della Fender. Di Liuteria ho provato le Manne e le Paoletti e devo dire che mi sono piaciute moltissimo.

Sei un insegnante. Qual è il tuo metodo di didattica?

Beh..il mio è un metodo messo su in base a tutte le esperienze fatte in passato con i miei insegnanti, almeno per quanto riguarda la teoria, ma in realtà mi trovo spesso a che fare con allievi a cui piace il virtuosismo e io direi che in questi anni mi sono concentrato proprio su questo, ad esempio su alcune tecniche che uso particolarmente come: La plettrata alternata, lo speed e lo sweep picking, la tecnica del legato e il tapping a otto dita, una tecnica su cui mi sto concentrando particolarmente e dove sto dedicando del tempo per tirar fuori degli esercizi personali da insegnare ai miei allievi. Per chi non conoscesse questa tecnica, Daniele Gottardo è un'icona in Italia, poiché i suoi brani si basano soprattutto su questa tecnica.

Cosa vuoi trasmettere ai tuoi allievi?

Voglio trasmettere la passione per la musica e soprattutto per questo strumento e tirar fuori un loro linguaggio, espressione da tirar fuori suonando. In fondo la musica serve per tirar fuori quello che non si può dire a parole. Io la chiamo una sorta di telepatia con la quale comunicare con chi ti ascolta.

In che modo il web e i social possono essere utili per farsi conoscere come musicista?

In realtà io sono una vecchia guardia e ho lavorato poco con i social, ma da un anno a questa parte noto che le mie condivisioni su Facebook o Instagram, aiutano molto a farti conoscere. Io sto pensando di creare un blog con video e lezioni e farlo conoscere tramite i social.

Come vedi il futuro della musica?

Ecco, questa è la domanda che più mi spiazza. Io sono cresciuto con la musica degli anni 70 e 80, quindi con riff e assoli di chitarra, mentre in questo futuro l'elettronica la fa da padrona. Purtroppo a volte mi ritrovo ad ascoltare dei concerti dove non si suona niente o al massimo una Drum Machine e un iMac e questo non è molto salutare per i musicisti poiché lo studio della musica è fondamentale. A prescindere dallo studio della musica, mi capita spesso di ascoltare delle melodie orecchiabili, ma nei "live" anche l'occhio vuole la sua parte. Vedere una batteria, un basso, una tastiera e una chitarra suonati dal vivo, fa sempre piacere.