"Napoli è la capitale musicale d'Europa, che vale a dire, del mondo intero". Con queste parole il Conte di Tournay Charles de Brosses scriveva della città partenopea nelle sue Lettere storiche e critiche sull'Italia. Questa considerazione tuttavia che il politico francese dava di Napoli nella prima metà del '700 ha origine da un'evoluzione sociale che ha interessato la città diversi secoli prima.

Nel '300 presso orfanotrofi, asili e ospizi era diffusa l'usanza di insegnare mestieri ai bambini poveri o orfani allo scopo di inserirli nella società. Tra i mestieri la società di allora considerava tale anche l'attività musicale. A Napoli da tale usanza nasce l'insegnamento musicale destinato a sviluppare una didattica. Nel tempo molti studenti cominciarono a raggiungere risultati tali da poter intraprendere una carriera musicale. Grande didatta fu nel '700 il compositore Francesco Durante, considerato dal filosofo francese Jean Jacques Rousseau come "il più grande armonicista d'Italia, cioè a dire del mondo".

Autore di musiche sacre egli godeva di immensa stima in tutta Italia, nonché in Europa, fino all'Ottocento come possiamo dimostrare dal compositore e teorico musicale belga Jérôme-Joseph de Momigny che dichiarò nel suo Corso completo di armonia e composizione secondo una nuova e generale teoria della musica che gli italiani dimostravano fierezza in Durante come i tedeschi in Bach.

Conservatorio

Nello stesso periodo il Conservatorio di Santa Maria di Loreto, il Conservatorio della Pietà dei Turchini, il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo e il Conservatorio di Sant'Onofrio da Porta Capuana, tutti cinquecenteschi, costituirono la scuola musicale napoletana. E proprio in questo secolo nascerà il più antico teatro d'opera ancora attivo: il Real Teatro di San Carlo.

Prima di allora, dal Seicento, il principale teatro della città era il Teatro San Bartolomeo dove vennero messe in scena le prime opere, tra cui La fedeltà trionfante di Giuseppe Alfiero (primo napoletano ad essere eseguito in città), nonché numerose prime assolute di autori come Alessandro Scarlatti, Giovanni Battista Pergolesi e Tomaso Albinoni. Tra le prime assolute ospitate dal Massimo napoletano invece vi sono state opere di autori dal calibro di Niccolò Jommelli, Domenico Cimarosa, Giovanni Paisiello, Saverio Mercadante, Gaetano Donizetti (per un periodo anche sovrintendente del teatro), Giuseppe Verdi, Gioacchino Rossini (per un periodo anch'egli sovrintendente del Teatro) e Pietro Mascagni.

Biblioteca Conservatorio Napoli

Al giorno d'oggi il palco del San Carlo è stato calcato dai più importanti musicisti, cantanti e direttori d'orchestra del mondo. La didattica a Napoli nei quattro Conservatori citati tendeva sempre più ad abbandonare quell'originaria dimensione caritatevole cominciando anche ad aprire le proprie porte alle fasce più ricche chiedendo il pagamento di una retta. Nell'Ottocento furono accorpati fondando il Reale Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella che tutt'oggi è attivo e ospita al suo interno una delle biblioteche musicali più importanti al mondo e un'archivio storico sulle citate origini di questa istituzione. Ha vantato illustri direttori dal calibro di Francesco Cilea (precedentemente anche studente), Saverio Mercadante, Giovanni Paisiello, Gaetano Donizetti, Girolamo Crescentini e Roberto De Simone (precedentemente anch'egli studente) e studenti come Ruggero Leoncavallo, Franco Alfano, Umberto Giordano, Giuseppe Martucci, Nicola De Giosa, Beniamino Cesi, Alberto Curci, Luigi Denza, Paolo Denza, Florestano Rossomandi, Attilio Brugnoli, Vincenzo Scaramuzza, Alessandro Longo, Tito Aprea, Antonino Votto, Renato Carosone, Paolo Spagnolo, Lya De Barberiis, Aldo Ciccolini, il pianista contemporaneo Michele Campanella, la pianista contemporanea Laura De Fusco, il direttore d'orchestra contemporaneo Riccardo Muti e il violinista contemporaneo Salvatore Accardo.

Sempre a Napoli nel Settecento nasce l'Opera buffa. Considerata per l'epoca come musica d'avanguardia la differenza con l'Opera seria consisteva nel fatto che l'Opera buffa era caratterizzata da temi e personaggi comici e popolari, che adottava budget più limitati che consentirono una sua diffusione nel resto d'Europa e che nella scrittura di esse adottavano schemi più liberi in grado di creare storie sia significative sia di puro divertimento che quindi costituirono le origini della musica d'intrattenimento. La prima opera buffa fu La serva padrona di Pergolesi, in origine intermezzo buffo dell'opera seria Il prigionier superbo dello stesso autore eseguita al Teatro San Bartolomeo. Di seguito si occuperanno di questo genere musicale sia i massimi esponenti della scuola napoletana sia compositori come Mozart, Rossini, Donizetti e Verdi.

Conservatorio Napoli 2

Da tutta questa cultura melodrammatica che dominava la Napoli di allora derivò la canzone napoletana portata al successo nel mondo da Enrico Caruso (considerato tra i più grandi tenori) e al quale si sono approcciati numerosi artisti in tutto il mondo. Per quanto i canti di estrazione popolare, come le villanelle o la tarantella, hanno sempre accompagnato la quotidianità del popolo napoletano c'è da dire che proprio con l'influenza operistica si sviluppa anche sia una liricità che una teatralità della canzone napoletana.

A cavallo tra l'Ottocento e metà Novecento molti illustri poeti come Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Gabriele D'Annunzio, E. A. Mario ed Ernesto Murolo scriveranno versi musicati da diversi compositori. La scuola napoletana ha quindi in conclusione formato esponenti della composizione, della didattica, del canto e dell'esecuzione strumentale in generale (napoletani e non) tra i quali i già citati Francesco Durante, Domenico Cimarosa, Niccolò Jommelli, Giovanni Battista Pergolesi, Giovanni Paisiello, Alessandro Scarlatti (considerato il migliore operista della sua epoca) e altri come Domenico Scarlatti, Leonardo Vinci, Nicola Porpora, Francesco Feo, Francesco Provenzale, Andrea Perrucci, Gennaro Manna, Giuseppe Porsile, Francesco Araja, Angelo Ragazzi, Niccolò Piccinni, Pasquale Anfossi, Giovanni Veneziano, Davide Perez, Ignazio Fiorillo, Tommaso Traetta, Tommaso Giordani, Antonio Sacchini, Leonardo Leo, Antonio Palella, Gaetano Manna, Nicola Antonio Zingarelli, Gennaro Astarita, Nicola Sala, Luigi Caruso, Luigi Mosca, Angelo Tarchi, Carlo Broschi detto Farinelli (considerato il più importante cantante lirico castrato della storia) e influenzato grandi compositori nel tempo con la sua tradizione didattica che durerà fino al Novecento. Se sei nato a Napoli il mondo ti riconosce e ti rispetta. (Riccardo Muti)

Autore Luca Mozzillo