Sabrina Cocuccio è una giovane cantautrice italiana. Il suo ultimo album s'intitola "Dancing in My Head".
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Nella musica ogni esperienza è formativa: le lezioni, gli insegnanti, i contest, le sessioni in studio... personalmente però credo che le esibizioni live siano lo strumento migliore per mettersi alla prova e crescere. Il confronto con il pubblico permette uno scambio di emozioni e i feedback che si ricevono forniscono consapevolezze e spunti di riflessione. Ho sempre sostenuto che le serate di musica dal vivo siano la migliore gavetta per un artista e da poco ho iniziato a fare busking per le vie di Milano, la mia città.
Ci vuoi parlare del tuo album “Dancing in My Head”?
L'idea di realizzare un disco di inediti è nata circa due anni fa, quando ho iniziato a muovere le mani su un pianoforte e a capirci qualcosa di accordi. Ho avuto la fortuna di collaborare con professionisti che artisticamente stimo molto e sono fiera del risultato finale. E' il mio primo album come cantautrice e in ogni canzone racconto qualcosa di me, della mia vita e della mia personalità. E' un disco che rispecchia la mia sensibilità... a tratti scanzonato, a tratti malinconico, coraggioso, introspettivo, romantico. Ci sono canzoni a cui sono maggiormente legata perché scriverle mi ha aiutata a riconciliarmi con errori e fallimenti del passato. E in fondo parlo anche di amore per la musica, da sempre la mia ancora di salvezza.
Ci sono degli artisti a cui ti ispiri per la tua musica?
Non direttamente, ma mi accorgo che tutto quello che ascolto inevitabilmente mi influenza. Sono cresciuta negli anni '90, ho amato la musica pop e rock dei primi anni 2000 e sono un'inguaribile nostalgica. Queste sonorità sono estremamente presenti nel mio album.
Quanto contano secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?
Sono tutti elementi fondamentali. La passione è quel fuoco che ti brucia dentro e ti spinge a non desistere di fronte agli ostacoli e alle eventuali porte chiuse in faccia, la costanza è necessaria per perfezionarsi ed evolversi costantemente. Infine la motivazione aiuta a stabilire un percorso, a non disperdere le energie bensì a concentrarle per il raggiungimento di un determinato obiettivo.
Autoproduzione oggi. Qual è la tua visione?
Nell'era del digitale autoprodursi è sempre più spesso una scelta obbligata. Le etichette discografiche affrontano una crisi che le costringe a riorganizzarsi e ad adeguarsi ai cambiamenti imposti dal web. Investono sempre meno in nuovi progetti e tendono a privilegiare la quantità a discapito della qualità. Da artista indipendente tendo comunque a viverla come una possibilità: gestisco in prima persona tutto ciò che riguarda la mia musica, non ho vincoli né schemi da seguire e ho totale libertà. Scelgo come e quanto investire nel mio progetto e anche i piccoli risultati sono fonte di grande soddisfazione.
Quali sono i pro e i contro del web e i social?
La rete è una vetrina che permette a chiunque di farsi ascoltare, è un importante strumento di divulgazione artistica. I social sono un mezzo di comunicazione estremamente democratico e offrono a chi fa musica la possibilità di crearsi un pubblico con cui condividere le proprie canzoni. Per il settore musicale, indubbiamente tra i più colpiti dalla crisi dell'emergenza Covid-19, sono un'importante risorsa. Occorre comunque utilizzarli in maniera consapevole ed equilibrata e non essere ossessionati dalla costante ricerca di approvazione.
Come vedi il futuro della musica?
Ad ogni cambiamento sociale corrisponde da sempre un cambiamento musicale. Gli smartphone hanno sostituito i walkman, i negozi non vendono più dischi perchè ormai le canzoni si acquistano sulle piattaforme digitali. Cambiano le generazioni e cambiano i gusti, ma i grandi del passato, chi ha davvero fatto la storia, non passerà mai di moda e resterà per sempre indimenticabile.