Midra è un giovane talento musicale che ha fatto della sua passione per la musica un vero e proprio percorso di vita. In questa intervista, ci racconta come il suo viaggio artistico sia iniziato fin da bambino, quando cantava e suonava con la famiglia, e come le esperienze di vita, tra cui il bullismo online e la sua pausa forzata, abbiano contribuito a rafforzare la sua determinazione.
Dalle cover alle canzoni originali, passando per il freestyle e l'influenza dell'hip hop, Midra ci svela come ogni passo del suo cammino lo abbia aiutato a scoprire la propria identità musicale. Con brani come "COLPEVOLE" e "ROUTINE", la sua musica non è solo un modo per esprimere emozioni, ma anche un messaggio di speranza e cambiamento.
In questo dialogo, esploriamo come la musica diventi per lui uno specchio della crescita personale e un potente strumento per superare le difficoltà, invitando chi lo ascolta a non fermarsi mai nella ricerca della propria strada.
Midra, il tuo percorso musicale è iniziato presto. Cosa ricordi di quel periodo e cosa ti ha spinto a continuare?
Il mio percorso musicale è iniziato davvero presto, fin da quando ero bambino. Ho sempre cantato e suonato, e sento che la musica è qualcosa che fa parte di me, come se fossi nato per farlo. Un ricordo che mi viene in mente è quando cantavo con mio zio durante le serate, dove lui mi faceva cantare delle cover di Marco Mengoni.
Era un momento speciale per me, che mi ha fatto capire quanto mi piacesse esprimermi attraverso la musica. Circa due anni fa, ho iniziato a fare freestyle in piazza con i miei amici, e proprio loro mi hanno incoraggiato a scrivere il mio primo pezzo. È così che è nata “COLPEVOLE”, il mio primo singolo.
Quello è stato un punto di svolta, che mi ha spinto a continuare e a credere sempre di più in questo percorso. Ogni esperienza, ogni passo che ho fatto mi ha motivato a crescere e a spingermi oltre, e oggi sono più convinto che la musica è la strada che voglio percorrere.
La tua biografia racconta di un momento difficile, in cui ti sei fermato a causa del bullismo online. Quanto ti ha influenzato e cosa ti ha dato la forza di ripartire?
Da piccolo, mi divertivo a fare cover mentre ballavo, e in quel periodo mi chiamavano il "Justin Bieber italiano". Non è facile essere al centro dell'attenzione a quell'età, e, purtroppo, il bullismo online è sempre stato presente, con tanti commenti negativi che mi facevano male.
A causa di quella pressione, ho deciso di fermarmi per un lungo periodo, perché non riuscivo a gestire tutto quello che veniva detto su di me. È stato un momento difficile, ma ciò che mi ha dato la forza di ripartire sono stati i miei genitori, i miei amici e tutte le persone che hanno continuato a credere in me, anche quando io stesso avevo dei dubbi.
Loro mi hanno fatto capire che non dovevo farmi abbattere da chi cercava di minare la mia fiducia, e mi hanno supportato nel tornare a fare ciò che amo: la musica. Ripartire è stato un passo fondamentale per me, perché mi ha permesso di dimostrare a me stesso che la passione e la determinazione sono più forti di qualsiasi commento negativo.
Dopo questa pausa, hai ripreso con il freestyle. Cosa ti ha dato questa esperienza e come ti ha aiutato a trovare la tua identità musicale?
Dopo la mia pausa, che è stata anche un periodo difficile per me, ho incontrato delle persone che sono diventate fondamentali nel mio percorso. Sono quelle persone che ora mi stanno più vicino, che credono in me e nel mio potenziale. È stato proprio grazie a loro che ho trovato la forza di riprendere con il freestyle.
Mi hanno spinto a fare quello che mi riusciva meglio, senza farmi influenzare dai giudizi negativi. Il freestyle è stato un'opportunità per esprimermi liberamente e senza filtri, e mi ha aiutato a scoprire e a rafforzare la mia identità musicale. È stato un processo di crescita personale e artistica, che mi ha permesso di mettermi alla prova e di credere in me stesso.
Quel supporto mi ha dato la fiducia necessaria per tornare a fare musica e affrontare qualsiasi difficoltà con una nuova mentalità.
Che ruolo ha avuto l’hip hop nel tuo percorso, sia musicale che personale?
L’hip hop ha avuto un ruolo fondamentale nel mio percorso, sia musicale che personale. Sono cresciuto facendo hip hop, e l'ho continuato a praticare per ben 7 anni. All'inizio, ho deciso di associarlo alla musica, perché mi dava un modo diretto per esprimermi e per canalizzare le mie emozioni.
Tuttavia, dopo il mio lungo periodo di stop, ho sentito che, almeno per il momento, non fosse necessario continuare a farlo parte integrante del mio percorso musicale. Nonostante ciò, sono ancora molto affezionato all'hip hop, e credo che grazie a quello il mio corpo sia diventato più fluido nei movimenti, cosa che potrebbe rivelarsi utile per future collaborazioni o anche per un brano più movimentato. In fondo, l’hip hop mi ha insegnato tanto, e se un giorno ne sentirò il bisogno, potrebbe tornare in modo naturale, magari in un pezzo che unisca il movimento alla musica in modo ancora più forte.
Quali emozioni provi ora che sei passato dalle cover ai brani originali, come “ROUTINE” e “COLPEVOLE”?
