Re Del Kent sono una band italiana. E' uscito il loro singolo "Bianco e Nero"

Com'è nata la vostra band? Che musica fate?

La band è stata fondata dopo che Dario e Omar hanno chiuso col precedente progetto, che in realtà non è nemmeno mai ufficialmente partito. Dopo aver messo un annuncio su Villaggio musicale, Max si è unito al gruppo ed ha portato con sé Dani poco dopo. Il nome dovrebbe essere stato proposto da Dario perché sotto sotto ha un debole per Max e voleva qualcosa che lo ricordasse. Ecco perché ci siamo ispirati a Sant’Etelberto Re del Kent che si festeggia il 24 Febbraio, data dell’inizio di questa bellissima avventura, e che è bello come lui. Noi facciamo principalmente Alternative rock in italiano, anche se etichettarci è una cosa difficile e che a noi non piace molto fare.

Quali sono state le tappe più importanti del vostro percorso musicale?

In questo nostro percorso sicuramente è da ricordare l’ep “24 Febbraio” uscito quest’anno (indovinate il giorno), la nostra prima apparizione nella scena musicale. Oltre a questo è stato bellissimo suonare al RockNRoll a Milano, ambiente stupendo e ricordo reso ancora più particolare perché è stato l’ultimo vero live prima della pandemia… La prossima tappa sarà il nostro primo album, in uscita a breve! Ma niente spoiler perché Dani si arrabbia.

E' uscito il vostro singolo "Bianco e Nero". Ce ne volete parlare?

Bianco e nero è un inno alla rabbia e all'insicurezza che ci circondano, dove prevalgono le ingiustizie ed i meriti non esistono più. In questo mondo o è bianco o è nero, non esistono sfumature, colori, modi o soluzioni per cercare di cambiare o realizzare qualcosa. Solo due colori opposti, o sei qualcuno o non sei nessuno. Ma soprattutto, non hai la possibilità di diventarlo. Il video, invece, va un pò in contrapposizione al concept del brano e di fatto abbiamo deciso di chiamare un pò di amici per girarlo e soprattutto di giocare molto coi colori. Così da donare un pò di allegria ad Omar, autore del testo.

Qual è il messaggio che volete comunicare attraverso le vostre canzoni?

Più che un messaggio, attraverso le nostre canzoni vogliamo raccontare un pò di noi. I nostri brani sono personali, un breve percorso attraverso le sfumature della nostra quotidianità. Rabbia, paure, insicurezze e tutte le emozioni che sono la conseguenza della società in cui viviamo e di come ognuno di noi si approccia alla vita. Noi ci mettiamo l’anima in ogni testo ed è una cosa di cui andiamo particolarmente orgogliosi.

Ci sono degli artisti a cui vi ispirate per la vostra musica?

Facendo pezzi in italiano è quasi d’obbligo nominare Ministri, FASK, Teatro degli Orrori, Zen Circus e Verdena. Per il resto se iniziamo ad elencare tutti i gruppi non la finiamo più... nell’ultimo anno diciamo che sono stati apprezzati diversi gruppi e generi... dai Trivium ai Fontaines DC, dal Triangolo agli Odesza.

Quali sono i pro e i contro dell'era digitale?

Il pro e il contro dell’era digitale secondo noi è uno e si chiama accessibilità. Da un lato il digitale ti permette di usufruire illimitatamente di tutto l’archivio musicale presente, che per un ascoltatore è una cosa magnifica, oltre che da la possibilità di imporre la propria musica sulla scena con un budget molto limitato rispetto al passato. Dall’altro per un musicista è sempre più difficile imporsi perché ci sono talmente tanti artisti e opere che i brani vengono scoperti masticati e buttati a velocità stratosferiche, preferendo cose più easy ma d’impatto per la massa.

Cosa possiamo aspettarci per il futuro della musica?

Il futuro per la musica è difficile da decifrare: dipenderà molto da come ne usciremo da questo brutto periodo. Certo la speranza è che tutto torni alla normalità e che tornino i live il prima possibile, sia per le band che per gli ascoltatori. E’ vero che stiamo vivendo la digitalizzazione di tutto, però le emozioni dei cari vecchi live non verranno mai sostituite da Spotify e dalla trap!