Pietro Nannucci ha una grande passione per la scrittura di testi, è giovane e ha già all'attivo collaborazioni, come quella con Sonny King. Nato in Italia, si è poi trasferito negli USA a Greensboro (Carolina del nord), ma è stato anche in Marocco, Spagna e ha avuto modo di scoprire e sperimentare diverse culture musicali.
Ami scrivere testi. Com'è nata questa passione?
La passione di scrivere i testi è nata più o meno quando avevo 16 anni, sono sempre stato un grande appassionato di musica e l’idea di scrivere testi mi è sempre sembrata una bella cosa. Certi artisti come per esempio Mac Miller, uno dei miei rapper preferiti, mi hanno ispirato a voler scrivere la mia musica. Scrivere testi è un modo per esprimersi, meno diretto ma più artistico. Alla fine l’interpretazione dei testi che scrivo, sarà sempre diversa da quella delle persone che ascoltano. Scrivere testi mi ha aiutato a rilassarmi e a poter pensare in un modo più chiaro e dettagliato.
Com'è nata la collaborazione con Sonny King e con ''Music for love''per il brano ''We still have a dream''? Ce ne vuoi parlare?
La collaborazione con Sonny è stata una cosa molto bella e divertente. Mio padre aveva in mente un’idea, quella di creare un brano che rappresentasse una ''diversità'', non solamente musicale, ma anche una diversità in termini di chi cantava e scriveva. Ovviamente io e Sonny siamo persone molto diverse, ma alla fine nel creare la musica siamo uguali, abbiamo una passione e ci divertiamo a fare quello che facciamo. Sonny è stato molto bravo a scrivere la musica e il suo testo, dopo di che restava solo che facessi la mia parte e dopo aver sentito il beat una volta, sapevo già quello che volevo scrivere. La gente mi chiede quanto ci hai messo a scrivere il testo? La verità è poco più di mezz’ora, la musica e gli strumenti erano come una guida, mi sono messo giù con le cuffie e dopo poco la canzone era finita. Devo dire che è stata una esperienza molto bella, mi sono divertito molto, e credo che abbiamo creato un bel pezzo, con una sua personalità.
Sei nato in Italia, ma hai vissuto in Marocco, Madrid e ti sei trasferito in America.
Vedere culture musicali diverse ti ha ispirato nuova musica e nuovi testi?
Vivere in vari posti, paesi e culture mi ha certamente cambiato come persona, ma ancora non ho potuto esprimere tanto di quello che ho visto semplicemente perché non ho ancora scritto abbastanza. In ogni caso mi sono reso conto che al mondo piace musica differente e creare qualcosa che piace a tutti non è fattibile, certamente possiamo sempre provare a portare insieme ritmi e sonorità diverse, creare una musica “internazionale”, ma non è sempre cosi facile, ogni parte del mondo ha la sua musica e alla fine è questo che rende la musica un’arte.
Secondo te vivere di musica in America è più facile rispetto all'Italia?
Dipende, si e no. Certi tipi di musica funzionano in Italia, ma se provi a replicare la stessa cosa negli Stati Uniti non funzionerà mai, e viceversa. Alla fine la musica è un business, una industria enorme, quindi bisogna sapere quello che piace al pubblico se si vuole vendere. Bisogna anche capire se si parte dal punto di vista del rap, il rap americano in Italia vende, ma il rap Italiano in America vende, forse, se è gratis. Ovviamente il pubblico Americano è molto più grande di quello Italiano, quindi anche questo è un fattore abbastanza importante. Quello che è certo e che vivere solo di musica non è facile, ci sono tantissime persone con molto talento che non c’e la fanno, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo.
Quali sono le opportunità per un artista che vuole intraprendere la carriera musicale nella società attuale?
Credo che alla fine se un artista vuole fare qualcosa sul serio con la sua musica deve trovare il modo di farsi notare / vedere da tante persone. La visibilità è molto importante, oggi con Instagram e gli altri social media è fattibile, ma ci sono tanti artisti che ci provano. Quindi per farti notare devi avere molta dedizione e devi essere sicuro di te stesso. Oggi la musica sta cambiando, come è sempre cambiata, alla gente piace scoprire nuovi artisti, ma farsi scoprire di solito sta all’artista, che deve lavorare sodo. Le opportunità ci saranno sempre in tutti gli aspetti della nostra vita, basta capire quali sono quelle giuste e sfruttarle nel modo adeguato.
Stai scrivendo nuove canzoni? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Si, scrivo sempre. I progetti del futuro non sono ancora sicuri, devo vedere quello che voglio fare e il cammino che voglio seguire. Ci saranno sicuramente progetti, voglio scrivere musica sul mondo, sulla nostra società, sulla vita, sull’amore, ci sono tante idee. Devo decidere come voglio crescere come artista, alla fine è una cosa che devo fare da me, ma imparando anche dagli altri.
Come vedi il futuro della musica?
Il futuro della musica è buono, questo è sicuro. Alla fine la musica è quasi sempre qualcosa che vive solo nel presente, anche se ci sono brani bellissimi che sono stati scritti 200 anni fa, e quando li sentiamo riaffiora l'esperienza di quel momento. Ovviamente le persone continueranno a scrivere e a comporre, il ritmo cambierà, come anche i testi e gli strumenti, ma l’idea principale della musica resterà per sempre, la bellezza di creare qualcosa che significa una cosa differente per ciascuno di quelli che l’ascoltano, è molto bella, e sinceramente non credo che la musica cambi, la musica cresce.
Sono stati pubblicati da "Music for love" su soundfeat un paio di canzoni tue. Cosa pensi di questa piattaforma musicale?
Soundfeat mi sembra una piattaforma molto interessante con molto potenziale, credo che sia un gran modo per fare interagire musicisti diversi, che suonano strumenti diversi, generi diversi. Sono sicuro che usando la piattaforma si possa imparare molto sugli altri, ma anche su se stessi, possiamo comparare i nostri stili con le altre persone. Alla fine l’evoluzione della tecnologia ha potuto cambiare come interagiamo con gli altri musicisti intorno al mondo.