Ora che sono passato dalle cover ai brani originali, provo una sensazione di grande soddisfazione e libertà. Scrivere le mie canzoni mi ha permesso di trovare un rifugio personale, un modo per esprimere ciò che sento senza filtri.
Passare dal reinterpretare canzoni di altri al cantare i miei pezzi è stato un passo importante, perché mi ha dato la possibilità di trasmettere direttamente le mie emozioni e sensazioni.
È davvero bello vedere come la musica che creo possa entrare in contatto con chi mi ascolta e suscitare reazioni, magari aiutando qualcuno a vivere un momento o a riflettere su qualcosa. La sensa-zione di poter comunicare qualcosa di mio, che nasce da dentro, è indescrivibile, e mi fa stare bene.
“ROUTINE” sembra voler incoraggiare chi ascolta a prendere una pausa e a guardare le cose con maggiore leggerezza. È un messaggio che ti rispecchia?
Sì, assolutamente. Ogni cosa che scrivo è legata a ciò che vivo personalmente, e il messaggio di "ROUTINE" mi rispecchia molto. Volevo trasmettere l'idea che non bisogna rimanere intrappolati nella stessa monotonia ogni giorno, ma piuttosto sperimentare cose nuove, cambiare prospettiva e vivere la vita al massimo.
Mi piace pensare che la musica possa essere un invito a prendersi una pausa, a guardare le cose con maggiore leggerezza e a non lasciarsi sopraffare dalla routine quotidiana. È un messaggio che cerco di applicare anche nella mia vita, perché credo che ogni giorno abbia il suo po-tenziale e che, se lo viviamo con curiosità e apertura, possiamo renderlo speciale.
Quanto ha inciso il tuo percorso personale su questo messaggio?
Il mio percorso personale ha avuto un impatto enorme su questo messaggio, perché ogni esperienza che vivo influisce direttamente sulla musica che scrivo. Sono consapevole di come sono cambiato nel tempo, e ogni canzone che scrivo mi aiuta a crescere, sia a livello artistico che personale.
La scrittura è per me un modo per riflettere su ciò che ho vissuto e, allo stesso tempo, un’opportunità per imparare da ogni passo che faccio. Il messaggio di "ROUTINE", ad esempio, è il risultato di un’evoluzione interiore: ho imparato a non rimanere bloccato nella monotonia della vita quotidiana e a cercare di viverla al meglio, con più leggerezza e curiosità.
Ogni canzone è quindi una parte del mio percorso, un passo avanti che mi aiuta a conoscere meglio me stesso e a crescere come artista.
Cosa rappresenta per te la “routine” quotidiana? È qualcosa che cerchi di sfidare o da cui cerchi conforto?
Per me, la "routine" quotidiana rappresenta quel ciclo che inizia ogni giorno, quando ci si alza dal letto e si affronta una giornata che può sembrare ripetitiva e prevedibile. Spesso ci troviamo intrappolati in questo loop, dove ogni giorno sembra uguale al precedente. Però credo che la routine non debba per forza essere qualcosa di noioso o limitante; si può sempre cambiare e trovare modi per non farla sembrare monotona.
È qualcosa che cerco di sfidare, nel senso che cerco di introdurre piccoli cambiamenti, di esplorare nuove esperienze ogni giorno, per non cadere nella trappola della ripetizione. Però, allo stesso tempo, la routine può anche portare un senso di comfort, di stabilità. È un equilibrio tra il cercare di rinnovare la giornata e trovare il piacere nelle cose semplici e familiari.
In che modo la tua musica riflette la tua vita di tutti i giorni e le tue esperienze di crescita?
La mia musica riflette molto la mia vita di tutti i giorni e le esperienze di crescita che vivo. Ogni brano che scrivo è un pezzo di me, un momento che riesco a catturare e trasformare in suono e parole.
La cosa interessante è che la mia musica non solo influisce su chi mi ascolta, ma soprattutto su di me. Sono il mio ascoltatore numero uno, perché ogni volta che riascolto quello che ho creato, non solo apprezzo ciò che ho fatto, ma riesco anche a percepire come mi sentivo in quel preciso istante.
È un modo per riflettere su me stesso, sulle mie emozioni e sulla mia crescita personale. Mi aiuta a capire come stavo, cosa ho vissuto in quel periodo, e mi dà anche la possibilità di riflettere su cosa posso cambiare o migliorare. La musica è un vero e proprio specchio della mia evoluzione, e mi permette di guardare indietro per capire come sono arrivato fin qui e dove voglio andare.
Qual è il consiglio più importante che daresti ai giovani che, come te, cercano di trovare la propria strada nella musica?
Il consiglio più importante che darei ai giovani che cercano di trovare la propria strada nella musica è di non dimenticare mai che ognuno ha la propria personalità unica. Non bisogna farsi scoraggiare da nessuno, perché nessuno è migliore di te, sono solo persone diverse con percorsi diversi.
La cosa fondamentale è credere sempre in ciò che fai, anche quando sembra difficile o quando gli altri cercano di farti dubitare. La musica è una forma di espressione personale, e solo rimanendo fedeli a se stessi si può davvero trovare la propria voce. La perseveranza e la fiducia nelle proprie capacità sono la chiave per andare avanti e superare gli ostacoli che inevitabilmente si incontrano lungo il cammino.