Giacomo Di Carlo è un cantautore e chitarrista italiano. Il suo ultimo singolo s'intitola "Girotondo", uscito il 28 febbraio 2025.

Ciao Giacomo, raccontaci un po' del tuo percorso musicale. Come è iniziato tutto per te?

Il mio primo vero approccio musicale è avvenuto in primo superiore, dove conobbi quello che ancora oggi è uno dei miei migliori amici. Ascoltavamo e condividevamo tanta musica (prevalentemente Metal e Punk), io gli facevo ascoltare quello che conoscevo e che precedentemente mi aveva già tramandato mia sorella e lui faceva lo stesso con me. Poi abbiamo cominciato a frequentare ragazzi più grandi di noi (amici di mia sorella) che guarda caso erano auto muniti e sopratutto disposti a portarci dietro ai vari concerti. Lì ho avuto la grande possibilità di rubare tanto con gli occhi e di viaggiare coi pensieri. Tutto quello che vedevo durante i concerti cercavo di riportarlo in sala prove, dove poi più avanti, con quegli stessi amici decidemmo di mettere su una band punk hardcore. Avevo 16 anni, tanta rabbia e una voglia matta di suonare dal vivo, volevo respirare la stessa aria che respiravano le band che andavo a vedere e provare le stesse sensazioni.

È uscito il tuo nuovo singolo, "Girotondo". Puoi raccontarci come è nata l'idea di questa canzone? Cosa ti ha ispirato?

Girotondo” nasce dall’esigenza di mettere alla luce una determinata situazione che io in prima persona ho vissuto o che comunque mi hanno raccontato. In effetti molti dei brani che scrivo (e che ho scritto per il disco) hanno quest’ottica. Dunque traggo spesso ispirazione da ciò che vedo con i miei occhi o che la gente mi racconta, trovo le dinamiche umane molto interessanti e ricche di contenuti, quindi di ispirazione.

Nel brano parli di un momento difficile che tutti affrontiamo, dove ci sentiamo intrappolati. Qual è stato l'impulso che ti ha spinto a scrivere di questa sensazione così universale?

Nel caso di “Girotondo” ho ripensato alle dinamiche accadute ad una persona a me molto cara, un amico che si è trovato in questa precisa situazione tempo fa. Ripensando a questo il testo si è praticamente scritto da solo, parola per parola, come ho già detto mi è sembrata quasi un’esigenza trattare questa tematica. Volevo dare luce ad un fatto che solitamente vive nel privato delle persone e raramente si riesce ad intravedere.

Giacomo Di Carlo Copertina

"Girotondo" è il primo singolo che anticipa il tuo nuovo album “Tante piccole cose importanti”. Qual è stato il momento più difficile nel processo di creazione? E qual è stata la soddisfazione più grande? Che temi hai affrontato in questo album?

Ho lavorato al disco insieme a Filippo Poderini, che ringrazio ancora oggi per tutto il percorso fatto insieme, perché è proprio grazie alle persone come lui che un determinato progetto può vedere la luce. Diciamo che la parte più complicata è stata proprio l’arrangiamento dei brani. Mi ritengo una persona molto esigente sotto quel punto di vista, fortunatamente anche Filippo lo è, quindi è riuscito a comprendermi a pieno e passo dopo passo siamo riusciti a dare forma ad ogni strumento, synth, chitarre, batterie ecc., quindi a tutti i brani. Nell’album sono presenti anche degli strumenti più complessi da registrare, come per esempio il “banjolele” una sorta di mix tra ukulele e banjo che perdeva facilmente l’intonazione. Filippo è riuscito comunque a trovare la quadra anche a quello strumento. Mi ritengo molto fortunato e credo che vedere tutto il lavoro fatto in questi anni condensato in un disco, sia una delle sensazioni più belle mai provate (sentite).

Il filo rosso che unisce un po' tutte le tracce dell’Ep, in verità, è già presente nel nome stesso del disco: “Tante Piccole Cose Importanti”, una serie di piccole cose che, ad occhio nudo, possono risultare piccole ed insignificanti ma che in realtà nascondono un mondo fatto di mille sfumature. Ogni brano contiene una piccola cosa importante: la fiducia, il sapersi mettere nei panni dell’altro, il cercare di vedere realmente le persone che ti circondano, l’importanza e quindi il peso delle parole che utilizziamo.

In un mondo che sembra correre sempre più velocemente, come riesci a fermarti e concentrarti su quelle “piccole cose” che sembrano avere un valore profondo?

Sicuramente, al giorno d’oggi trovo che la cosa più difficile da fare sia semplicemente annoiarsi.

Un tempo ci si annoiava sicuramente di più, adesso la situazione è nettamente cambiata, abbiamo mille modi per intrattenerci in continuazione, è diventata praticamente una droga e anche la nostra attenzione sta diminuendo a vista d’occhio. Per esempio i reel di Instagram ne sono una prova, sono sempre più brevi ed è un continuo scrollare e passare al video successivo. Personalmente mi spaventa molto come situazione e credo che bisognerebbe fare qualcosa a riguardo. Naturalmente mi ci metto anche io in prima persona, ed infatti ho cercato di adottare un meccanismo per annoiarmi il più possibile, la prendo come una sorta di palestra mentale. La noia ti da’ la possibilità di creare cose bellissime, di leggere molto e all’improvviso noti dei particolari, delle sfumature che prima erano invisibili ai tuoi occhi. In realtà queste “Piccole Cose Importanti” non sono poi così profonde, anzi, sono sotto al nostro naso ogni giorno, solamente che non ce ne accorgiamo.

Ci sono artisti o generi musicali che ti hanno particolarmente influenzato nel corso degli anni?

Ascolto tantissima musica, è una cosa che ho sempre fatto e che in verità se fai il cantautore può essere un’arma a doppio taglio. Da una parte ti aiuta ad esplorare nuove sonorità, nuovi modi di scrivere e di comporre, dall’altra se non ci poni attenzione rischi di diventare qualcosa che non sei tu. Quindi è necessario fare una sorta di scrematura ed applicare dei filtri, capire bene qual’è la strada giusta, quella che fa al caso tuo, altrimenti ti perdi. Personalmente cerco di creare un mood preciso ai miei pezzi, in questo ascoltare la musica è sicuramente di aiuto. Ho ascoltato molto Mac De Marco, King Krule, Nick Drake, tantissimo cantautorato, ma visto che vengo dal quel genere là, anche molto punk hardcore e post rock. Mi piace spaziare molto da un genere all’altro e non pormi tanti limiti.

Giacomo Di Carlo 2

Come vedi il ruolo della musica nella società di oggi? Pensi che gli artisti abbiano una responsabilità sociale o che la musica debba essere più intima e personale?

Non saprei, per quanto mi riguarda il contenuto che cerco di esporre nei miei pezzi è sicuramente un qualcosa di intimo e personale, ma non voglio assolutamente imporre il mio pensiero in nessun modo. Mi piacerebbe semplicemente bussare sulla spalla di qualcuno e dire “ Ei! Ma lo sai che si può vedere il mondo anche da questa piccola finestra?”

Ci racconti qualcosa sui tuoi progetti futuri? Guardando al futuro, come ti immagini come artista nei prossimi anni?

Sto già scrivendo l’album nuovo. Saranno molti più pezzi ed è per questo che mi sto già mettendo in paro con le idee. Per quanto riguarda il futuro sinceramente non saprei. Spero di poter suonare molto dal vivo, perché no anche palchi un po' più grandi se saremo fortunati. E niente, mi auguro solo tanta musica, tanta noia e tante altre piccole cose importanti.