Sbagliato è un giovane artista italiano. Il suo singolo d'esordio s'intitola “Numero”, uscito il 9 Aprile 2020 su tutti gli store digitali.
Com'è nata la tua passione per la musica?
Hey Angela! C’è l ho! Natale ’95 sotto l’albero c’era un pacco enorme, parto straconvinto di scartare la tanto attesa station wagon dei Ghostbusters, apro e trovo un kit giocattolo formato da chitarra elettrica e microfono. Preso dalla delusione di non aver trovato la macchina dei miei eroi, il kit resta per qualche giorno da parte, lì appoggiata al divano, la chitarra era celeste e bianca, proprio come la chitarra elettrica con cui suono adesso, all’improvviso un giorno la prendo e corro in camera a mettermi un cappellino girato al contrario e iniziai a strimpellare e a cantare a squarciagola “Nessuno” di Fiorello. Io credo che sia partito tutto da una chitarra Bianca e Azzurra, una grande delusione e Fiorello, oggettivamente gli stessi motivi, escluso il grande Fiorello, che mi spingono a scrivere i miei testi oggi 25 anni dopo.
E’ uscito il tuo singolo d’esordio “Numero”. Ce ne vuoi parlare?
Certo! “Numero” analizza la solitudine più vera e depré attraverso un paio di sneakers, si ok forse devo smettere di comprare scarpe, ma con loro ai piedi mi sento più forte e preparato per lo slalom tra le delusioni di questa vita a partire dalla station wagon dei Ghostbusters. La base l’ho immaginata fin dal primo momento come un viaggio in un cunicolo spaziotemporale in cui mi giravano intorno tutte le immagini di quel periodo tormentato, infatti nel videoclip che ho autoprodotto ho tentato di ricreare quel mood e quelle immagini. Il titolo reale del pezzo è la combinazione Titolo - Artista, “Numero Sbagliato”, virtuosismo che accomuna ogni mio pezzo per pura scelta stilistica.
Progetti per il futuro?
Sicuramente un EP, è un bisogno viscerale di voler esorcizzare quel qualcosa che mi gira e gira e gira per la testa da troppo tempo. Vedo quel EP come il mio personale Emmanuel Milingo, il prete più figo di tutti tempi, che esorcizza quella pila di delusioni che sta proprio lì, in quel angolino di curore. Cosa mi aspetterò dall’ascoltatore? Un semplice “Hey lui è come me!” questo si che mi farebbe sorridere, proprio si.
Ci sono degli artisti a cui ti ispiri per la tua musica?
Mentirei se dicessi no assolutamente no! Le più grandi influenze provvengono sicuramente da 2 Artisti che adoro alla follia, il grande Mac Demarco e Alex G. Si sono proprio convinto che siano loro due a ispirarmi di più.
Autoproduzione oggi. Qual è la tua visione?
Domanda veramente contrastante per me, da una parte è la via che insieme allo Streaming ha reso la musica veramente democratica e dall’altra perde la condivisione di emozioni e sensazioni che si sviluppano in studio, quei momenti regalano ad una canzone un pezzettino di cuore di ogni musicista che ha calpestato il vecchio e impolverato tappeto persiano, dello studio, in quel pomeriggio di incisione. Io voto per il tappeto vecchio e impolverato.
Com'è il tuo rapporto con il web e i social?
E’ dura eh! Sono molto schivo dagli obbiettivi fotografici, lo si può notare anche dal mio profilo Instagram non ho foto in cui si vede il mio volto completamente, non è un voler creare Hype o per creare mistero, ma per far parlare la musica, per far parlare le mie delusioni, almeno per ora che sono agli albori procederò cosi. Social Media Manager non mi odiate vi prego, io vvb.
Come vedi il futuro della musica?
Precario molto precario, ma alla fine lo è da quando i Mecenati ci hanno abbandonato no? Questa precarietà però mi fa sentire a mio agio se devo essere onesto, anche perché sennò ora sarei un Medico, un Avvocato, un Ingegnere. In questo momento particolare poi la nostra musica sta ricevendo un sacco di batoste, l’unione che si è manifestata tra gli artisti italiani nei giorni passati mi ha reso veramente felice, speriamo di farcela.