Alessio Gaviano è un giovane cantautore. Per lui scrivere canzoni significa raccontare la propria storia e tutto ciò che si ha da dire sulla vita.

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

Quando nei locali la gente che sta li, che sta tranquillamente mangiando e bevendo in santa pace e si ferma ad ascoltarti, quella è esperienza, musicale e non solo. Ci sono stati vari concorsi regionali e nazionali, ho raccolto tante cose belle, complimenti, congratulazioni varie, sensazioni, le sensazioni sono quelle che mi porto a casa ogni volta che mi esibisco. Si è vero, tante belle esperienze a livello musicale che possono fare curriculum, ma il contatto con la gente, che siano 10,100 o 1000 persone, quella è l’esperienza più bella che un cantante possa fare.

Quali sono i tuoi progetti attuali e per il futuro?

Ho fatto un processo inverso, prima ho sperimentato un pò, ho cercato di vagare su vari generi, vari stili, tenendo sempre bene a mente quale fosse il mio. Ho cercato di dare sempre la mia impronta nei testi, ho cercato di tenere una penna riconoscibile nonostante cambiassero i mood e i generi, ho cercato di essere me stesso in tutti i pezzi ma sono sicuro che il vero me stesso uscirà nei pezzi che ho ancora chiusi in studio. Progetto futuro? Un EP dove mettermi a nudo completamente, metaforicamente parlando ahah

Ci sono abbastanza opportunità live per gli artisti emergenti?

Io vengo dalla Sardegna, una regione spettacolare in tutto e per tutto ma non sicuramente per le opportunità musicali. C’è molto poco, pochissimo se non niente. Qui le opportunità te le devi creare, le devi inventare. Ti snobbano facilmente, non credono in te, puntano su altro, puntano sul “continentale”, nemmeno ti ascoltano. Ok, sicuramente potrò non piacere a tutti, ma ascoltami, poi giudichi. Ci sono poche opportunità veramente, una serata live? La organizzo io, in un locale dietro casa che mi da l’opportunità di esibirmi e far esibire chi ha voglia, una sorta di open mic.

Ci sono degli artisti a cui ti ispiri per la tua musica?

Devo essere sincero, l’onda di musica indipendente mi ha preso in pieno. Non mi ispiro a nessuno in particolare, tra i miei preferiti però ci sono Gazzelle e Calcutta, Giorgio Poi, Brunori… aaa Brunori. Tornando indietro vado su Battisti, De Gregori, Dalla. Ascolto volentieri tutta quanta la musica, apprezzo il 90% della scena indipendente. Ascolto volentieri chi ha qualcosa da raccontare, mi lascio trasportare, mi immergo nei loro testi e li faccio un pò miei, come se li avessi scritti io, così riesco ad apprezzare tutto molto di più.

Sei aperto alla sperimentazione?

Assolutamente si, mi piace sperimentare, mi piace entrare in beat completamente diversi, certo non sempre riesce bene ma vabbè. Mi piace la trap, la ascolto volentieri, mischierei un pò di indie con un pò di trap, uscirebbe una roba molto figa. SI, mi piace sperimentare, mi piace collaborare, mi piacciono i feat.

In che modo il web e i social possono essere utili per l'attività di un artista?

Siamo nel 2020, i social sono molto importanti, Facebook e Instagram soprattutto, ma già MySpace lo era. I social ora come ora sono la vetrina per gli artisti, la gente è curiosa di sapere cosa fanno gli artisti durante il giorno. Prima ero più ossessionato dall’idea di essere “celebre” su instagram, leggevo un sacco di cose su come crescere sui sociale e bla bla bla, perdevo molto tempo e sinceramente mi sentivo un pò stupido. Ora sono molto più easy, della serie, chi mi ama mi segua.

Come vedi il futuro della musica?

Bella domanda questa. Il futuro della musica? Cantautori vecchio stampo. Prima o poi la gente si stuferà di ascoltare chi non ha niente da dire. Mi piace la musica che ha qualcosa da raccontare, che ti racconta di qualcuno o di qualcosa, che ti consola o che effettivamente ti butta giù. Ora molte “hit” parlano di come uno si droga e di come vive nella ricchezza più totale. Ben vengano le schittarrate con testi struggenti da cantare in spiaggia a squarciagola con amici e birre. Ben vengano i nuovi Battisti! Vedo un futuro reale, dove anche chi ha soldi piange e dove anche chi non ha soldi è felice grazie a tanto altro. Spero che qualcuno riuscirà a raccontare tutto ciò, io ci proverò sicuramente.