Piro è un cantautore italiano. "Eroi del 2020" è il suo album di debutto.
Cos'è la musica per te?
Per me la musica è condivisione di emozioni. Ogni modo e ambito in cui fare musica ha il suo linguaggio più o meno codificato. Se una musica “arriva”, il risultato è raggiunto. Decidere se poi una composizione sia arte, intrattenimento o entrambe, credo non sia compito nè del musicista nè del fan, ma del tempo e della critica nel tempo.
Quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato?
Le lezioni di chitarra alle elementari e quelle private di canto, le band precedenti a questo progetto e gli ascolti di tutto ciò che mi capitasse a tiro, partendo dai Rolling Stones e Battiato fino ai Radiohead e Battisti passando per gli 883 e i Lunapop.
E' uscito il tuo album di debutto “Eroi del 2020”. Ce ne vuoi parlare?
Finalmente è uscito! È una raccolta di quadretti, di situazioni messi in musica. È leggero e sfizioso ma dietro c’è anche complessità nella lavorazione delle armonie e degli arrangiamenti. I synth e le drum machine dovrebbero confezionare in un mondo moderno quelli che sono sentimenti e racconti validi per ogni tempo, passionali, descrittivi e diretti.
Quanto conta secondo te la passione, la costanza e la motivazione per avviare una carriera musicale?
Tantissimo! Ogni volta che vai avanti lo fai grazie a questa sorta di testardaggine che ti fa continuamente investire su te stesso tempo, soldi e fatiche, che non sempre vengono ripagate. Quando si viene presi sotto l’ala protettiva di un’etichetta, di un management, già è diversa la situazione, ci si sente meno soli a credere in quel che si fa e gli sforzi e i risultati (buoni o meno) sono condivisi.
Qual è il messaggio che vuoi comunicare attraverso le tue canzoni?
Non posso parlare di messaggio nè come insegnamento nè come consiglio nel mio caso. Non voglio parlare a nome anche di altri, ma credo ci si debba fermare prima, all’impressione, alla sensazione, al racconto fine a se stesso anche se ci concede qualcosa. E il bello è che ognuno si può fare il suo personale film interpretando come vuole, senza bisogno di una guida per tutti.
Com'è il tuo rapporto con il web e i social?
Non sono mai particolarmente a mio agio nel mondo social, mi sembra sempre di dover scrivere una cosa con un linguaggio di moda che non mi appartiene e chissà se poi alla fine ci riesco. Non se ne può prescindere però, quindi cerco di capire da che parte va il mondo e fare del mio meglio.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro della musica?
Per quanto riguarda la musica mi auguro che si torni sempre di più verso la profondità che avvertivo in un De Gregori, ma anche questo è un concetto che varia da persona a persona.