La band Beppe Malizia e i Ritagli Acustici propone brani originali. Il loro primo progetto s'intitola "Asocial Network vol.1".

Com'è nata la band? Che musica fate?

La band è nata dalla necessità di suonare dal vivo un progetto creato in studio col primo album dove Beppe era la voce rap che, sulle produzioni di Narratore, fungeva da filo conduttore fra tutti i brani in cui diversi musicisti, suonando o cantando, hanno dato il loro contributo, facendo attraversare al disco contaminazioni con svariati generi. Musicalmente, abbiamo attraversato diverse fasi ma, attualmente, potremmo defirlo rap, rock, elettronico.

Quali sono state le esperienze che vi hanno maggiormente formato?

Tutte le esperienze live, dai palchi più grandi alle situazioni più piccole perché ti mettono di fronte a determinati limiti dandoti la possibilità di affrontarli al meglio, migliorandosi ogni volta.

Da pochi mesi è uscito il vostro nuovo album. Ce ne volete parlare? Progetti per il futuro?

"Asocial Network vol.1" è il primo progetto che ha concretizzato l'attuale orientamento musicale della band che, dopo la dipartita del chitarrista/cantante ha dovuto "reinventare" il proprio stile rendendolo compatibile coi propri mezzi; siamo un power trio a tutti gli effetti, anche se un po' insolito. Riguardo al disco, abbiamo cercato di mettere in evidenza una costante "solitudine condivisa" che si avverte, spesso, navigando tra i social; ma non è nostro intento denigrare questi ultimi, solo mettere in luce un lato un po' trascurato. Per il futuro abbiamo già in cantiere il secondo capitolo di questo EP.

Autoproduzione oggi. Qual è la vostra visione?

Nonostante l'espansione ed evoluzione tecnologica abbiano ampiamente ampliato l'accesso all'autoproduzione e, al contempo, un po' "svilita" nella sua accezione più classica, per noi resta la piena libertà di produrre quel che si voglia.

Riguardo la diffusione della musica inedita. Quali sono le difficoltà per una band che vuole proporre la propria musica ai locali, club, eventi live?

È il solito discorso di dare e avere nel quale si rischia di incappare ogni volta che si affronta questo argomento. Per restare su un unico livello e rispondere in modo generico possiamo dire che "il problema" è sempre quello delle necessità del locale o dell'evento; se c'è una fan-base abituata a frequentare un posto o un festival per scoprire musica nuova e di qualità, dipenderà solo dalla band e, di conseguenza, dall'organizzazione, proporre materiale degno di nota. Diversamente, bisognerebbe avere un consistente séguito un po' ovunque.

Com'è il vostro rapporto con il web e i social?

I social sono ottimi strumenti per diffondere la propria musica e vanno sfruttati al meglio, prendendo proprio il meglio che possono offrire. Il web, in generale, è un enorme calderone in cui c'è di tutto.

Come vedete il futuro della musica?

Preferiamo non guardarlo, pensare al presente ed osservare l'evoluzione (o involuzione) musicale giorno per giorno. Viviamo in un epoca in cui, credo, sia molto difficile fare previsioni a lungo raggio. Per noi resta un "viva la musica" sempre.