BassMark è un musicista e compositore italiano. Il suo progetto s'intitola "BassMark Collectivo".

Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?

Sicuramente la forma mentis acquisita durante gli studi classici. Affrontare le difficoltà e trovare soluzioni grazie ad una 'Scuola' è stato ciò che più mi ha premiato. La musica è dedizione, ricerca e talento ma quest'ultimo va governato e per incanalarlo ci vuole metodo.

Ci parli del tuo progetto "BassMark Collectivo"?

Il progetto nasce come idea vera di collettivo. Al centro c'erano le 'macchine' gestite da me ed una serie di musicisti che singolarmente o in gruppo davano il loro contributo creativo e improvvisativo. Non a caso lo avevo denominato 'Music Building'. È stata una bella esperienza quella con i colleghi e ci sono belle testimonianze di concerti anche in rete ma ad un certo punto mi sono reso conto, limite mio, di non riuscire a trasferire loro la mia idea di sound. A quel punto è scattata la molla del polinstrumentale ricordandomi di quando Tack Andress raccontó che, non riuscendo a formare una band, iniziò a pensare alla sua chitarra come ad basso, un pianoforte ed una batteria, creando il suo modo unico di suonarla. Così mi sono detto: suoni vari strumenti, perché non provi a fare tutto da solo? E da lì ho iniziato a perfezionare il mio 'Colectivo'.

Progetti per il futuro?

Nell'immediato futuro una piattaforma americana, creata dall'ex CEO di Pandora, mi ha chiesto di eseguire dei live in streaming, e credo accetterò, ma intanto continuo a lavorare alle nuove performance e ai brani del disco che spero esca prima dell'estate. Mi auguro di poter portare presto performance dal vivo, ho avuto già richieste, ma naturalmente tutto dipenderà dall'andamento della pandemia. Resto fiducioso.

In che modo il web e i social possono essere utili per un musicista?

Beh, oggi sono fondamentali. È difficile contare su altro. Il 'sistema' discografico, soprattutto italiano, produce quasi solo musica di tendenza che lascia il tempo che trova ma che purtroppo dà a loro grossi ritorni economici. Di conseguenza gli strumenti social sono ciò che resta agli artisti, fuori da certi circuiti, per divulgare la propria arte.

Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?

La passione è tutto. Al di là della musica è fondamentale per una vita piena. Se hai passioni sei automotivato, è come se ti alimentassi di ciò che fai. Non è possibile pensare ad un percorso artistico che non contempli la passione. Spesso, in questo mestiere, diventa l'unica cosa che ti fa aprire gli occhi la mattina.

Ci parli delle tue influenze musicali?

Provengono da un percorso di ascolti e studi misto. Ho iniziato con la passione per il jazz e poi mi sono innamorato della musica classica. Le ho studiate entrambe e continuo a farlo, poi gli ascolti di world music hanno fatto il resto.

Che consiglio daresti a un aspirante musicista?

Di studiare! Per me non è pensabile fare altrimenti. È vero, c'è gente che senza averlo fatto ha raggiunto un successo planetario ma è gente che si sentirà per sempre 'ladra di musica'.

Cosa possiamo aspettarci per il futuro della musica?

Sicuramente dei cambiamenti. Quest'anno è stata una ecatombe. Sono scomparsi decine di big della Musica con la “emme” maiuscola, per ultimo Chick Corea. Mi auguro che i giovani possano accedere ad ascolti più alti e formarsi alla bellezza.


English Version

What were the experiences that formed you the most?

Certainly, the mindset acquired during my classical studies. Facing difficulties and finding solutions thanks to mu studies was what rewarded me the most. Music is dedication, research and talent but the latter must be governed and to channel it you need method.

Can you tell us about your "BassMark Collectivo" project?

The project was born as a true idea of a “collective”. At the center were the 'machines' managed by me and other musicians who individually or in groups gave their creative and improvisational contribution. It’s no coincidence that I called the project 'Music Building'. It was a good experience with colleagues and there are good testimonies of live concerts also on the web but at a certain point I realized, due to personal limits, that I was not able to transfer my idea of sound to them. At that point I started thinking of a multi-instrumental approach, and I thought of when Tack Andress said that, unable to form a band, he began thinking of his guitar as a bass, a piano and drums, creating his own unique way of playing it. So, I said to myself: “you play various instruments, why don't you try to do this all by yourself?” And from there I started perfecting my 'Colectivo' project on my own.

What plans do you have for the future?

An American platform, created by the former CEO of Pandora, asked me to perform live in streaming, and I think I will take advantage of this opportunity in the near future. In the meantime, I’ll continue to work on the new project and songs for the album that I hope will be out before this summer. I hope I’ll be able to resume performing live soon; I’ve already had some requests, but of course everything depends on the progress of the pandemic. I remain confident.

How can the web and social media be useful for a musician?

Today they are fundamental. It's hard to count on anything else. The record industry, especially the Italian one, mostly produces trendy music that gives them big economic returns but is not qualitatively impressive. Consequently, social media channels are what artists have to spread their art. How important do you think passion, perseverance and motivation are to start a musical career? Passion is everything. Apart from music, it is essential for a full life. If you have passion you are self-motivated, it is as if you feed on what you do. It is not possible to think of an artistic path that does not contemplate passion. Often, in this profession, it becomes the only thing that makes you want to open your eyes every morning.

Can you tell us about your musical influences?

They come both from my studies and from my personal life. I started with a passion for jazz and then I fell in love with classical music. I have studied both and continue to do so, then “World Music” did the rest.

What advice would you give to an aspiring musician?

To study! For me it is unthinkable to do otherwise. It is true, there are people who have achieved global success without having done so but I think they will forever feel like 'music thieves'.

What can we expect for the future of music?

Certainly, some changes. This year has been tough. Dozens of big artists have disappeared, most recently Chick Corea. I hope that young people will be able to access higher quality music and be trained to appreciate the beauty of it.